Meno fatture e prezzi più alti. Tutto ricade sul consumatore. Anche la sanificazione.

Il gioco del rinvio e della sospensione è utile ma non può durare in eterno. Occorre la cancellazione di tutti i debiti non esigibili e prevedere a breve una vera riforma fiscale. Con questi sistemi e con la pressione delle tasse alle stelle non c’è ripartenza che tenga atteso il rialzo dei prezzi di tutti i settori merceologici.

Roma Il Fisco rafforza le misure di controllo contro le frodi dei ristori a fondo perduto. Ma verifiche e ispezioni non servono contro i soliti furbetti che, in larga maggioranza, non emettono fattura né scontrini fiscali. Non solo, indipendentemente dall’importo del contributo erogato, gli uffici delle Entrate effettuano anche verifiche mirate per prevenire fenomeni di infiltrazioni criminali.

Tali controlli rafforzati sono disciplinati dal protocollo d’intesa sottoscritto tra i ministeri dell’Interno, Economia e l’Agenzia delle Entrate. I dati, così recuperati, verranno trasmessi alla Guardia di Finanza, per le attività di polizia economico-finanziaria.

Insomma a causa della pandemia sta riaffiorando una pletora di opportunisti che cercano di farsi spazio, non solo nel mondo del sommerso ma, soprattutto, nell’ambito delle attività legali. In pratica, ad esempio, per la frequenza in centri estivi, campus e colonie, nonostante le promesse governative, non vi è alcuna agevolazione ed ipotesi di detraibilità per le famiglie. Così pur di risparmiare qualche euro, nessuno ha interesse ad emettere o richiedere il rilascio della fattura.

Altro che inversione di marcia, si naviga a vista. Così per sanare ogni inefficienza ecco la proroga della sospensione delle cartelle esattoriali ed i nuovi termini per versamenti da rottamazione, saldo e stralcio. Il decreto Sostegni bis, approvato in commissione Bilancio alla Camera, ha inserito anche le disposizioni del D.L. 99 del 2021.

Ancora una volta, però, è sfumata l’occasione per intervenire in modo più efficace, almeno su ciò che costituisce un serio problema per tantissime famiglie: non potere assolvere ai propri debiti per mancanza di liquidità.

Nonostante l’agevolazione abbia l’obiettivo di dare respiro ai contribuenti interessati da queste situazioni, ormai il numero delle rate sospese è così elevato da renderne difficile il pagamento. Gli importi, infatti, dovrebbero essere versati in unica soluzione entro la fine del mese successivo a quello nel quale opera la sospensione prevista dalla legge. Pura follia.

Considerato altresì che la sospensione dei termini di pagamento delle cartelle esattoriali è stato fissato per il prossimo 31 agosto 2021. I relativi versamenti sospesi devono, in ogni caso, essere effettuati in unica soluzione entro settembre. Senza ulteriori proroghe, almeno sino a questo momento.

Ciò posto è di tutta evidenza che il problema è quello della mancanza di denaro a disposizione dei contribuenti. Peraltro la questione potrebbe porsi in maniera ancora più allarmante quando si determinerà la decadenza dalla rateazione, per causa del mancato pagamento di dieci rate anche non consecutive. E sarà il caos.

Quindi, per ricapitolare, nel caso in cui non si dovessero pagare, al termine della sospensione, almeno 9 delle rate interessate dal D.L. 18 del 2020, si decadrebbe dal beneficio della rateazione e quella nuova potrebbe essere ottenuta solo versando quanto non pagato. Ciò a differenza di coloro che invece erano già decaduti dai benefici della rateazione alla data dell’8 marzo 2020.

Come più volte ripetuto su queste colonne il problema legato alla riscossione dei crediti tributari non può essere gestito soltanto attraverso un meccanismo di sospensione e rinvio di scadenze che non può divenire una misura strutturale permanente. Si dovrebbero annullare tutti crediti insoluti, giacenti da molti anni nel magazzino della riscossione e poi pensare ad una immediata e seria riforma fiscale.

Resta ferma, invece, in tutta la sua drammaticità la problematica legata agli atti notificati dall’amministrazione finanziaria in corso di pagamento e che producono solo un ulteriore aumento del castelletto debitorio del contribuente. La ripartenza vera è distante anni luce.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa