Il Pd acchiappa bene, il centrodestra langue

Il partito dei disertori delle urne ha vinto su tutta la linea con un cittadino su due che non è andato a votare. E dire che le amministrative tirano molto di più delle politiche. Dunque questo dell’astensionismo dilagante è un brutto segnale che deve far riflettere tutti i partiti. Adesso i nuovi sindaci, specie quello di Roma, si preparano alla formazione delle squadre per dare inizio alle danze.

Roma – Il centrosinistra sfonda, il centrodestra arranca e sprofonda nel vuoto, i disertori delle urne aumentano. Ed è finito anche il ballottaggio con Roberto Gualtieri nuovo padrone di casa del Campidoglio ed il collega Stefano Lo Russo che spopola a Torino, entrambi del Pd. A Trieste, con una vittoria risicata, ridiventa primo cittadino per la quarta volta Roberto Dipiazza, per la coalizione di centrodestra. A Benevento viene confermato, con meno slancio del 2016, Clemente Mastella.

Roberto Gualtieri

E’ chiaro che queste consultazioni aiuteranno a capire, alla luce dei risultati, quale futuro attende l’asse giallorosso tra Pd e M5S e quale sarà il destino della coalizione di centro-destra, dove la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni proverà a consolidare la sua leadership all’interno dell’alleanza.

Sul voto e sui risultati finali si è materializzato ancora una volta lo spettro dell’astensione, già impostosi con forza al primo turno, che ha spadroneggiato anche al ballottaggio con un’affluenza ai seggi pari al 49%. Un dato che deve far riflettere tutti specie in prospettiva delle future politiche.

Stefano Lo Russo

Il ruolo del sindaco forse ha perso quell’importanza che nell’immaginario collettivo si pensava potesse ancora avere. Negli anni ’90 si riteneva che il Sindaco dovesse essere una sorta di “superman”, di governatore cittadino dai mille poteri, ma le diverse inchieste giudiziarie, la mancanza di denaro nelle casse comunali e la perdita di autonomia hanno alimentato la disaffezione dei cittadini.

Nel 2001 addirittura le elezioni comunali registravano un’affluenza dell’81%, in quanto la sfida delle Amministrative era molto sentita e proprio per questo c’era grande partecipazione. All’epoca non c’erano ancora i social e ci si confrontava a colpi di comizi e tribuna politica. Oggi un elettore su due diserta le urne perché forse c’è un deficit di rappresentatività. Per non dire peggio.

L’appuntamento elettorale ha coinvolto circa 5 milioni di elettori ed interessato oltre Roma, Torino e Trieste, anche altri 7 comuni capoluogo: Varese, Savona, Latina, Benevento, Caserta, Isernia e Cosenza. Al primo turno nella capitale il candidato di centrodestra Enrico Michetti era in leggero vantaggio sull’avversario Roberto Gualtieri mentre a Torino Stefano Lo Russo era davanti al candidato di destra Damilano.

Più netto il distacco del candidato di centrodestra a Trieste, Roberto Dipiazza, che al primo turno andava ben oltre il 45%. Nel primo turno il Movimento 5 Stelle ha perso i tre sindaci nei comuni capoluogo dove aveva vinto nel 2016, ovvero a Roma, Torino e Carbonia.

Roberto Dipiazza

Il centrosinistra, nelle sue diverse articolazioni, ha confermato, al primo turno, i comuni di Milano con Beppe Sala, Rimini con Jamil Sadegholvaad, Salerno con Vincenzo Napoli, Napoli con Gaetano Manfredi, Bologna con Matteo Lepore e Ravenna con Michele De Pascale.

In questi ultimi tre comuni il centrosinistra ed il M5s hanno corso da alleati. Il centrodestra, invece, ha confermato i sindaci di Pordenone (Alessandro Ciriani), Novara (Alessandro Canelli) e Grosseto (Antonfrancesco Vivarelli).

Euforico Letta, incredulo per una vittoria così estesa. Laconico, invece, Salvini che si difende provando a negare la sconfitta alle elezioni amministrative, mentre continua ad attaccare il ministro Lamorgese per la gestione degli scontri di Roma dello scorso 10 ottobre.

Intanto i sondaggi alle politiche danno comunque il centrodestra in vantaggio, rispetto alla sinistra. FdI al 21,1%, la Lega al 19,4%%, Pd al 19,2%, M5s al 16,4%, FI al 7,0%. Ma non si parla di astensioni, il pericolo adesso è rappresentato proprio da quella metà di cittadini italiani con diritto di voto che ne hanno piene le scatole di una certa politica. E l’hanno dimostrato senza violenze né cortei di protesta. E hanno stravinto.

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