Draghi chiede lavoro per donne e giovani

Precedenza all’occupazione ma le priorità più urgenti sono la lotta al virus e ai cambiamenti climatici. Il pianeta è flagellato dalla pandemia, dall’inquinamento e dalle modifiche al clima che stanno sciogliendo i ghiacciai. La battaglia deve essere a largo raggio e tutti Paesi del mondo debbono cooperare. Cina compresa.

Roma – Più assunzioni per donne e giovani: parola di Mario Draghi. Il premier durante la seconda giornata dell’evento internazionale “Global Solution Summit 2021” ha tenuto a sottolineare quanto sia importante l’uguaglianza di genere, tema peraltro al centro dei dossier globali.

Draghi dunque annuncia la sua precisa intenzione di incoraggiare le imprese che vogliono investire nel Recovery Fund ad assumere più donne e giovani. Certamente, afferma il Presidente del Consiglio, “non è una condizionalità ma è molto vicino ad esserlo”. Un passaggio questo che fa davvero ben sperare.

Angela Merkel con il premier Draghi si confrontano in videoconferenza

E tanto per passare dalle parole ai fatti lo stesso premier ricorda la recente nomina dell’ambasciatore Elisabetta Belloni alla guida del D.I.S. (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), in sostanza la prima donna a capo dei servizi segreti.

La pandemia ha lasciato sul terreno milioni di morti e oltre 88 milioni di persone in condizioni di estrema povertà. La malattia, di contro, ha ridato nuova linfa alle politiche comuni e coordinate come unica via di uscita per governare i processi globali.

Analisi sulla quale si trovano in piena sintonia sia Mario Draghi che Angela Merkel che, infatti, ne hanno discusso da remoto proprio nella seconda giornata della grande assise internazionale:

Elisabetta Belloni

“…L’Unione europea – ha evidenziato Draghiha mostrato la sua sovranità condivisa nella campagna vaccinale e nella produzione di vaccini ma penso che toccherà molti altri campi, come le relazioni internazionali e gli affari esteri…”.

La prima priorità, a giudizio del premier, è sconfiggere la pandemia. Questo significa farlo ovunque e non soltanto nei Paesi sviluppati. Garantire che anche i Paesi più poveri abbiano accesso a vaccini efficaci è un imperativo morale ma c’è anche una ragione pratica e, se vogliamo, egoistica.

Finché la pandemia infuria il virus può subire mutazioni pericolose che possono vanificare anche la migliore campagna di vaccinazione. Con una pandemia che riguarda tutto il mondo nessuno può dire di sentirsi al sicuro se le protezioni non si estendono all’intero pianeta.

Le emissioni nocive provocano migliaia di morti e ammalati

Ma la battaglia contro il virus, secondo Draghi, non può distogliere la nostra attenzione dalla lotta al cambiamento climatico. I ghiacci polari, infatti, si stanno sciogliendo ed il livello del mare è in aumento. Il numero di disastri legati al clima è più che triplicato a partire dagli anni ‘60.

Nei Paesi a basso e medio reddito le calamità naturali arrivano a costare 390 miliardi di dollari all’anno, una cifra sconvolgente. Tanto per essere chiari l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il cambiamento climatico causerà 250.000 morti all’anno tra il 2030 e il 2050.

E non si deve, né si può dimenticare, che la pandemia, come abbiamo detto più volte in queste colonne, ha contribuito a portare almeno 88 milioni di persone in condizioni di povertà estrema nel 2020 e, secondo la Banca Mondiale, il cambiamento climatico potrebbe spingerne altri 132 milioni nei prossimi 10 anni con effetti asimmetrici soprattutto nei confronti dei lavoratori più giovani e delle donne.

Estrema povertà in drastico aumento

Insomma, secondo il presidente del Consiglio, il programma Next Generation Eu offre un’opportunità unica per abbracciare la transizione ambientale ma dobbiamo fare di più a livello mondiale, intraprendendo un’azione più incisiva per affrontare le disuguaglianze sociali.

Inoltre bisogna garantire capitali pubblici e privati per iniziative legate alla salvaguardia dell’ambiente, poiché quella dei cambiamenti climatici per Draghi è una sfida che dobbiamo vincere tutti insieme e a tutti i costi. Anche l’Ue è responsabile per le emissioni nocive e certamente serve l’impegno di tutti i Paesi membri per limitare i danni e non produrre sostanze in grado di danneggiare l’aria, il mare e il sottosuolo.

La Cina rifiuta tutto ciò che non le conviene

Anche la Merkel sostiene che nonostante il rapporto con la Cina desti preoccupazioni “dobbiamo continuare la collaborazione sul clima e su altre sfide globali”. In pratica bisogna cooperare con tutte nazioni, nonostante la presenza di sistemi e strategie assai diversi. Per quanto riguarda la Cina è impensabile che si adegui alle norme internazionali che ha sempre disconosciuto.

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