L’agricoltura è il settore che ha subito maggiormente gli effetti del cambiamento climatico. La Commissione Europea ha definito i criteri tecnici per la classificazione delle attività, che saranno utilizzati per la valutarne la sostenibilità. Fra questi occupa un ruolo primario lo sviluppo digitale, tant’è che si parla di Agricoltura 4.0.
Roma – Lo scorso 2 dicembre è stata adottata dal Consiglio Europeo la Politica Agricola Comune (PAC), che andrà in vigore dal 2023 fino al 2027. Lo scopo è di offrire un futuro più sostenibile agli agricoltori, salvaguardando le piccole aziende agricole e adeguandosi alle condizioni locali. Oltre a garantire continuità nel sostegno giuridico e finanziario.
La PAC si baserà sui seguenti obiettivi chiave che riguarderanno aspetti sociali, ambientali ed economici: reddito equo agli agricoltori; crescita della competitività; riequilibrio della filiera alimentare; contrasto ai cambiamenti climatici; tutela dell’ambiente; salvaguardare il paesaggio e la biodiversità; sviluppo alle aree rurali dinamiche; proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute.
Il comparto agroalimentare non è solo strategico per la produzione di cibo sano per tutti, ma recita un ruolo importante per lo sviluppo dei territori, per la salvaguardia del suolo e delle foreste, per la gestione delle risorse idriche e per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre difende il paesaggio e la biodiversità.
L’agricoltura è anche il settore che ha subito maggiormente gli effetti del cambiamento climatico. Si sono verificati, infatti, solo nel 2021 il 60% degli eventi estremi che hanno provocato danni per svariati milioni di euro alle aziende.
La Commissione Europea ha definito i criteri tecnici per la classificazione delle attività, che saranno utilizzati per valutarne la sostenibilità. Fra questi occupa un ruolo primario lo sviluppo digitale, tant’è che si parla di Agricoltura 4.0.
L’utilizzo delle tecnologie ottimizza le risorse, ma c’è bisogno di attrezzature intelligenti per raggiungere la sostenibilità che è l’obiettivo prefissato. Sono sempre più diffusi tecnologie satellitari, GPS e software sui macchinari tanto che si parla di “Agricoltura di Precisione” che esegue interventi agronomici mirati ed efficienti, partendo dall’analisi del suolo su cui si va ad operare.
Vengono diffuse e gestite più informazioni precise e rapide, in modo da automatizzare attività produttive che prima non si collegavano. In questa maniera si ottiene una produzione di maggiore qualità, in quanto i prodotti ottenuti attraverso un alto tasso tecnologico, permettono di concretizzare una filiera corta.
Gli esperti parlano di Internet of Farming, ovvero di tracciabilità della filiera: durante ogni passaggio vengono raccolti dati utili a mantenere sotto controllo tutta l’attività produttiva, scambio merci ed informazioni tra i vari protagonisti del processo produttivo.
Le reti alimentari locali che restano, comunque, sempre connesse ad una visione più globale, hanno la possibilità di valorizzare il tessuto agricolo locale e nazionale in un contesto internazionale. Affinché il sistema funzioni è necessario che tutti gli operatori del settore abbiano l’accesso agli strumenti digitali.
Questo percorso subirà un’accelerazione importante grazie alla cooperazione in termini di dati e informazioni che coinvolge tutti gli attori della filiera fino al consumatore.
Se si realizzassero la metà dei propositi della Commissione Europea, ci sembrerebbe di vivere quasi in una sorta di paradiso terrestre. La cronaca, purtroppo, ci dice che si va in tutt’altra direzione e che di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno.
Se la PAC seguirà il percorso finora compiuto dell’economia green, ovvero si predica la sostenibilità ambientale e, invece, si finanzia il nucleare ed il gas, che è come i cavoli a merenda, detti cavoli diventeranno assai amari.