Tutti contro Calenda mentre la Meloni fa Pinocchio.

L’attesa per i risultati delle amministrative, astensionismo a parte, è snervante specie per la corsa al Campidoglio. Roma riserva sempre sorprese quando si parla di votazioni. La guerra fra partiti è stata senza esclusione di colpi, ovviamente bassi. Anche Giorgia Meloni è stata costretta a dire che la coalizione di centro-destra tiene. L’ultima parola spetta ai Romani.

Roma – Ultimo giorno di campagna elettorale. Si avvicina la resa dei conti per i candidati alle elezioni amministrative ed alla Regione Calabria. Gli ultimi giorni sono i più decisivi ma anche i più “tosti”. Anche per questa tornata se ne sono viste di tutti i colori, specie a Roma dove la competizione elettorale si è svolta senza esclusione di colpi. Soprattutto di colpi bassi.

Oltre ad essere la sfida più importante quella delle amministrative rappresenta un vero test elettorale che farà comprendere lo stato di salute dei partiti e delle coalizioni. Tutti i leader cercano invano di attenuare la tensione per l’esito del voto, che si profila inquietante almeno per gli sviluppi che potrà riservare in futuro, in particolare alle elezioni politiche. Attesissime anche quelle.

Grande confusione tra destra e sinistra, che da tempo sono diventate indicazioni incomprensibili che fanno perdere solo il senso dell’orientamento, generando esclusivamente confusione. Infatti da qualche anno tutti i partiti ha subito fortissime crisi d’identità. A parole vengono smentite ma nei fatti hanno prodotto una sorta di vasi comunicanti, tra destra, sinistra e centro, ingenerando nell’elettorato ampie sacche di delusione e di frustrazione che i leader hanno saputo solo amplificare. Quando avrebbero dovuto mitigare se non eliminare del tutto. Ma cosi non è stato.

Infatti sia il centro-destra che il centro-sinistra non fanno altro che darsele di santa ragione, anche fra alleati, o presunti tali, mentre i toni sempre più alti, oltre la dignità, non denotano altro che grande paura e incertezza fra gli schieramenti. A Roma I Dem temono di vedere Carlo Calenda in pole-position nella graduatoria dell’apprezzamento dei romani e, per questo motivo, non perdono occasione per spargere veleni. Ma si sa: ogni spruzzo di fango può ritornare indietro.

Ma il Pd, piuttosto che sostenere Gualtieri, perché perde tempo a screditare Calenda? Timori malcelati?Anche tra FI e FdI è in atto un duello all’ultimo sangue che, attraverso Michetti, si sta consumando con delegittimazioni reciproche e tante fake news che rimbalzano da una segreteria all’altra.

Anche in questa area politica gli occhi sono tutti puntati sul leader di Azione che corre veloce verso un possibile traguardo mentre i democratici tentano di rovinargli le ultime ore di campagna elettorale, per altro senza riuscirci. L’ex ministro non perde tempo e su Twitter risponde per le rime:

“…C’è un sondaggio fatto fare dal Pd a un’agenzia sconosciuta con numeri fantascientifici – scrive il candidato sindaco – e senza indicazione del campione che il Pd, in spregio a qualsiasi normativa, sta facendo circolare su liste broadcast. Faremo un’esposto. State perdendo il senso del limite…”.

Dopo quelle parole sul social scatta il pettegolezzo più sfrenato e brutale. Inizia la riunione condominiale Francesco Boccia: “…A Roma Giorgetti preferisce il leader dei salotti Calenda a Michetti…”. Lo segue a ruota Goffredo Bettini: “…Calenda ritorna a offendere con un video. Sono i suoi ultimi rantoli. Domenica per lui sarà tutto finito…”. Finisce di fioretto Andrea Orlando: “…E’ più obiettivo riconoscere che Calenda oggi è il candidato della destra e della Lega in particolare…”.

L’ex ministro dello Sviluppo Economico annota carezze e schiaffi ricevuti, evita di alimentare lo scontro oltre il livello di guardia ed invita tutti alla chiusura della campagna elettorale. Ma di Calenda si parla anche nel centrodestra, dopo il semi-endorsement di Giancarlo Giorgetti, che poi ha corretto tiro e rotta, tanto che per Antonio Tajani è “…Roba superata…”.

Giorgia Meloni glissa e parla d’altro: “…Il centrodestra è compatto in questa campagna elettorale, mentre il centrosinistra sta insieme per interesse e per tentare di impedire a noi di vincere…”. Pinocchio non avrebbe detto di meglio.

Alla fine, dopo le polemiche, ci sono le urne. Il tempo per convincere gli indecisi è quasi scaduto. La Città Eterna, quando si parla di votazioni, spesso nasconde sorprese.

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