ROMA – IL CENTRODESTRA NON ESISTE PIU’: CIO CHE RIMANE E’ UN IBRIDO ESTREMISTA E SOVRANISTA

Le attuali forze di destra hanno perso quello smalto riformatore e modernizzatore che avevano all'inizio della Seconda Repubblica, per poi diventare protagoniste anche in Europa.

Roma – Il Centrodestra nasce nel 1994. Grazie ad una felice intuizione di Silvio Berlusconi, Forza Italia si allea nel Nord Italia con la Lega di Bossi e nel Sud con Alleanza Nazionale. Vincendo così le elezioni politiche e formando il primo governo di centrodestra della storia repubblicana.

La nuova legge elettorale maggioritaria, introdotta dopo il referendum del 1993, apriva la strada ad una democrazia bipolare e i cittadini italiani si sono abituati a scegliere, dopo anni di democrazia bloccata in cui a governare era sempre la Democrazia Cristiana, tra un Centrodestra e un Centrosinistra.

E ancora oggi la stampa continua a parlare di due schieramenti contrapposti sebbene nel 2013, e soprattutto nel 2018, si sia affermato con prepotenza il Movimento Cinque Stelle, mentre le opposte fazioni perdevano il loro significato originario.

Oggi non ha più senso parlare di Centrosinistra quando questo schieramento è monopolizzato da un grande partito di sinistra come il Partito Democratico che al limite si allea con movimenti ancora più a sinistra. Ma anche il Centrodestra, cosi come concepito all’inizio, non esiste più. Tale schieramento, guidato da due forze radicali ed estremiste, la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, raggiunge il 40% e lascia un misero 7% a quello che resta di Forza Italia.

E non deve illudere “l’ultima impresa” di Berlusconi che ha convinto Salvini e Meloni a votare lo scostamento di bilancio. Si tratta del classico canto del cigno di un ex leader che ormai non ha più un vero seguito nel Paese. Non è piacevole a dirsi ma oggi in Italia manca una destra moderna ed europeista. Un movimento che abbia il coraggio di correre da solo e che sia alternativo alla destra estremista.

Eppure nel resto del mondo non è così. In Francia i gollisti non si alleano con Marine Le Pen e in Spagna i Popolari non cercano alleanze con il partito neo-franchista Vox. E neppure negli Stati Uniti d’America i Repubblicani moderati e liberali hanno appoggiato Donald Trump. Pensiamo al “Lincoln Project“, una corrente anti-trumpista che vuole tornare ai valori della destra storica americana di Abramo Lincoln che ha sostenuto nelle ultime elezioni il candidato democratico Joe Biden.

Il caso italiano è unico in Europa e si spiega esclusivamente con l’interesse personale di Berlusconi e recentemente anche del governatore ligure Giovanni Toti. Sia il primo che il secondo restano legati alle forze radicali perché temono di non contare più nulla da soli, convinti come sono di perdere le “poltrone” che hanno conquistato in precedenza.

Ma la politica è fatta anche di coraggio e oggi esiste “un vuoto” che aspetta solo di essere colmato. Peraltro le attuali forze di destra hanno perso quello smalto riformatore e modernizzatore che avevano all’inizio della Seconda Repubblica, quando volevano cambiare la seconda parte della Costituzione e diventare protagoniste anche in Europa.

Il Centrosinistra è morto con la Seconda Repubblica

I giornalisti non dovrebbero più parlare di Centrodestra, evocando un qualcosa che appartiene esclusivamente al passato. Oggi la destra italiana è solo estremismo, sovranismo e anti-europeismo e gli elettori hanno il diritto di essere correttamente informati.

E per concludere sarebbe il caso di ragionare se nel 2020 la distinzione tra destra e sinistra abbia ancora un senso o se invece sia più corretto parlare di un Fronte Europeista che crede nella democrazia liberale e nel progresso e di un Fronte Sovranista che pare avere tutta l’intenzione di riportare l’Europa agli anni Trenta del Novecento, quando nel “vecchio continente” sembrava calato un triste e lungo inverno.

 

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