La rete come l’aria: indispensabile per la vita

Ciò che accade in un secondo in rete corrisponde a ore nella vita reale. Siamo ormai schiavi o, meglio, dipendenti da Internet e lo diventeremo sempre di più. Potrebbe non essere un male ma sotto certi aspetti lo diventerà perché anche in questo caso gli iperconnessi non sono altro che malati resi schiavi dal web. La moderazione potrebbe salvarci ancora una volta.

Ormai non ne possiamo più farne meno. Da quando è apparsa all’orizzonte ci ha prima sedotti, per poi renderci succubi. E’ entrato con prepotenza e superbia nella nostra quotidianità, tanto da riuscire a stravolgere abitudini, modi di relazionarsi e comunicare e anche di lavorare. Stiamo parlando di Internet la rete di telecomunicazioni per antonomasia, che si è insinuata nelle nostre vite come un serpente. Nemmeno al cesso si può stare tranquilli. E’ presente dappertutto, è il nuovo deus ex machina, la nuova “divinità” da adorare.

Nell’ultimo anno e mezzo l’accesso alla rete e gli utenti di Internet sono aumentati in maniera considerevole per le note vicende legate alla pandemia. L’isolamento e stare chiusi in casa ha fatto crescere in numero di utenti e, quindi di accessi alla rete. Ci siamo mai chiesti che cosa succede in 60 secondi su Internet?

Ebbene una ricerca riferita al periodo 2020-2021 a cura di AllAccess.com, la più grande comunità radiofonica e musicale del web e condotta dall’influencer Madd Chadd e l’esperta di social Lori Lewis, ci ha mostrato cosa succede davvero in solo minuto su Internet. Questo perché nella rete anche il tempo ha una velocità diversa rispetto a quella del mondo analogico.

Ad esempio gli ultimi dati ci informano che nel mondo sono ben 4,7 miliardi, ovvero il 59,5% della popolazione, le persone connesse. Mentre sono 4,2 miliardi le persone che utilizzano i social media, il 53,6% della popolazione mondiale. Una rapida carrellata di ciò che viene visto al minuto, ci aiuta a capire quale livello ha raggiunto Internet. In sintesi:

  • condivise 695 mila stories (testi, foto e brevi video che restano nella rete per 24 ore) su Instagram
  • inviati 69 milioni di messaggi su WhatsApp e Messenger
  • 5 mila download su TikTok
  • inviate 197,6 milioni di e-mail
  • 2 milioni di swipe (comando utilizzabile con dispositivi touchscreen) su Tinder
  • 28 mila abbonati su Netflix per i video; 9.132 connessioni su LinkedIn
  • 1,4 milioni di scroll (far scorrere un testo a schermo) su Facebook
  • caricate 500 ore di video su YouTube
  • 2 milioni di visualizzazioni su Twitch
  • spesi ben 1,6 milioni di dollari online

Sono dati da “paura“, tanto per usare un linguaggio popolare e che continueranno a crescere nei prossimi anni.

Questo perché gli utenti continueranno ad utilizzare Internet sempre di più poiché spinti non solo dall’incremento di nuovi servizi o rinnovati ma anche dai sempre più numerosi oggetti connessi a Internet che entreranno nella nostra vita e con cui ci troveremo ad interagire in modi che oggi sono inimmaginabili.

Le aziende, se vogliono rimanere sul mercato, dovranno prendere dimestichezza con questi dati ed ascoltare gli utenti, cercando di andare oltre l’arroccamento che qualche volta manifestano. E’ davvero importante l’ascolto degli utenti, capire ed interpretarne i segnali per valorizzarli in maniera tale che ogni azienda può personalizzare il servizio.

Piaccia o no è questo lo stato dell’arte attuale. D’altronde ci stiamo abituando a vedere in giro persone auricolate, con microfono e smartphone pronti all’uso. Come sta diventando consuetudine, quasi un gioco da ragazzi, controllare gli elettrodomestici ma anche telecamere e sistemi di sicurezza a distanza. Mancano solo le antenne ed una navicella e si è pronti a partire per una missione spaziale, per essere catapultati in atmosfere oniriche.

La situazione che appare ai nostri occhi è più o meno di questo tipo: si è talmente concentrati ad osservare a capo chino quell’aggeggio infernale che è lo smartphone, ad ascoltare con gli auricolari ciò che è trasmesso da Internet, a parlare tramite il microfono con un interlocutore che in quel momento chissà dov’é, che non ci si accorge né di un frullo del passero che scuote l’aria e nemmeno del ronzio di un moscerino che ci gira intorno, figuriamoci del resto che ci circonda. Ormai la direzione è tracciata e non si dirà più “…manca poco…” oppure “…solo un secondo…”. Perché in questo lasso di tempo, passa il mondo. Scusate se è poco!               

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