Il lasciapassare è ormai un obbligo e chi non ce l’ha passa i guai. Però rimane dipendente, anche se non lavora né percepisce lo stipendio. Che senso ha? Nel settore privato la solfa non cambia. Ci sono anche le sanzioni ma su controlli e redazione dei verbali si sa poco o nulla. Dei farmaci anti-Covid fermi all’Aifa da mesi nessuna notizia.
Roma – Occhio al certificato verde: chi non ce l’ha è fuori dal mondo. Il Green pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori delle aziende private e per i dipendenti pubblici dal 15 ottobre prossimo. Per gli inadempienti non ci sarà il licenziamento (cosi si era temuto in un primo tempo ma poi c’è stata la marcia indietro) ma la sospensione dello stipendio. Lo ha deciso all’unanimità il Consiglio dei Ministri e non ci sono appelli.
Il decreto prevede che il personale che ha l’obbligo del Green pass, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, verrà considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione verde. Dopo cinque giorni, se si tratta di pubblica amministrazione, o di un giorno, se si tratta di comparto privato, il rapporto di lavoro si intenderà sospeso e la retribuzione non sarà dovuta dal primo giorno di sospensione.
Si manterrà però il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Ovvero il dipendente rimarrà tale ma senza reddito. Perché conservare allora un rapporto di lavoro subordinato se non si potrà lavorare, né percepire uno stipendio?
Invece per coloro che vengono trovati senza la Certificazione, sul luogo di lavoro, è prevista una sanzione pecuniaria da 600 a 1.500 euro. Per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole e che non abbiano predisposto le modalità di verifica è invece prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro. Chi redigerà i verbali di contestazione immediata di illecito amministrativo? A chi spettano i controlli e come verranno espletati? Nulla si sa in tal senso.
Mariastella Gelmini Roberto Speranza
La ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, fissa l’asticella: “…Mancano all’appello 5 milioni di italiani, mentre circa 40 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale…”.
Nel frattempo il ministro della Salute, Roberto Speranza, confida che “...Entro fine settembre si vaccini l’80% della popolazione vaccinabile, esclusi quindi gli under 12. Attualmente siamo al 74,92%…”.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiosa in Cdm: “…Questo decreto è per continuare ad aprire…”. Ma non si era detto che comunque non si sarebbe più chiuso?
Mario Draghi
Intanto è arrivato anche il via libera del Senato al decreto varato dal Consiglio dei ministri il 23 luglio scorso, e già votato favorevolmente dalla Camera il 9 settembre. Il testo che proroga fino al 31 dicembre 2021 lo stato di emergenza nazionale, determina tra l’altro l’accesso con il Green pass ai ristoranti al chiuso, agli spettacoli, alle competizioni sportive, ai musei e mostre, piscine e palestre, sagre e fiere, convegni e congressi, ai centri termali e culturali, nonché sale gioco e sale scommesse. Ma la lista è lunga e riguarda praticamente tutti i luoghi chiusi a prescindere dalle attività in essi poste in essere.
La Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto, come contropartita al Green pass, l’obbligo vaccinale che sarà forse valutato in seguito, ma attualmente non è un obiettivo che interessa al Governo. Ovviamente. Fra i partiti c’è baruffa per prendere posizione su alcune incongruenze del passaporto vaccinale.
Giorgia Meloni
Sull’importanza dei vaccini c’è chi, tra partiti, filosofi, ricercatori e varie personalità, sta assumendosi forti responsabilità sul piano sanitario e sull’incolumità dei cittadini con dichiarazioni forti a cui però nessuno risponde:
“…Non sono favorevole all’obbligo vaccinale, in particolare dei vaccini anti-Covid, e non sono no vax – ha detto Giorgia Meloni – i vaccini anti-Covid hanno un’autorizzazione condizionata, perché mancano alcune fasi della progettazione e la sperimentazione finirà nel 2023…Se il Governo si sente convinto e sicuro, perché non dice di essere pronto ad indennizzare se qualcosa va storto e perché i responsabili delle case farmaceutiche chiedono di essere scudati?…”.
Parole al vento anche se il Governo dovrebbe chiarire alcuni aspetti su certi obblighi che sono comunque stati introdotti con la certificazione verde, praticamente “imposta” a tutti i cittadini. In un modo o nell’altro.
Conferenza stampa con Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Andrea Orlando e Roberto Speranza
Di contro Forza Italia spinge l’acceleratore e ripete che solo immunizzando la stragrande maggioranza della popolazione si possono contenere i contagi:“…Il vaccino è l’unica arma che si ha contro il Covid…”, ha chiarito Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. Ma dei farmaci che curano il Covid e che sono in attesa da mesi dell’autorizzazione dell’Aifa nessun accenno. Silenzio assoluto.