ROMA – VACCINI A RILENTO: LA POLITICA DEVE CEDERE IL PASSO ALLA SALUTE E SUBITO

Ormai i vaccini più conosciuti, almeno sulla carta, sono stati dichiarati efficaci dunque non dobbiamo rallentarne la distribuzione se vogliamo uscire presto dalla pandemia. Il rischio è che nelle zone gialle possano aumentare di nuovo i contagi.

Roma – L’obiettivo è uno solo: vaccinare 14 milioni di italiani entro aprile. Il nuovo piano vaccinale prenderà formalmente il via lunedì, con l’arrivo del primo carico di dosi AstraZeneca, che si aggiungerà a quelli Pfizer e Moderna, per una distribuzione che coinvolgerà l’intero Bel Paese.

Questo è quanto emerge dall’incontro tra Stato-Regioni in cui si sono discusse le prossime fasi della campagna vaccinale. Si tratta di riuscire a coprire i 2 milioni di vaccinati a febbraio, 4 milioni a marzo e 8 milioni ad aprile, in modo da raggiungere una copertura importante.

Se ne parla molto di questi flaconcini che promettono di farci uscire fuori dall’incubo Covid, forse troppo, forse male. Facciamo dunque un po’ di chiarezza al riguardo. Si tratta di vaccini differenti, creati con metodologie diverse.

I vaccini Pfizer BioNTech e Moderna possono considerarsi pressoché identici: entrambi utilizzano la discussa tecnologia di ultima generazione a RNA messaggero (mRNA). Non contengono il virus ma funzionano, in parole povere, dando “le istruzioni” al nostro organismo per indurre la sintesi di antigeni del SARS-CoV-2. Si stimola dunque la risposta degli anticorpi atti a neutralizzare il virus.

Nelle nuove linee guida leggiamo che questi due vaccini saranno somministrati ai soggetti oltre gli 80 anni di età ed a quelli più fragili in generale.

Il vaccino AstraZeneca sfrutta invece l’informazione genetica, ossia DNA a doppio filamento. Il siero è inoltre costituito da un virus della famiglia degli adenovirus, modificato e contenente il gene che andrà a stimolare la produzione della proteina spike di SARS-CoV-2. Una volta prodotta essa creerà la risposta immunitaria contro il virus, sia anticorpale che cellulare.

Una tecnologia simile a quella usata per il primo vaccino contro l’Ebola.

Secondo il professor Andrew Pollard, guida dei ricercatori di Oxford che hanno sviluppato il farmaco, è efficace anche contro le varianti nate in Inghilterra, Brasile e Sud Africa. Questo vaccino sarà destinato ai soggetti di età inferiore a 55 anni, oltre che a personale scolastico, forze armate e polizia, detenuti e personale carcerario.

C’è poi la possibilità che approdi in Italia Sputnik, il vaccino russo che, a quanto si sa dagli ultimi dati, avrebbe un’efficacia del 91% nel prevenire il virus. La Spagna si dice favorevole al farmaco e la Germania sarebbe in trattativa con Mosca per una produzione congiunta. Insomma funziona. Ma c’è qualche problema “politico” fra Biden e Putin?

Più simile a quello creato da AstraZeneca e diversamente da Pfizer e Moderna, Sputnik V si avvale della tecnologia a vettore virale, andando a stimolare la risposta del sistema immunitario nella produzione di anticorpi contro la proteina spike di SARS-CoV-2. Nel caso di Sputnik però, la risposta immunitaria si ottiene attraverso un virus reso innocuo, contenente una porzione esigua di DNA in grado di produrre appunto la famosa proteina.

Prof. Andrew Pollard

Sputnik è un “doppio vaccino”, in quanto nella prima dose viene utilizzato il virus Ad26, mentre nella seconda si avvale di Ad25. Due vettori differenti per quello che è, in sintesi, una combinazione di due vaccini. Stando alle caratteristiche scientifiche sarebbe efficace in una fascia d’età compresa tra i 16 e gli 80 anni, con effetti collaterali inferiori a quelli riscontrati negli altri farmaci vaccinali.

L’Italia ha sollecitato l’UE a proposito della valutazione scientifica di Sputnik, ma la parola finale spetta all’Ema.

Anche sugli anticorpi monoclonali prodotti da Regeneron (la cura usata per Donald Trump) ed Eli Lilly si è premuto l’acceleratore, con la Germania in testa che ha già acquistato 200mila dosi e l’Aifa che ne ha dato il via libera nel nostro Paese.

Perché, se è certamente importante il vaccino, lo è altrettanto poter curare i soggetti infettati dal Covid ed è necessario poterlo fare con le migliori tecniche a disposizione. A quanto emerge, pare che tale cura ridurrebbe del 70% mortalità e ricoveri per coronavirus.

Vaccino Sputnik

In questo quadro non sono ammessi ulteriori ritardi, passi falsi o inutile burocrazia, è bene quindi che la crisi di Governo con conseguente addio di Giuseppe Conte e l’entrata in scena di Mario Draghi, non rallenti le risposte alla crisi sanitaria.

Il ministro Francesco Boccia, durante la conferenza Stato-Regioni, è stato chiaro sulla crisi politica le cui fasi successive debbono rispondere a tre parametri estremamente importanti: “…Unità, serietà e velocità – ha detto Bocciasiamo in una fase molto delicata sia dal punto di vista politico, ed è sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto nella gestione dell’emergenza sanitaria...

Francesco Boccia

Con il ministro Speranza ci siamo confrontati sull’opportunità di questa Stato-Regioni in una giornata così complessa ma abbiamo condiviso con il presidente Bonaccini e con altri governatori che i tempi della crisi non sono compatibili con le risposte immediate e quotidiane dell’emergenza… Chi siede qui ha il dovere di anteporre l’unità, la serietà e la velocità davanti a tutto nella campagna di vaccinazione e negli interventi sulle reti sanitarie regionali...”.

Durante la conferenza il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha espresso la speranza che la situazione politica possa trovare presto una soluzione, sottolineando la priorità nel proseguire la campagna vaccinale:

Stefano Bonaccini

“…Quest’oggi abbiamo definito con il Governo le modalità della prossima fase – ha concluso Bonacciniche sarà dedicata alla popolazione over 80 che dovrà essere messa in sicurezza al più presto. Per questo si è convenuto di assegnare ad ogni Regione e Provincia Autonoma un numero di dosi di vaccini pari al numero degli ultraottantenni che sono assistiti. Successivamente si procederà alle compensazioni...”.

Il punto cruciale resta l’arrivo delle dosi, nei tempi e modi previsti. E non c’è crisi politica che tenga quando in gioco c’è la salute.

 

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