Elezioni all’orizzonte: le coalizioni si risvegliano dopo la partita quirinalizia

Al varco attendono soluzioni il caro-bollette, ripresa economica e riforme urgenti. Un carico di lavoro che metterà a dura prova il Governo Draghi alle prese anche con la seconda tranche del Pnrr. Ma i partiti, appena risvegliati, stanno scaldando i motori per le prossime politiche. Un altro appuntamento estremamente faticoso.

Roma – Le elezioni del Capo dello Stato hanno scosso come non mai l’intero sistema politico. Prevedere adesso se il Governo si sia rafforzato o meno dopo la partita quirinalizia è ancora troppo presto. Veleni, delusioni e ansie si sono depositati sui partiti della maggioranza, che hanno bisogno di tempo per depurarsi e riassestarsi. D’altronde è sotto gli occhi di tutti l’impossibile convivenza tra anime diverse nelle rispettive coalizioni.

La prima riunione del Consiglio dei Ministri si è già svolta con una serie di provvedimenti importanti. Rimane insoluta, però, la questione del caro energia. Un costo supplementare che incide non solo sulle famiglie, ma anche su molte imprese che hanno ridotto la produzione e che naturalmente si rifletterà sulla crescita economica dell’intero Paese.

Cifre che per ora restano incoraggianti. L’ultimo dato Istat infatti segna un PIL al 6,5 per cento per il 2021, segnale questo che induce alla prudenza in attesa degli ultimi dati sull’inflazione che rappresentano un altro fattore di rischio. Tant’é che per il prossimo anno la stima di crescita potrebbe rallentare, come ha confermato il ministro dell’Economia Daniele Franco, il quale ha indicato come obiettivo del Governo il superamento del 4 per cento.

Daniele Franco

Insomma Draghi dovrà capire quali margini di movimento ci sono per i prossimi mesi, in considerazione soprattutto del maggiore pressing dei partiti in vista del prossimo, importante appuntamento elettorale.

Le priorità del Governo sono sempre le stesse: pandemia, ripresa economica e le “famose” riforme che attendono di essere condivise e definite. L’agenda del PNRR è incalzante, poiché l’erogazione della seconda rata, in scadenza il 30 giugno 2022, presuppone il conseguimento di 45 obiettivi per un contributo finanziario e di prestiti pari a 24,1 miliardi di euro.

Conferenza stampa di Mario Draghi a seguito del CDM n. 60 del giorno 11 febbraio 2022.

Su questo e tanto altro i ministri dovranno verificare lo stato di attuazione degli investimenti e delle riforme di competenza. Appare dunque estremamente importante dare seguito a tutti gli interventi normativi e correttivi per raggiungere i principali obiettivi del primo semestre dell’anno.

Le scadenze sui target per il 2022, indicate alla Commissione Europea, sono circa un centinaio tra obiettivi e traguardi intermedi nello svolgimento del progetto complessivoRiforme queste che hanno appena cominciato il percorso legislativo.

Si tratta di passaggi parlamentari impegnativi come le Leggi Delega della Pubblica Amministrazione, la riforma fiscale, della giustizia civile e penale, la riforma degli appalti, il piano per la transizione digitale e la Legge sulla concorrenza e dei servizi pubblici. Non tutte ma alcune di queste sono decisamente in salita a causa delle divergenze nella maggioranza e dunque sarà decisiva la capacità del Governo di superarle.

È possibile che i dibattiti all’interno dei partiti (in particolare nella coalizione di centrodestra e nel Movimento 5 Stelle), nonché le tensioni nate nella complessa elezione del Capo dello Stato, non aiutino la fase di ripresa dell’attività di Governo. Il Premier dovrà correre, ma dovranno farlo tutti, con competenza e rigore. Vedremo se l’attuale maggioranza sarà disponibile a riformare l’Italia.

Intanto i partiti tengono accesi i riflettori sulle intenzioni di voto. Il Pd continua a detenere la maglia rosa come primo partito con il 20,8% dei consensi. Seguono Fratelli d’Italia al 20,1%, il M5S al 16,2% e la Lega al 15,5%. Un teorico “grande centro” arriverebbe invece al 11,5%, sommando FI all’8,3%, IV al 2,3% e Coraggio Italia allo 0,9%. Italexit di Pierluigi Paragone è invece accreditato di un 2,8%, mentre Azione e +Europa al 3,7%.

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