L’Ente camerale gioca un ruolo fondamentale nella ripresa delle attività produttive. Soprattutto a livello locale dove è più facile fare squadra. In senso centripeto se le economie locali vanno bene ne risentirà positivamente l’intero Bel Paese che con fatica si accinge ad uscire dalla pandemia. Che non é ancora finita, sotto tutti i punti di vista.
Messina – La Camera di Commercio, meglio di altri enti, è in grado di sentire il polso delle imprese dunque le condizioni di salute dell’economia locale. La pandemia ha schiacciato centinaia di aziende e molte di queste non hanno più riaperto i battenti con conseguenze disastrose per l’occupazione. Abbiamo scelto una città del Sud per parlare di questa importante istituzione.
Nella città dello Stretto la Camera di Commercio è presieduta da Ivo Blandina, imprenditore messinese, vicepresidente vicario di Unioncamere ma anche presidente di Sicindustria Messina e componente del comitato tecnico infrastrutture e trasporti di Confindustria.
Fra gli altri incarichi, davvero numerosi, Blandina ricopre la carica di presidente della Comet srl di Messina e amministratore delle altre aziende controllate o partecipate dalla stessa società e attive nel settore portuale e marittimo, della logistica industriale, del commercio internazionale e della portualità turistica. Iniziamo la nostra chiacchierata con una domanda di rito:
Lei è presidente della CdC peloritana dal 2017. Una storia assai travagliata quella dell’ente che presiede. Dopo quattro anni che cosa è cambiato?
“…Ho trovato una Camera di Commercio commissariata da 4 anni e mezzo – ha esordito Blandina – tempo in cui si erano avvicendati 3 commissari, tutti provenienti da vari comparti dell’amministrazione regionale; un segretario generale che era in distacco da Catania; una Camera di Commercio privata con una guida politica senza nessuna strategia e senza la presenza di un dirigente a tempo pieno; una struttura carente sul piano dei servizi ma anche dell’iniziativa in un ente camerale che come mission ha quella di promuovere lo sviluppo economico della provincia in cui ha sede. Abbiamo trovato una macchina complessivamente disastrata. E non per colpa dei commissari o del segretario generale ma per un fatto fisiologico perché quando manca una guida tutto il resto non persegue le finalità per cui esiste. Abbiamo iniziato proprio col conferire una maggiore efficienza alla macchina amministrativa. Abbiamo fatto il bando per il segretario generale facendo una selezione rigida, con una commissione di altissimo profilo, senza farci condizionare interessi o da lobby locali. Sul fronte politico abbiamo invece riorganizzato le relazioni con le rappresentanze associative, con i territori, abbiamo riiniziato ad allacciare legami e cooperazioni con le istituzioni e questo ovviamente ha permesso di riposizionare sul piano delle relazioni la Camera e avviare un lavoro che serve nel tempo a tracciare le linee strategiche…”.
Lei riveste altri ruoli in ambito regionale e nazionale. Dal suo punto di osservazione più ampio che cosa ha potuto rilevare in merito all’economia non solo cittadina e regionale ma anche nazionale in questo difficile periodo?
“….L’economia nazionale e regionale ha subito nell’ultimo decennio l’attraversamento di due crisi profonde – ha aggiunto il presidente – di recessioni che hanno segnato duramente il tessuto economico produttivo, con riflessi ovviamente sull’occupazione e sulla ridistribuzione del reddito che si sono tradotti in un calo dei consumi. La situazione di grave difficoltà a livello regionale si è ulteriormente acuita e a livello del capoluogo e della provincia di Messina, per crisi endemica e per difficoltà strutturale, ha registrato effetti ancor più profondi. Il paragone con altre città è sempre ingeneroso poiché ci trasciniamo decenni di cattiva amministrazione, di mala burocrazia, di intermediazione della politica in settori nevralgici della produzione dell’economia. In altre aree del Paese invece questo non c’è mai stato o è stato superato con interventi sul piano degli investimenti che hanno ingenerato ricchezza, hanno permesso riconversioni industriali molto profonde e questo ha imposto ovviamente un indirizzo del mondo produttivo, soprattutto quello manifatturiero, verso settori sostenibili, verso mercati nuovi, verso le tecnologie, verso un’idea di confrontarsi con il resto del mondo di un economia che è sempre più globalizzata. Noi abbiamo segnato il passo proprio perché abbiamo una macchina amministrativa burocratica pesantissima rappresentata da una regione che conta più di 20.000 dipendenti diretti più quelli delle partecipate, degli enti e altro. Paragonati alla Lombardia abbiamo un peso dell’apparato burocratico che vale 4/5 volte e che si traduce in inefficienza, in lentezza, mancanza di capacità di governo della macchina burocratica. Quindi scarsa qualificazione della spesa, incapacità di esprimere progetti idonei ad intercettare risorse dell’Unione Europea ma anche nazionali. Perciò la regione accusa sempre un ritardo infrastrutturale non solo sui temi delle vie di comunicazione di relazione e quindi l’avvicinamento ai mercati e la riduzione dei costi per imprese e per attività anche di intermediazione di commercio ma anche su alcuni temi endemici che diventano vere e proprie piaghe: gli acquedotti, la depurazione, l’edilizia popolare, la difesa delle coste, il dissesto idrogeologico, solo per citarne alcuni. Questo lo paghiamo in termini di prospettive future senza trovare soluzioni che siano strutturali, percorribili, moderne, che garantiscano uno sviluppo economico ma anche sociale e culturale che consenta un avanzamento di tutta la nostra comunità...”.
L’emergenza sanitaria ha favorito alcuni settori penalizzandone molti altri. Quando ritiene che le aziende potranno tornare alla normalità ovvero ad uscire dalla pandemia che ancora ci affligge?
“…L’emergenza pandemica ha ovviamente favorito tutti quei settori che producevano e rendevano servizi essenziali – ha evidenziato Blandina – e dunque il settore e la filiera alimentare e collegato a questo tutta la logistica, i trasporti, le consegne. I settori più penalizzati sono stati alcuni comparti industriali come quello della raffinazione che ha visto calare in maniera verticale i consumi di alcuni prodotti: i jet fuel perché gli aerei sono rimasti a terra, le benzine perché noi siamo rimasti a casa. Altri settori sono stati particolarmente penalizzati: il turismo, la ristorazione, l’accoglienza, il commercio a dettaglio, l’artigianato, In generale tutti i settori che hanno patito di più per la mancanza di consumatori di contatto in un mercato di prossimità. Si riparte solo con l’unico sistema che c’è per combattere la diffusione del virus cioè con la vaccinazione di massa. È un traguardo irrinunciabile quello di superare la quota del 75% della popolazione vaccinale. Fatto questo siamo in condizioni di ripartire e ci sono segnali assolutamente favorevoli per la crescita del Pil che significa settori primari come l’agricoltura, la manifattura e il turismo che trascineranno commercio, consumi, trasporti e mobilità in genere. Ciò dovrebbe rapidamente portarci a livelli superiori a quelli ante Covid. Se saremo in grado di utilizzare bene le risorse che arrivano dal Recovery Fund e rispettare non solo i paletti imposti dall’unione ma anche quanto scritto nel PNRR le prospettive potranno essere più che rosee traguardando non solo gli aspetti legati alla produttività e alla crescita del Pil ma anche all’infrastrutturazione, all’ammodernamento del Paese, ad alcune riforme indispensabili che da anni la politica non si assume la responsabilità di fare: il sistema previdenziale, la formazione, la giustizia, la fiscalità. Tutti temi che sicuramente concorreranno insieme ad investimenti ingenti a rendere il Paese capace di competere con gli altri paese dell’unione e gli atri paesi del mondo...”.
Sappiamo che i periodi di crisi sono una vera manna per quanto riguarda i fenomeni criminali di usura e riciclaggio. Che cosa può fare la Camera di Commercio, da sola o in sinergia con altre istituzioni per combattere i reati economici?
“…Tutte le istituzioni, soprattutto quelle preposte all’osservazione e alla repressione dei fenomeni criminali come l’usura e le estorsioni hanno coordinato una serie di azioni per individuare i segnali ed eventualmente contrastare e reprimere tali crimini – ha aggiunto Blandina – la Camera di Commercio fornisce agli organi competenti, in tempo reale, tutti gli elementi che dal registro imprese possono far rilevare se vi siano state variazioni di assetti societari, cambi di mano di interi pacchetti azionari ma anche l’apertura di nuove imprese in concomitanza con la chiusura di altre…”.
Messina con il suo Stretto è una zona ampia che abbraccia non solo due provincie ma anche due regioni diverse. Che cosa è stato fatto in questi anni per riconoscere a tale area il ruolo prioritario e strategico che merita?
“…Una delle prime cose che ho fatto è stata quella di avviare azioni comuni con la Camera di Reggio Calabria – ha proseguito il presidente Blandina – con la quale, già in passato, c’è stata qualche attività finalizzata ad accrescere l’interscambio tra le due comunità. Insieme alla Camera di Reggio abbiamo presentato un importante progetto, capofila la Camera di Messina e con la partecipazione della città metropolitana di Messina, “Ride on Strait”, cavalcare lo Stretto. Il progetto presentato al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, a valere su fondi Pac e finanziato per l’importo di 1.600.000 euro, è finalizzato a promuovere un concetto di mobilità dello Stretto alternativo che fornisca un servizio innovativo ottimizzando i trasporti e rispondendo alle esigenze individuali di mobilità per chi si sposta per i motivi più vari lavoro, studio, esigenze sanitarie, turismo, svago...”.
L’Ente camerale dovrebbe essere indipendente. Quanto incide la politica sulle vostre iniziative?
“…Non abbiamo nessun condizionamento, nessuna linea politica né partitica – conclude Ivo Blandina – Dialoghiamo ovviamente con tutte le istituzioni, con i rappresentanti delle forze politiche, del terzo settore, con i sindacati, con gli ambientalisti. Dialoghiamo con tutti e non abbiamo preclusioni per nessuno ma non ci facciamo tirare per la giacca da nessuno tantomeno in occasioni dettate dai tempi e dalle modalità così invadenti delle competizioni elettorali...”.