Nell’eventualità che la terraferma non offra più spazi abitativi perché non trasferirsi sul mare? Il progetto avveniristico e “sostenibile” prevede la costruzione di una città capace di ospitare 1.650 abitanti. Una sorta di paesino dove non manca nulla, dal porto alle scuole, dalle case di civile abitazione ai servizi pubblici. Ma funzionerà davvero?
Roma – Sta per arrivare la città galleggiante. No, non è una boutade. Si sta pensando alla prima città galleggiante mai costruita al mondo, per combattere l’innalzamento del mare. E’ un nuovo modo di pensare a come andrà il mondo, un concetto abitativo rivoluzionario in grado di adattarsi ai cambiamenti, inevitabili, dei prossimi anni.
Non si tratta di una sceneggiatura cinematografica ma di Oceanix, un progetto innovativo promulgato dall’ONU per risolvere la crisi abitativa nel mondo. Poiché la penuria di suolo è diventata rilevante, si cercano nuovi spazi in cui insediarsi e si è pensato all’Oceano che ricopre il pianeta per due terzi.
Non si pensa a fermare i cambiamenti climatici estremi ma di adattarsi ad essi. Non c’è più suolo su cui costruire, si utilizzerà l’oceano. La popolazione mondiale è in crescita, col mondo occidentalizzato che al contrario vive una contrazione delle nascite e non si fa nulla per frenarla. Né di pensare ad una politica di riequilibrio. No, si pensa alla città galleggiante.
La città dovrebbe essere costruita entro il 2025 al largo delle coste della Corea del Sud. Pare che il nucleo abitativo si estenderà per 75 ettari per accogliere 10 mila persone, con un costo di circa 200 milioni di dollari. A realizzare questo capolavoro è la società danese Oceanix, che ha già firmato un accordo col Governo della città sudcoreana di Busan.
Il progetto prevede piccoli moduli abitativi esagonali, ognuno capace di ospitare fino a 1.650 abitanti, collocati ad anelli per costituire una vera e propria cittadina. Il porto, situato al centro dell’agglomerato, sarà costruito in modo da essere protetto dalle avversità climatiche. Il complesso che nascerà avrà case ed uffici, scuole, negozi e mercati. Inoltre centri per la spiritualità, per la cultura e lo sport. E tanto verde.
I moduli galleggianti saranno oltremodo sicuri perché costruiti in modo da resistere a qualsiasi tipo di condizioni meteorologiche, anche quelle più estreme.
Gli esperti hanno assicurato che gli edifici sono resistenti anche ad un uragano di tipo 5, annoverato tra i più distruttivi. Tanto è vero che i palazzi non avranno più di 7 piani ciascuno, proprio per avere una più efficace resistenza al vento.
Giacché siamo in piena era green poteva la nuova città essere costruita senza il rispetto dell’ambiente e della sostenibilità? Certo che no. Infatti si parla di utilizzo di materiali locali come il legno di bambù, l’utilizzo di energia solare e un ampio spazio dedicato all’agricoltura.
Coloro che hanno sposato il progetto sono del parere che le città galleggianti siano un’idea sostenibile ed in grado di dare risposte efficaci alla carenza abitativa. Inoltre possono essere la soluzione sia per rispondere ai cambiamenti climatici, sia all’innalzamento delle acque. Questo problema sta già causando notevoli danni.
Ad esempio alcuni atolli stanno scomparendo, fagocitati dall’oceano e molti altri sono a rischio dato che il livello delle acque continua a crescere. E’ un aspetto, quest’ultimo, che riguarda anche il nostro Paese.
La splendida città lagunare, Venezia, dovrà tenere conto di un livello dell’acqua sempre più alto ed i più pessimisti parlano di rischio sommersione entro il 2100. I problemi del riscaldamento globale e dell’innalzamento dei mari sono i più pressanti per l’intera umanità. Siamo sicuri che questa sia la soluzione giusta? Forse. Per le tasche delle imprese costruttrici.