ROMA – SPERANZA RIMANE AL SUO POSTO: CHI HA INVENTATO L’INCARICO FARLOCCO?

Le strane notizie che girano nei palazzi del potere vengono amplificate da certa stampa con l'obiettivo di seminare confusione. Sparando su Speranza si tenta di colpire Draghi. Inutilmente.

Roma – Destituita di ogni fondamento la notizia delle dimissioni del ministro della Salute Roberto Speranza, una bufala così grossa che è sembrata subito più un desiderio che una notizia.

Insomma si è trattata di una delle tante “fake news” che popolano il web e che transitano dai giornali (anche da quelli di alto lignaggio) come avrebbe detto Francesco Cossiga, sarebbero stati ispirati da “fiancheggiatori” politici del sistema economico mondiale.

Si era parlato, per Speranza, anche della possibilità di un nuovo incarico in Europa o nell‘Organizzazione Mondiale della Sanità in modo da arrivare ad un ricambio al vertice del ministero della Salute. Ma nulla di tutto questo sembra realizzabile.

Roberto Speranza

Così si va avanti ed il centrodestra al Governo impone ritmo e suspense e cosi ogni occasione è ghiotta per cercare di defenestrare il ministro della Salute ed il Presidente del Consiglio che lo ha scelto.

Insomma non nascondiamoci dietro al solito dito: si spara su Speranza per colpire Draghi, il vero bersaglio.

Il riemergere della solita strategia della delegittimazione, sempre in auge, ha come obiettivo di unire vicende diverse, ma che hanno un denominatore comune: aumentare il sospetto, gonfiando il dossier di ogni notizia in modo da rendere la vicenda più complessa e credibile.

D’altronde Lega e Forza Italia ormai da tempo fanno il tiro al bersaglio sul ministro, esponente della sinistra.

Infatti ciò che i due partiti di centrodestra ripetono è che non c’è stato un cambio di marcia nella gestione del Covid dopo la nascita dell’esecutivo Draghi.

Gli attacchi sono precisi ed hanno finalità elettorali e populiste: forzare il governo per riaperture di ogni genere, in un momento in cui la curva epidemiologica non tende a scendere. Roba da incoscienti.

In ogni caso, e nonostante il ministro Speranza abbia avanzato l’ipotesi di allentare le restrizioni anti Covid a maggio, le Regioni, soprattutto quelle governate dagli esponenti della Lega, spingono sull’acceleratore per aprire immediatamente. Come se l’avessimo scampata bella. 

Il Governo si scontra sulle riaperture

Anche i ministri Gelmini e Giorgetti guardano al prossimo mese, ma i “lumbard” chiedono di anticipare l’allentamento delle misure già da aprile. Comunque ad indicare una data precisa sarà l’esecutivo, probabilmente nel Consiglio dei Ministri della prossima settimana.

Il Presidente del Consiglio si è detto cautamente ottimista. Ci sarà prima una interlocuzione con i presidenti di Regioni, una cabina di regia con i ministri interessati e dei tavoli ad hoc, ma per ora non c’è un timing preciso. In sostanza prima di decidere si guarderanno i “report” che arriveranno venerdì.

Tanti gli argomenti da discutere, in particolare il nuovo decreto imprese e il Recovery. Ma è il dossier delle ripartenze quello più “ustionante” sul tavolo dell’esecutivo. Difficile che ci siano variazioni per aprile come, invece, chiedono Forza Italia e Lega.

La protesta dei commercianti “Io Apro”

Tra le ipotesi c’è anche la possibilità di un allungamento del coprifuoco a mezzanotte, altro che allentamento delle misure.

In ogni caso ancora si sta valutando, favorevolmente, che la prima misura che dovrebbe essere presa è quella delle riaperture a pranzo per bar, ristoranti e pub che sono scesi in piazza in questi giorni.

Tutto dipenderà dall’andamento del Piano vaccinale e sarà proprio questo uno dei parametri determinanti, oltre quelli già definiti da tempo, per intravedere un orizzonte diverso.

Appare peraltro impensabile accennare a riaperture prima di aver messo in sicurezza i più anziani e le persone più fragili. Comunque indipendentemente dalle insofferenze leghiste, si pensa già di programmare le riaperture a partire da protocolli non troppo rigidi per le attività a rischio fallimento.

E’ all’opera un piano programmatico per permettere a cinema, teatri, bar e ristoranti, palestre, centri fitness, fiere ed eventi, di ripartire “in sicurezza”. Non sarà facile con i vaccini che scarseggiano e quelli ormai bloccati definitivamente dagli enti di controllo sanitari. Siamo ancora in piena crisi. In tutti i sensi. 

 

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