Macchè tasse, dice Draghi, Salvini sogna!

Se cosi fosse il Premier dovrebbe ascoltare il capo del Carroccio e cancellare il comma 2 dell’articolo 7, lettere A e B, della riforma del Catasto che pare preveda un bell’esborso per la prima casa degli italiani con una patrimoniale camuffata. Al solito. Siamo certi che il capo del Governo accoglierà questa istanza. Se è in buona fede, s’intende.

Roma – Ultima settimana di sospiri e tensioni prima del gran finale con i botti. Il resoconto della amministrative ha dimostrato come tutto può cambiare in due giorni. Chi era stato dato per vincente è uscito con le ossa rotte e chi ha lavorato per risalire la china ha avuto quanto si aspettava. In vista del ballottaggio per il Campidoglio il sindaco uscente Virginia Raggi incontra stamattina Enrico Michetti, per fare il punto sui dossier più importanti per la Capitale.

Insomma è come se volesse affidargli il testimone in anticipo. Infatti è sotto gli occhi di tutti che le consegne avvengono nei confronti di chi vince, ma solo dopo l’esito dello scrutinio. Forse la Raggi ha una sfera di cristallo, oppure il suo è un chiaro segnale di appoggio al candidato del centrodestra per la sua comunità. Ma sarà proprio cosi?

Intanto Giuseppe Conte si è espresso a favore del candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri. Una matassa che appare inevitabilmente ingarbugliata in casa 5 Stelle e che rischia di confondere ulteriormente gli elettori, determinando una maggiore percentuale di astensioni.

Non si può certo disconoscere il calo dei votanti. Il significato è semplice e sotto gli occhi di tutti: la rivolta contro la politica ha riguardato, in congrua parte, il vecchio elettorato dei pentastellati che hanno punito il partito di Grillo seppur rappresentato da Giuseppe Conte mentre i sovranisti resistono ma non sfondano.

Ballottaggio a Roma tra Enrico Michetti e Roberto Gualtieri

In ogni caso considerata la scarsissima partecipazione degli elettori nei Comuni dove si è votato, alle future Politiche potrebbe accadere di peggio con una percentuale di “disertori” molto più alta di quella registrata in questa tristissima tornata elettorale.

Si rammenti che i Comuni, per la loro vicinanza agli elettori, esercitano un richiamo mediamente efficace, mentre scemano i votanti per ballottaggi, le elezioni Europee e a seguire le Politiche. Insomma invocare un presunto recupero della politica con l’attuale situazione che si sta vivendo sembra solo un sogno. Un incubo, per meglio dire.

Fino ad oggi a dominare le scene è l’antipolitica. Una brutto ceffo da cui bisogna prendere le distanze. La politica deve tornare a confrontarsi in Parlamento dove si approvano o meno le leggi. In quella sede istituzionale, e costituzionalmente garantita, si deve esprimere la preferenza su chi sarà il futuro capo del Governo. Quando ciò non accade i guai sono dietro l’angolo. Stavolta c’è Mario Draghi, e meno male. Basti pensare a chi c’è stato prima per capire che poteva andare molto ma molto peggio.

Mario Draghi

Sullo screzio fra il Premier e Salvini status quo. La Lega rimane contraria alla riforma del Catasto e non vuole sentire parlare di ulteriore tassazione, mascherata da una patrimoniale sulla casa dalla delega fiscale, anche se a decorrere dal 2026. Se vogliono, ha detto Salvini, escano Letta e Conte dal Governo, che sono gli “zerbini di Draghi. Scendiletto o no l’ex numero uno di Bce prosegue la sua rotta smentendo il capo del Carroccio: nessuna tassa in più. A chi credere?

Giuseppe Conte e Enrico Letta

“…Attualmente ogni sforzo va profuso sul taglio dell’Irap, sull’abbassamento dell’Iva e sulla revisione degli scaglioni Irpef – ha aggiunto Salvinie chiedo a Draghi un intervento risolutivo sulle cartelle esattoriali“. Giochetti e ancora giochetti ma quando la smetteranno di sfidarsi al ping pong?

In effetti ci sono 120 milioni di cartelle di Equitalia che rischiano di bloccare la ripresa post Covid. Dunque un intervento tempestivo del Governo s’impone. D’altronde lo snodo per dare speranza ed ossigeno alle famiglie italiane rimane la cancellazione dai ruoli esattoriali di tutte le cartelle che lo Stato non può riscuotere per mancanza di reddito, ovvero azzerare il magazzino della riscossione di cui da moltissimo tempo si parla, senza passare ai fatti.

Matteo Salvini

Se è vero come è vero che Draghi ha ribadito l’assenza di nuove tasse nella riforma del Catasto e su altri argomenti contenuti nella legge delega quanto dichiarato dal capo della appare più che legittimo:”…Il Parlamento cancelli ogni accenno alla riforma del Catasto che preluda a nuove tasse sulla casa – ha rincarato la dose Salvini – depennando il comma 2 dell’articolo 7, lettere A e B…”. Il Premier, almeno stavolta, potrebbe accontentarlo se è in buona fede. Perché Draghi è in buona fede, abbiamo elementi per pensare il contrario?

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