Draghi ha messo tutti d’accordo, anche FdI

Su Draghi chiunque metterebbe la mano sul fuoco. Il Premier, infatti, sembra un ciclista in fuga per la conquista della maglia rosa. L’esecutivo lo segue con affanno e a distanza. E’ ovvio che la cosa non piace agli italiani ma tant’è. In ultimo anche il 38% degli elettori del partito di Giorgia Meloni esprime parere favorevole su Draghi. Ed è tutto dire.

Roma – Se si andasse alle elezioni politiche Fratelli d’Italia farebbe “piazza pulita”. Infatti il partito della Meloni rimane ancora al primo posto con il 20,3% dei consensi, nonostante un lieve calo dello 0,4% rispetto ad una settimana fa. Bazzecole. Il Partito Democratico di Enrico Letta, in crescita dello 0,4% sarebbe ancora al secondo posto con il 20,1% mentre è solo terza la Lega di Matteo Salvini con il 19% dei si.

Sempre secondo le previsioni il Movimento Cinque Stelle si attesterebbe al 16,3%, con una discesa dello 0,3% rispetto alla settimana scorsa. Forza Italia è l’unico partito della coalizione di centrodestra che cresce, poco ma in maniera costante, sino al 7,2%. Azione di Carlo Calenda è dato al 4,1%. I Verdi al 2,1%, Mdp 2,5%, Sinistra Italiana 2,3%,+Europa 1,8% e Italia Viva all’1,7% dei consensi. Le altre liste 2,6%.

Il partito degli indecisi e del non voto fa man bassa con uno sconvolgente 42,7%. Insomma non si apprezzano variazioni sostanziali dopo le amministrative di un mese fa, che hanno visto prevalere il centrosinistra, soprattutto nelle grandi città. Per la prima volta negli ultimi decenni la distanza fra itre3 maggiori partiti è di 1 punto e mezzo. E le quattro forze politiche principali si ritrovano dentro una forbice inferiore ai 4 punti, in pratica è il segno di una partita politica che appare sempre più aperta.

Analizzando i trend dalle Europee ad oggi, Fratelli d’Italia, beneficiando del ruolo di quasi unica opposizione, supera di un punto e mezzo la Lega, così come il Pd. Secondo le ultime rilevazioni demoscopiche Giuseppe Conte rimane il più apprezzato tra i leader di partito col 42%, seguito da Giorgia Meloni al 38%. Più staccato Letta al 33% mentre Salvini rimane fuori dal podio col 31%.

Appaiata al 30% un’inedita coppia composta da Silvio Berlusconi e Roberto Speranza, personaggi che andrebbero attenzionati meglio. I due politici, stranamente, pare si somiglino e non deve ingannare la distanza generazionale ed ideologica. Renzi rimane il più controllato a vista.

Marcato stretto da tutti. Forse perché è più facile e comodo. Del resto l’ex Premier, più che esuberante, si presta a diverse interpretazioni specie per le sue scorribande in Medio Oriente. Attenzione, però, a quei due di prima. Soprattutto al ministro della Sanità, che al momento, strategicamente, mantiene un profilo basso. Irrilevabile dai radar di detrattori e concorrenti.

Sergio Mattarella in pole position, segue Mario Draghi

Guida la classifica della fiducia degli esponenti politici e istituzionali Sergio Mattarella, mentre si conferma alto pure il sostegno nel premier Mario Draghi con il 61%, ormai stabile da mesi, non risentendo affatto delle polemiche sul Green Pass e dei contrasti tra i partiti della maggioranza. Anche perché la cosa strana è che per la prima volta un Premier viene distinto dalla coalizione che lo sorregge. E’ come se i ministri non ci fossero e tutto il carico di responsabilità gravasse esclusivamente sull’ex numero uno della Bce. Percezione questa abbastanza diffusa.

La fiducia, in ogni caso, nel Presidente del Consiglio si differenzia in base alla collocazione politica dei cittadini, con punte di oltre l’80% tra chi vota il Pd e Forza Italia. Peraltro dichiarano di fidarsi del Premier anche 6 elettori su 10 della Lega e poco più della metà degli elettori del M5S. Una vera rivoluzione se si ripensa ai commenti dei due partiti giallo-verdi, antecedenti all’incarico offerto da Mattarella al grande economista italiano.

La Giorgiona nazionale da sola all’opposizione Disegno di Matteo Paolelli

Esprime infine un giudizio positivo su Draghi, udite – udite, il 38% di chi vota Fratelli d’Italia. Insomma un bel puzzle per comprendere come la trasversalità, in politica, sia ormai diventata parte integrante del sistema, a cui non interessa più nulla di schieramenti e ideologie. Del resto oggi va di moda il tutto e il contrario di tutto. Guai ad essere coerenti e sempre della stessa idea. Si rischia l’isolamento politico. Al contrario chi stringe la mano a destra e sinistra vince.

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