Il double face di Matteo Salvini

La Lega ha perduto la stoffa del partito “duro e puro” ormai da tempo. I consensi da recuperare fra le fila degli insoddisfatti e dei cittadini che non ne possono più sono ormai ben poca cosa mentre il disturbo borderline della personalità di cui sembra affetto il Carroccio giocherà un ruolo decisivo nelle prossime amministrative.

Roma – Maggioranza parlamentare spaccata sul Green pass. La Lega cerca il “colpaccio” invocando l’abolizione del certificato obbligatorio vaccinale e schiaccia l’occhio ai No-Vax. Nulla di fatto per il Carroccio. Missione fallita. Remare contro in commissione Affari Sociali alla Camera ha visto bocciati tutti i propri emendamenti che prevedevano l’abolizione del certificato verde.

Matteo Salvini

Salvini, ancora una volta, manifesta un comportamento ondivago e altalenante, in cui riaffiora la sua doppia personalità di leader di governo e di capo di un partito ormai in campagna elettorale dunque deciso a tutto pur di raccattare voti.

Un atteggiamento questo certamente non rassicurante per una maggioranza non coesa e traballante come questa che si appresta a discutere importanti riforme. Qualunque sia il punto di vista il comportamento della Lega appare come un sostegno morale per chi non intende vaccinarsi, per i più disparati motivi, e nel contempo un tentativo di delegittimazione del governo Draghi e del ministro alla Salute.

Insomma i leghisti votano un provvedimento in favore dell’esecutivo in Coniglio dei Ministri ma poi, una volta in Parlamento, o in commissione, si esprimono in maniera opposta sullo stesso argomento. Questo modo di fare non porterà la Lega da nessuna parte e presterà il fianco alle reazioni di Mario Draghi che, come pare, non vedrebbe l’ora di “disfarsi” di un partito divenuto scomodo e, in più di un occasione, addirittura avversario.

In attesa dei no-Vax

A Matteo Salvini qualcuno potrebbe chiedere: a che gioco stai giocando? Il Comandante prosegue dritto per la sua strada. Una strada che lo renderebbe ogni giorno di più inaffidabile e al termine delle competizioni amministrative vedremo se ci saremo sbagliati o meno.

Una siffatta condotta, che non è esagerato definire pilatesca, darà soltanto problemi e non servirà a procacciarsi consensi tra le pieghe delle insoddisfazioni sociali che da qualche tempo non sono più affascinate dal populismo del partito lombardo.

In ogni caso sembra palese l’incapacità della Lega a rimanere sulla breccia come forza di governo solida e strutturata. Ma al di là delle crepe che insistono nella maggioranza, la posizione del Carroccio, e se vogliamo anche quella della Meloni, sembrano fortemente compromesse da quando hanno iniziato a sostenere certi movimenti complottisti che farebbero capo all’estrema destra.

Che fine hanno fatto?

Poi qualcosa non ha funzionato: le proteste, gigantesche sui social, sono diventate ben poca cosa sulle piazze e nelle stazioni dove le forze dell’ordine non hanno mosso un dito. Che cosa può essere accaduto? Certamente hanno prevalso la frustrazione, la delusione ma anche la rabbia per alcuni che credevano di appartenere ad un popolo di “dissidenti” vasto e unito e che, invece si è trasformato in qualche sparuto manifestante senza mascherina e, soprattutto, senza entusiasmo.

Mentre il leader della Lega insiste con la campagna tamponi gratis per tutti”, Enrico Letta non perde la ghiotta occasione di rincarare la dose definendo, ancora una volta, “l’atteggiamento del Carroccio un fatto gravissimo, tanto più perché manifestatosi proprio quando polizia e carabinieri presidiavano il Paese per evitare che le manifestazioni contro il vaccino e il Green pass potessero, in qualche modo, danneggiare il Paese istillando dubbi e perplessità sull’unica strada da percorrere per uscire fuori dalla pandemia“.

Enrico Letta non manca occasione per colpire Salvini, forse senza il capo del Carroccio non saprebbe come fare

Il segretario del Pd, che è anche candidato nelle suppletive di Siena, senza i simboli dei partiti del centrosinistra che lo sostengono, ritiene l’atteggiamento della Lega incompatibile con la permanenza nell’area di governo e chiede le dimissioni dei ministri lumbard.

Salvini, senza rispondere a tono, sposta l’argomento su altri aspetti: “Se lo Stato impone il Green pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi rapidi e gratuiti, per tutti”.

Dunque, tanto per stigmatizzare il comportamento del Carroccio, il decreto che riguarda il tanto contestato argomento era stato votato all’unanimità in Consiglio dei Ministri salvo poi a rimangiarsi la parola in Commissione parlamentare dove la Lega, come al solito, faceva indietro tutta.

Quando Roma era ladrona

Al blitz andato a vuoto si sono aggregati FdI ed alcuni ex Cinquestelle, mentre Leu, Pd, FI e M5S hanno respinto l’offensiva e tutte le ambiguità che i leghisti si sono trascinate appresso. Per don Matteo le cose si mettono male, almeno cosi pare.

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