Il Carroccio contro la Pasionaria della destra

Salvini e Berlusconi fanno quadrato contro la Meloni. I primi due sostengono Mario Draghi in maniera sfacciata e sotto gli occhi di tutti. Forse con una nuova legge elettorale la competizione potrebbe diventare più equilibrata nell’interesse dell’elettorato ma dei cittadini non frega una mazza a nessuno. A sinistra meglio che andar di notte.

Roma – Il centrodestra è ormai divenuto un ring. I suoi rappresentanti non perdono occasione per litigare sugli incarichi Rai, sulla presidenza Copasir, su altre spartizioni e sui candidati alle amministrative. Salvo poi riapparire nuovamente sorridenti in pubblico per non sfiduciare l’elettorato. Ma le ferite per le coltellate ricevute rimangono e sanguinano.

Le coltellate Bipartisan

Una peculiarità, a dire il vero con le stesse coltellate ma alle spalle, che fino a poco tempo fa era appannaggio esclusivo della sinistra, ormai abituata a farsi male da sola per poi dividersi in mille rivoli e partitini inconsistenti guidati da leader che fanno il buono ed il cattivo tempo.

Adesso anche l’ultima prerogativa della sinistra è caduta e la specializzazione in divisioni, fratture e tradimenti non appartiene più a quel mondo di “visionari e riformatori” ma ai “conservatori e sovranisti” che si sguazzano benissimo. Per non parlare della galassia pentastellata che è diventata “primatista” in quanto a espulsioni, costrizioni, abbandoni e spaccature dal 2018, appena formato il Governo, fino ai nostri giorni.

“…E inoltre ci tengo a precisare che mi avete rubato anche il posto al Cda della Rai…” Disegno di Matteo Paolelli

La frattura all’interno del centrodestra è ben più profonda di quanto non si voglia far credere. Alla base dello scontro, per citare solo gli ultimi conflitti, non ci sono soltanto il caso Rai e la commissione d’inchiesta sulla pandemia da Covid. Il problema è ben più esteso e complesso.

Fratelli d’Italia ritiene che Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si siano coalizzati esclusivamente per impedirne l’ascesa nel ruolo di leader della coalizione. Peraltro la Lega sa che Forza Italia non possiede più quel carisma elettorale proveniente dalla forte personalità di Berlusconi che, attualmente, è un po’ appannata a causa anche dall’età del Cavaliere e del consistente calo di consensi verificatosi nel corso degli anni.

Berlusconi, Salvini, Meloni

Proprio per questi motivi Salvini non vede gli “azzurri” come rivali. La Meloni, invece, oltre che essere un temibile avversario è diventata ormai una rivale diretta che va contrastata in ogni maniera, anche con qualche giochetto non certo adamantino.

Dall’altro lato la leader della destra teme che Lega e Forza Italia, oltre a sostenere l’attuale Governo, vogliano Draghi premier anche dopo il 2023. E questa ipotesi è tutt’altro che balzana.

Uno scenario inaccettabile per FdI che vorrebbe, com’è successo nella precedente tornata elettorale, l’incoronazione della leadership solo dopo il responso elettorale. In sostanza chi prende più voti nell’ambito di un’alleanza ne diventa il capo e in caso di vittoria può rivendicare la guida del Governo.

Draghi premier del centrodestra nel 2023?

E’ ovvio che le rivalità ci sono nel centrodestra ma non mancano nel centrosinistra. In base al rosatellum, infatti, il peggior nemico diventa chi più ti somiglia, perché si rivolge agli stessi potenziali elettori. Proprio la Legge elettorale con una quota maggioritaria e proporzionale rende distonico il sistema e le alleanze.

Infatti la quota maggioritaria costringe i leader a fare alleanze perfino quando non ne avrebbero alcuna ragione, e voglia, con l’intento di unirsi prima della competizione nella prospettiva di governare insieme. Ma non è così perché il rosatellum assegna due terzi dei seggi, anche col metodo proporzionale, così invece di fare squadra ogni alleato è costretto a giocare contro tutti.

Sistema infernale e contraddittorio il cui meccanismo è per gli addetti ai lavori, mentre i cittadini subiscono le incomprensibili performance dei partiti spesso senza rendersene conto. Poi se il bacino elettorale è quasi lo stesso la situazione si complica.

Letta e Conte

Infatti così come per Meloni e Salvini anche per Letta e Conte, se si coalizzeranno, ci sarà il raschiamento del barile tentando di sottrarsi elettori reciprocamente. In pratica cannibalizzandosi a vicenda.

In considerazione di tutto questo sarebbe meglio una nuova legge elettorale che sanasse le incongruenze di quella in vigore. Ma non si farà nulla, per troppa pigrizia e per paura di monopolizzare l’attuale momento storico con discussioni infinite che non interessano gli italiani impegnati in ben altri problemi di salute e sopravvivenza.

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