Respinti alle frontiere con muri di cemento e reti d’acciaio oppure con lacrimogeni e idranti. Trattati come appestati dopo averli depredati delle risorse naturali nei loro Paesi. E’ la strage dei migranti che mai come nell’anno appena trascorso è stata cosi grave. La situazione è da allarme rosso ma l’Europa gira le spalle a migliaia e migliaia di poveri cristi che fuggono da fame e carestie, da violenze e stupri, da dittatori e aguzzini. Che fine ha fatto la coscienza civile?
Palermo – I migranti continuano a morire nell’indifferenza generale. Nell’anno appena trascorso sono 1.315 le persone morte o disperse. Se si pensa che il termine Mediterraneo significa “in mezzo alle terre” ad indicare che si trova tra tre continenti – l’Europa, l’Africa e l’Asia – si rabbrividisce nel constatare che cosa è diventato oggi: un vergognoso cimitero.
Lo scorso 18 dicembre è stata celebrata la Giornata Internazionale dei diritti dei Migranti. In questa occasione Save the Children, ente non governativo per la promozione e la tutela dei diritti dell’infanzia, ha diffuso i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: stando ai numeri, più che celebrare i diritti dei migranti, si sono commemorati i defunti come ormai succede da anni.
Nella circostanza Save the Children ha sollecitato l’UE ed i suoi Stati membri al rispetto degli obblighi legali europei ed internazionali, agendo immediatamente per permettere alle persone di richiedere protezione internazionale in Europa e porre fine ai respingimenti alle frontiere.
Ai numeri dei decessi vanno aggiunti 28.600 migranti intercettati in mare e riportati indietro dalla Guardia Costiera libica, per essere rinchiusi in centri di accoglienza che sono dei veri e propri lager.
Tutto questo accade con il consenso dell’Europa che ha investito ingenti risorse finanziarie per l’addestramento e la dotazione di mezzi alla Guardia Costiera libica, in particolar modo l’Italia.
Abbiamo assistito, come spettatori impotenti, alla morte di numerosi bambini travolti dalle acque mentre cercavano di guadare un fiume tra la Croazia e la Slovenia, e quelli deceduti per la fame ed il freddo nella foresta al confine tra Bielorussia e Polonia, e ancora quei ragazzi respinti più volte in modo brutale e spesso illegale, lungo la rotta balcanica.
Tutte persone, uomini, donne e bambini, che fuggono da disperazione, guerre e carestie, inseguiti dal terrore di trovarsi ancora in quelle condizioni ai limiti della sopravvivenza.
Fuggono perché sperano in un miraggio di pace e tranquillità ed invece trovano confini eretti e filo spinato, tenuti lontani come cani rabbiosi con cannoni ad acqua, granate stordenti e gas lacrimogeni.
Bella accoglienza che riserviamo a poveri cristi, dopo averli in maggior parte depredati delle loro risorse naturali e sedotti col nostro modello di civiltà e democrazia!
Se siamo provvisti ancora di una coscienza civile (ma siamo sicuri di averne una?) non possiamo girarci dall’altra parte, facendo finta di nulla ed approvare la politica disumana dell’Europa.
Basta ignorare le sofferenze di uomini, donne e bambini, colpevoli solo di fuggire da condizioni di vita terribili, come farebbe chiunque di noi.
E’ urgente e indispensabile porre fine ai respingimenti alle frontiere e consentire l’accesso alle procedure e ottenere protezione internazionale garantendo cure mediche adeguate ai profughi tutti, specialmente ai bambini.
Come abbiamo visto sono dati agghiaccianti, che lasciano senza parole. L’aspetto più riprovevole di questa ignobile storiaccia è l’ineluttabilità di quello che accade. Si assiste inermi allo spettacolo, si chiude il sipario, in attesa dei prossimi morti, dispersi o respinti. Possibile che la civiltà europea non sappia offrire di meglio?