Avremo tempo per piangere, dice qualcuno. Mario Draghi è particolarmente apprezzato nei piani alti della politica europea e questa stima internazionale giocherebbe a nostro favore. Per il resto continua il match fra Conte e Grillo mentre i tempi stringono per le amministrative. Urgono le riforme ma si va a rilento.
Roma – Il Consiglio dell’Economia e delle Finanze dell’Unione Europea ha approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia, insieme a quello di altri 11 Paesi. Il premier Draghi, aprendo la riunione del Cdm, ha comunicato ai rappresentanti dei dicasteri il via libera, dopo quello della Commissione europea, allo stanziamento dei fondi del Recovery.
L’Italia riceverà a breve circa 25 miliardi di euro, il 13% delle risorse totali destinate al nostro Paese. Dunque tutti contenti, soprattutto dopo che la squadra di calcio italiana è diventata Campione d’Europa.
L’entusiasmo però è durato poco in Parlamento, soprattutto per il Ddl Zan. Vedremo il risultato della mancata mediazione fra opposte visioni per alcuni articoli della proposta assai criticati. Comunque stiano le cose sia il Pd che il M5s non hanno voluto cedere ad ipotesi di confronto con chiunque.
Con il vento in poppa si va avanti, nonostante le turbolenze in arrivo a causa della ricomposizione apparente fra Grillo e Conte che determinerà conseguenze di un certo peso sul governo Draghi, specie con le diverse posizioni mantenute dagli stessi “Patron” del M5s.
Infatti le diversità fra i due protagonisti non fanno presagire esiti a lieto fine, con il comico genovese che sostiene a spada tratta il Governo mentre il futuro presidente del M5s è tutt’altro che favorevole all’attuale compagine dell’esecutivo.
Oltretutto l’ingarbugliata confusione che regna in ambito fiscale, la riforma della giustizia e la prescrizione, preoccupa Draghi, il quale avverte un maggiore distacco di fondo fra ministri e partiti.
In questi termini e con queste opacità di fondo l’orizzonte appare molto nebuloso, anche per i progetti di Conte, il quale sgomita non poco per trovare nuovi spazi e maggiori adesioni ad un movimento in piena crisi d’identità.
Con queste premesse il passo è breve per ipotizzare nuove “crociate” che scaldino gli animi di molti Vikinghi.
E’ bene non dimenticare, peraltro, che il predecessore di Palazzo Chigi prova nei confronti di Draghi molta diffidenza ritenendo che, senza l’inattesa “spintarella” di Mattarella, il Conte ter sarebbe oggi una realtà il cui naufragio, invece, ha poi determinato l’uscita di scena dell’avvocato degli italiani.
Tali considerazioni non fanno bene a Draghi che rimane in attesa degli sviluppi quirinalizi, nonostante gli elogi bipartisan.
Una cosa comunque sembra scontata e per noi determinante: il grande apprezzamento che riscuote in Europa il presidente del Consiglio. Sembra infatti che l’ex numero uno di Bce si trovi alla guida dell’Italia da chissà quanti anni. Questa sembra essere la percezione generale mentre Draghi presiede il CdM da appena cinque mesi.
I sondaggi sono favorevoli, sia quelli a carattere personale, sia quelli del governo che presiede, ma i giochi pre-elettorali sono già iniziati e con essi crescono le fibrillazioni. Normalmente la luna di miele con i cittadini non supera, di solito, i tre mesi ma capita perfino che il gradimento sia inferiore e duri per un periodo più limitato. Non è il caso del banchiere italiano al timone del Bel Paese.
Intanto il Governo ha posto la questione di fiducia sul Decreto Legge Sostegni bis. Il testo è in prima lettura a Montecitorio e dovrà essere approvato in via definitiva dal Parlamento entro il 24 luglio.
In Commissione Bilancio alla Camera, dopo un lungo tira e molla, è stata trovata un’intesa sull’esonero per i contributi delle partite Iva.
Intanto nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, dopo l’inchiesta che ha portato alle 52 misure cautelari nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che dovranno rispondere di torture, maltrattamenti e falso, il premier Draghi ed il Ministro della Giustizia Cartabia si sono recati presso l’istituto di pena biasimando il mancato rispetto dei diritti costituzionali nei confronti dei detenuti.
Per il resto si cerca di dare del filo da torcere alla variante Delta incentivando il piano di vaccinazione anti-Covid. Ma senza un confronto scientifico serio e un’informazione puntuale e trasparente sono ancora milioni i cittadini italiani che non hanno intenzione di immunizzarsi.