Nulla di nuovo sotto il sole. L’anno appena iniziato verrà inondato di novità fiscali di poca sostanza. A fronte dell’abrogazione dell’Irap le nuove aliquote Irpef permetteranno maggiori entrate all’Erario. E poi tante rateizzazioni e proroghe ma nulla che abbia a che fare con una seria riforma. Toppe e ancora toppe.
Roma – L’anno scorso, si fa per dire, ci ha regalato novità fiscali e qualche proroga, come al solito. Tra le principali misure contenute nella Legge Finanziaria figurano la riforma dell’Irpef, un piano per rateizzare le bollette in 10 mesi, la stretta contro le delocalizzazioni selvagge, la proroga di sei mesi per pagare, senza interessi di mora, le cartelle esattoriali notificate dal primo gennaio al 31 marzo 2022.
Saltano anche i vincoli per poter accedere al Superbonus e raddoppia il tetto di spesa detraibile del bonus mobili da 5.000 a 10.000 euro. Cambia, in tal modo, il sistema del prelievo fiscale, essendo stati previsti 8 miliardi per il taglio delle tasse.
Le aliquote passano da cinque a quattro e saranno al 23% per i redditi fino a 15.000 euro, al 25% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro, al 35% tra 28.000 e 50.000 euro e 43% oltre i 50.000 euro. Per i redditi fino a 15mila euro resta il bonus Renzi da 100 euro che rimane, almeno in parte, anche fino a 28 mila euro per evitare che qualcuno ci rimetta con il mix tra nuova Irpef, detrazioni e assorbimento del bonus.
Se prima d’ora gli italiani cosiddetti appartenenti al ceto medio si erano assottigliati sino a scomparire, adesso la media borghesia, quella che pagava davvero le tasse e che rappresentava l’ossatura della nazione è stata definitivamente spazzata via.
Nel frattempo è stata abolita l’Irap, che riguarderà circa 835 mila autonomi e professionisti con partita Iva. In sostanza l’addio all’Irap sarà pari al 41,2% della platea complessiva (2 milioni circa) e avrà un costo stimato di poco più di un miliardo nel 2022 e di 1,2 miliardi dal 2023.
La manovra 2022 estende il perimetro della copertura per malattia ai liberi professionisti. Ad essere tutelati, a decorrere dal nuovo anno, non saranno più solamente gli eventi legati al Covid, ma tutte le malattie e gli infortuni gravi, anche se avvenuti fuori dal luogo di lavoro.
In sostanza i professionisti ricoverati per malattia, infortunio o intervento chirurgico o quelli colpiti da malattia (anche a casa) che comportano una inabilità temporanea oltre i tre giorni, vengono per la prima volta esonerati temporaneamente da responsabilità e sanzioni per mancato rispetto delle scadenze. Un risultato atteso da due anni e a lungo bloccato per una battaglia sulla quantificazione delle coperture necessarie. Una delle tante follie politiche che ha rovinato un bel po’ di persone.
Ora la manovra stanzierà 21 milioni all’anno, che serviranno a coprire il mancato gettito temporaneo, a valere sul fondo esigenze indifferibili. La sospensione temporanea scatta solo per gli autonomi che esercitano un’attività per la quale è previsto l’obbligo di iscrizione ai relativi albi professionali. Dunque sono fuori dal provvedimento tutti i professionisti di cui alla legge 4/2013, iscritti alla gestione separata Inps. Bella fregatura.
La deroga vale solo per il fisco e in particolare per tutti gli “adempimenti tributari”, collegati a una sanzione pecuniaria e penale. Facile identificarvi le scadenze legate a versamenti di imposte, mentre è più complesso collocare al riparo anche termini e scadenze legate a contenziosi tributari perché, salvo chiarimenti e circolari, le liti con l’amministrazione finanziaria e gli enti impositori non sembrano rientrare tra gli adempimenti che possono essere sospesi. A proposito di chiarezza delle norme.
Tanto meno sono ricompresi gli adempimenti extra tributari, come ad esempio le scadenze previdenziali e quelle giudiziarie, visto che il legittimo impedimento per gli avvocati ha confini ancora incerti. Una circolare esplicativa dell’Agenzia delle Entrate potrebbe chiarire, a scanso di equivoci, ogni dubbio interpretativo. Occorre inviare alla PA interessata all’adempimento il certificato medico e copia del mandato professionale dato dal cliente (antecedente alla malattia).
In ogni caso la sospensione dei termini non blocca gli interessi legali sulle somme dilazionate, che per il 2022 saliranno all’1,25 per cento. La norma non chiarisce a carico di chi saranno. Sempre sul fronte economico previste sanzioni da 2.500 a 7.750 euro per chi tra professionisti e altri soggetti coinvolti dichiara il falso pur di ottenere la sospensione. Per quanto ci riguarda Buon Anno.