La corsa al Quirinale frena le riforme

Sul tavolo decine di scadenze e tutte importanti e ormai indifferibili. Mentre i contagi sembrano dilagare a macchia d’olio ma con minori danni alla salute dei cittadini. Per la delega fiscale il rischio di spaccature nella maggioranza è altissimo perché, soprattutto sul Catasto, sia il centrodestra che il centrosinistra mantengono posizioni opposte. Il tempo stringe per tutti.

Roma – La partita per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, unita al rischio legato all’aumento dei contagi, potrebbe rallentare l’iter di approvazione dei dossier più caldi sul tavolo del Governo. Sono tanti i temi su cui ancora si devono confrontare i partiti che compongono la maggioranza: il dibattito sulla delega fiscale; la riforma delle concessioni balneari, delle pensioni e quella del Consiglio Superiore della Magistratura.

Daniele Franco, ministro dell’Economia e delle Finanze

Tanto per citare alcune tra le riforme più importanti che attendono di essere definite da tempo. Insomma dal 24 gennaio, con la prima votazione da parte del Parlamento in seduta comune, si teme che vengano trascurati tutta una serie di dossier strategici e ormai indifferibili

Per la delega fiscale il rischio di spaccature nella maggioranza è altissimo perché, soprattutto sul Catasto, sia il centrodestra che il centrosinistra hanno posizioni diverse. Peraltro si devono fare i conti anche con i tanti contagiati, che in gran numero si stanno diffondendo negli uffici legislativi dei partiti. Sarebbe questa anche una concausa dello slittamento della delega fiscale. Difatti tutti i partiti hanno chiesto più tempo per preparare gli emendamenti.

Com’era prevedibile gli stessi partiti hanno posizioni divergenti anche sui regimi sostitutivi, come la flat tax o la cedolare secca, che pure sono menzionati nella delega, così come sulla revisione dell’Iva. Sembra difficile, dunque, che si possa davvero iniziare a votare su una materia così complessa proprio a ridosso della partita del Quirinale, che richiederà ogni sforzo di mediazione per trovare una soluzione in tempi brevi.

Ancora da definire anche la riforma delle concessioni balneari, ma della vicenda se ne stanno occupando i ministri del Turismo e dello Sviluppo Economico, Massimo Garavaglia e Giancarlo Giorgetti. Questi ultimi hanno avviato già ad inizio gennaio un confronto con le categorie interessate, che dovrà produrre in tempi brevi un testo condiviso. L’idea era quella di arrivare a una intesa entro metà gennaio, ma pare difficile che si traduca in norme prima della scelta del nuovo Presidente della Repubblica.

Sulle pensioni i sindacati aspettano di riprendere la discussione con il Governo per superare la Legge Fornero. L’obiettivo è una riforma da far scattare eventualmente nel 2023, una volta conclusa Quota 102. I tavoli tecnici, su flessibilità in uscita, trattamenti di giovani e donne e rilancio della previdenza integrativa, sono comunque previsti per gennaio, ma anche in questo caso l’elezione del nuovo Capo dello Stato potrebbe far slittare il confronto.

Infine il disegno di legge di riforma del Csm, fermo al Senato in attesa degli emendamenti preparati dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia, dovrà essere lavorato al più presto. Il pacchetto è pronto, la ministra lo avrebbe detto anche in Cdm, ma non è detto che servirà un passaggio formale in Consiglio dei Ministri così come accaduto per sbloccare le riforma della Giustizia civile e penale.

Marta Cartabia e Sergio Mattarella

Il tempo si restringe per tutti in quanto, approvata la riforma dal Parlamento, anche il Csm dovrà fare delle modifiche regolamentari prima di procedere al rinnovo del “Parlamentino” dei togati, previsto a fine giugno.

Forse, in ogni caso, prima del 24 gennaio si potrebbe approvare il decreto di fine novembre che ha introdotto il Super Green Pass anche se le norme, nel frattempo, sono già profondamente cambiate con gli ultimi tre decreti Covid, varati tra Natale e l’Epifania, che introducono l’obbligo vaccinale.

Alcuni provvedimenti, però, potrebbero essere unificati anche perché a breve dovrebbe arrivare l’ulteriore decreto con i ristori e ci sarà da esaminare anche il decreto Milleproroghe. Ma questo potrebbe avvenire dopo l’elezione del successore di Mattarella.

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