Pensioni da fame: aumento di 9 euro scarsi

Mentre Tridico annuncia la rivalutazione delle pensioni equivalente ad un sacchetto di caramelle il costo della vita sale alle stelle e per migliaia di anziani le cose si mettono male. Solo per i funzionari dello Stato sono previsti scatti sostanziosi, per il resto la situazione permane grave. Più della pandemia.

Roma – 2022 anno nero per le pensioni. Dal 1° gennaio infatti, per effetto della rivalutazione, le pensioni saranno leggermente più alte. Una perequazione ridicola che non consente di adeguarle al costo della vita. Fallisce, in tal modo, l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni come il Governo aveva assicurato. Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha annunciato che la rivalutazione delle pensioni sarà dell’1,7%. Un annuncio che si poteva risparmiare.

Pasquale Tridico

La notizia riguarda tutti ma in modo particolare coloro che percepiscono un trattamento minimo. Infatti, fino a tutto dicembre 2021, l’importo della pensione integrata al minimo è stato di circa 515 euro, mentre dal prossimo anno salirà a 524 euro, con un aumento mensile di circa 9 euro. Allo stesso modo vi sarà l’aumento dell’assegno sociale che oggi è pari a 460 euro mensili, invece dal prossimo mese l’importo sarà di 468,10 euro. Al via anche il rinnovo dei contratti nella Pubblica Amministrazione, salvo sorprese dell’ultim’ora.

E’ ancora necessario qualche ulteriore passaggio con i sindacati. A portare avanti la trattativa con il Governo è l’ARAN (Agenzia della Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) che ha già consegnato alle organizzazione di tutela dei lavoratori le cifre degli aumenti stipendiali riguardanti gli statali del comparto Funzioni Centrali: le agenzie fiscali, gli enti pubblici e non economici (Inps e Inail) ed i ministeri. Ovviamente bisogna tenere conto della divisione in aree professionali di cui è composta la PA.

Nella prima fascia l’aumento in busta paga sarà del 4,15% e riguarderà tutti i dipendenti del comparto. Vengono compresi gli operatori come messi e uscieri ed in questa area l’aumento sarà di 59,60 euro lordi mensili.

Nella seconda fascia, quella degli assistenti, si passa invece ad un aumento compreso tra i 62 e i 79,50 euro lordi mensili. Nella fascia più alta, quella dei funzionari, si arriva ad un aumento mensile lordo di poco superiore a 110 euro. Nel CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), gli aumenti tabellari andranno da 59,60 euro mensili per la carica più bassa a 104,90 per quella più alta.

Vanno considerate anche l’ANSFISA (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali), l’ENAV (Ente Nazionale di Assistenza al Volo) e l’ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo): per tutti e tre gli enti gli aumenti in busta paga partiranno da una base di 62,30 euro mensili per il profilo più basso e arriveranno fino a 133,30 euro per i professionisti della terza area. A chiudere il comparto troviamo l’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale), in cui i dipendenti vedranno un aumento dai 59,60 euro lordi mensili ai 146,10.

Ancora per le nuove buste paga bisognerà attendere, ma i tempi non sembrano essere lunghissimi anche perché gli aumenti arriveranno non appena il nuovo contratto verrà firmato. Una volta trovato l’accordo il contratto dovrà osservare un ulteriore iter di approvazione della Ragioneria, della Corte dei Conti per poi tornare al Consiglio dei Ministri. In sostanza gli scatti stipendiali andrebbero a sostituire le progressioni economiche orizzontali.

Ci saranno, però, 3 condizioni da superare per rientrare tra gli scatti che giustificano l’aumento: la valutazione individuale dei dipendenti dai dirigenti (40%), l’esperienza professionale (40%) ed i parametri stabiliti con contrattazione integrativa (20%). Anche in questo caso le differenze economiche saranno in base alla fascia di appartenenza.

I funzionari di prima fascia potranno fare due scatti per un valore totale di 800 euro lordi annui, quelli di seconda avranno un massimo di cinque scatti per un totale di 5.850 euro annui, mentre in terza fascia si ipotizzano cinque scatti con un valore totale di 10.750 euro.

Probabile l’ultima stretta per incentivare gli scettici a vaccinarsi. In pratica nella prima decade di gennaio potrebbe prendere corpo il provvedimento per vietare ai No-Vax l’accesso al posto di lavoro. Per il resto un fine anno triste, per come ci si aspettava. Sotto tutti i punti di vista.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa