Quanto è costato il fallimento del reddito di cittadinanza? Traghettatori e sindacati in rivolta

Qualcuno dovrebbe pagare per questa catastrofe di un sistema mangia soldi di cui hanno beneficiato solo i più furbi. Boss della mafia compresi. Il resto degli avanti diritto non ha trovato lavoro ma un futuro ancora più incerto. Adesso qualcuno tenta di scaricare i “navigatori” come oggetti inutili ma i sindacati non ci stanno. Di contro ci ritroviamo sul groppone migliaia di professionisti inutilizzati.

Roma – Reddito di cittadinanza e “navigator” sembravano un connubio inscindibile. Ma pare che per fine anno il cavallo di battaglia del M5s vada in pensione. Con i ringraziamenti di centinaia di professionisti arruolati che sino ad oggi non hanno capito il loro ruolo nel macchinoso provvedimento di sostegno dai mille buchi neri. Detti lavoratori sono stati abbandonati al loro destino infame mentre migliaia di ladri non restituiranno un euro all’Erario. Tanto paga Pantalone.

Quella del RdC è stata una trovata già monca sin dall’inizio. Una sorta di bancomat per nullafacenti a carico dei contribuenti che sfacchinano da mattina a sera. E adesso sono guai: il navigator, cioè il “Caronte” italiano che doveva traghettare le anime senza occupazione nel mondo del lavoro ha fallito. Infatti il lavoro non c’è sia per le professionalità richieste, che per l’inefficienza dei centri per l’impiego. Una cosa è certa: non si sentirà la mancanza dei loro servizi poiché non si è mai avvertita la loro utilità.

Fine di un idillio, dunque, che doveva trasformare il mondo. Una meraviglia divenuta un autentico flop, tranne per chi ha arraffato soldi per poi sparire della circolazione. Parliamoci chiaro si tratta di un fallimento in grande stile costato miliardi di euro che non ha portato a nulla. Altro che assicurare il futuro ai giovani. Li ha solo istruiti su come prendere soldi rimanendo a braccia conserte. Altro che storie.

I sindacati, comunque, si sono ribellati ritenendo che il mancato rinnovo del contratto ai tutor del reddito sia un errore. Insomma, secondo quasi tutte le sigle sindacali “I navigator sono professionisti, selezionati e formati, che hanno reso un enorme contributo all’intero sistema delle politiche attive nazionali – sostengono Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uiltemp, annunciando la mobilitazione – oltre che sulle attività specifiche legate al reddito di cittadinanza”.

Il senso del discorso dei sindacati è chiaro: non si può immaginare di ripartire ogni volta da zero senza tener conto delle professionalità maturate da questi lavoratori in due anni di attività. Però non si può neanche sostenere che “i navigator, risultano indispensabili per rafforzare l’asfittico sistema di politiche attive del lavoro“, come affermano i “difensori” dei lavoratori, ribadendo peraltro che “dovrebbero diventarne parte integrante per promuovere l’occupazione e l’inserimento lavorativo“. Insomma dovrebbero essere assunti per fare che cosa? Di contro sino ad oggi come sono stati utilizzati?

Il progetto Navigator: un fallimento da 180 milioni di euro

In pratica il loro ruolo e la loro utilità servirebbe solo a garantire assistenza ai cittadini ed orientarli nei meandri delle misure in favore dei percettori del RdC e degli ammortizzatori sociali. Allora i centri per l’impiego con tutta la pletora di dipendenti e dirigenti a che cosa sono serviti? A che cosa servirebbero in futuro?

In ogni caso dalla bozza del disegno della legge di Bilancio sparisce la figura del “navigator”. Sono 2.500 i “tutor” nati con il reddito di cittadinanza che non saranno confermati. I “traghettatori” avevano il compito di accompagnare i percettori del sussidio nel mondo del lavoro ma di fatto ciò non è accaduto, occorre rimarcalo con forza una buona volta per tutte. Il loro contratto era stato prorogato dal DL Sostegni fino al 2021 ma la Legge di Bilancio non ne prevede, fino ad ora, il rinnovo.

Caronte sulla sua barca che traghetta le anime dannate al di là del fiume Acheronte, spaventato dalla Selva oscura

Della figura di “Caronte” il poeta Virgilio ne parla nell’Eneide per primo, mentre Dante ne rilancia il ruolo nella sua opera “Inferno”, peggiorandone l’aspetto inquietante e rendendolo uno strumento di giustizia che trasporta anime dannate senza speranza. I più sfigati in pratica.

Tuttavia la bozza stabilisce che saranno le Agenzie per il lavoro (che hanno lo scopo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro), iscritte all’Albo e autorizzate dall’Anpal a svolgere attività di mediazione per i beneficiari del reddito di cittadinanza. In sostanza il loro ruolo si dovrebbe affiancare a quello dei centri per l’impiego ed è volto ad agevolare l’occupazione dei percettori del reddito minimo garantito.

La bozza specifica, tra l’altro, prevede che al fine di agevolare l’occupazione dei percettori del sussidio al reddito, “per ogni soggetto assunto a seguito di specifica attività di mediazione è riconosciuto alle agenzie private il 20% dell’incentivo previsto per il datore di lavoro”. Un altro pastrocchio. Quando passeremo alle cose serie per gli italiani?

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