Parlare di imitare l’Austria con le sue restrizioni non serve. Ogni Paese europeo è diverso dall’altro e la situazione dei contagi non è affatto identica in tutte le nazioni europee. Una stretta alle manifestazioni violente è condivisibile, un’ipotesi di chiusura rossa per chi non si è vaccinato sembra una misura esagerata. Intanto bisognerebbe pigiare l’acceleratore sugli investimenti per spingere l’Italia alla vera ripartenza. Ma quando si tocca questo tasto la politica fa spallucce.
Roma – La libertà di manifestare è un diritto costituzionale da tutelare che non si dovrebbe mai violare. Purtroppo, però, l’eccessivo entusiasmo dei partecipanti ai cortei e proteste di piazza, spesso trasformati in occasioni di guerriglia urbana, ha reso indispensabile l’imposizione di certi limiti. “…Ogni forma legittima di dissenso non può mai sopraffare il dovere civico di proteggere i più deboli – ha detto Sergio Mattarella – sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo combattono…”.
Ecco dunque la stretta del Viminale per tutte le forme di protesta. Sono vietati, pertanto, i cortei e tutte le manifestazioni, non solo quelle No-vax. Quanto ai raduni in forma statica, come i “sit in”, si devono tenere fuori dai centri storici, mantenendo le distanze ed indossando la mascherina laddove si dovessero formare assembramenti.
In effetti è da 15 settimane che si organizzano proteste di piazza con situazioni di costante pericolo e problemi alla sicurezza pubblica ed alla salute per l’incremento dei contagi Covid. Il calo delle vendite ha determinato anche la ribellione dei commercianti, che per questi motivi lamentano grossi problemi per il loro lavoro.
Questi sono gli effetti, peraltro abbastanza scontati, delle manifestazioni contro il vaccino e il Green pass, che ogni fine settimana paralizzano le nostre città. Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione, principio peraltro costituzionalmente garantito dall’art. 21, ma ci sono anche dei limiti di “buon senso” da rispettare.
Proprio la convivenza fra le diversità di opinione è l’equilibrio più difficile da raggiungere e mantenere. Nel frattempo, per altro, farebbe capolino l’ipotesi di un nuovo lockdown durissimo, per i non vaccinati, dalla metà di dicembre fino al 10 gennaio. Speriamo, invece, che non si arrivi a simili restrizioni.
Intanto proseguono altalenanti le percentuali di consenso dei partiti. Le ipotesi registrano un calo del centrodestra mentre il Pd risale la china. É questo il risultato del sondaggio di Swg, condotto sulle intenzioni di voto degli italiani alle prossime elezioni politiche.
Un sondaggio che, in verità, vede arretrare tutti i partiti del centrodestra. Cambia così il vertice della classifica virtuale della scorsa settimana. Occupa il primo posto il Pd di Enrico Letta, che raggiunge il 20,5%, ancora a due punti dal risultato delle Europee 2019 quando era al 22,7 per cento.
Sempre ai vertici della classifica Fratelli d’Italia che si attesta al secondo posto con un 20%, perdendo lo 0,3% rispetto alla settimana precedente. Il partito di Giorgia Meloni alle elezioni Europee del 2019 era al 6,5% ed ha registrato comunque in due anni e mezzo una crescita esponenziale. Le elezioni amministrative sembrano aver lasciato il segno sulle preferenze dei cittadini che, stando ai sondaggi, pare abbiano invertito le proprie scelte preferendo il Pd a FdI, in testa fino a qualche settimana fa.
La rapidità di cambiamento e fluidità del voto è divenuta ormai una costante a cui bisogna forse abituarsi. La Lega di Matteo Salvini è scesa al 18,8%, ancora in calo rispetto al risultato delle Europee 2019 quando era al 34,3 per cento. In crescita Italia Viva di Matteo Renzi che si attesta al 2,1%, mentre solo un lieve aumento per + Europa all’1,9%.
Coraggio Italia risale all’1%, incassando un misero 0,2% in più rispetto al precedente sondaggio. In lieve aumento, almeno rispetto alla settimana precedente, il M5S di Giuseppe Conte, che si attesta al 16,4%.
Tra il 7 e l’8% Forza Italia di Silvio Berlusconi che appare più tonica nelle rilevazioni. Azione di Carlo Calenda, si attesta invece al 4%. Poi forse sulla scia della Cop26 sono in aumento i Verdi, che si attestano al 2,3%. In lieve calo al 2,3% Mdp-Articolo 1 e Sinistra Italiana al 2,2%. Bisognerà attendere qualche novità politica di fine anno per avere altre proiezioni più attendibili. In ultimo l’astensionismo: è ancora il primo partito in assoluto con oltre il 48% degli aventi diritto al voto che non si recherebbero alle urne.