Lo sforzo è enorme e Mario Draghi lo sa. Il momento è quello di dare soldi e non di prenderli, come dice il premier, ma quanto ci costerà questa manovra?
Roma – Ristori doppi, rinvio delle tasse, moratorie, affitti e bollette risarciti. Questo è quanto si delinea dal nuovo decreto Ristori, a cui il Governo si prepara a dare il via libera. Il provvedimento è pari ad una richiesta di extra deficit da 40 miliardi per apportare ossigeno all’economia. Più una piccola quota tra i 4 e i 5 miliardi del fondo pluriennale per le opere escluse dal Recovery Plan.
L’operazione avverrà in due step (almeno questo è quanto emerge finora) e potrebbe richiedere più tempo del previsto. La tranche di risorse sarà impiegata nel finanziamento di un nuovo sostegno all’economia, che sarà varato tra aprile e maggio.
Si attende dunque il via libera della Camera allo scostamento di bilancio, in cui si parla anche della tanto sospirata liquidità alle imprese, a cominciare dalla proroga sulle moratorie, sui prestiti e sulle garanzie pubbliche, per ia quale l’Italia si sta confrontando con la Commissione Europea.
I ristori dovrebbero raggiungere un importo doppio rispetto a quanto si era discusso in corso di erogazione, che tradotto in parole semplici significa che se una partita Iva ha ricevuto 1000 euro con il primo Sostegni, ne riceverà 2000. Si spera.
Sarebbero infatti 20-22 miliardi i fondi che verranno destinati per tali indennizzi, contro gli 11 messi a disposizione dal primo decreto. Si vaglia anche la possibilità di prorogare le moratorie sui prestiti, nonché la sospensione di Imu e Tosap, più ristori parametrati sui costi fissi, come affitti e bollette, e decontribuzione sulle assunzioni.
Anche la tassa sul suolo pubblico, che interessa bar e ristoranti che hanno tavoli all’aperto, dovrebbe essere prorogata fino alla fine dell’anno, in tandem allo stop della seconda rata dell’Imu per alberghi e, in generale, a tutte le attività nel settore della ristorazione.
Ci saranno inoltre contributi a fondo perduto che vedranno l’applicazione di un nuovo sistema di calcolo: verranno infatti parametrati su due mesi anziché uno solo, come era previsto inizialmente dal decreto Sostegni.
Ancora non è chiara l’entità dell’indennizzo da destinare alla categoria: si parla infatti di 20 miliardi, che sarebbe circa la metà del plafond a disposizione.
Infine il discorso dei conti verrà rivisto in seguito alla richiesta di deficit e si terrà in considerazione l’impatto del Recovery Plan a partire dal 2020. In questo quadro si potrebbe arrivare a una revisione del Pil tendenziale, che dalle previsioni dovrebbe assestarsi poco sopra il 4%, con l’obiettivo di raggiungere il 6% in autunno.
Il decreto Sostegni, finanziato con uno scostamento da 32 miliardi, ha condotto alla previsione di disavanzo 2021 dall’obiettivo del 7% (riportato nella nota di aggiornamento al Def all’8,8% del Pil).
L’attuale richiesta di extra deficit alzerebbe la percentuale a 11%. Nella settimana del 22 aprile Camera e Senato, insieme alla Def, voteranno per lo scostamento mentre la settimana successiva il presidente del Consiglio Mario Draghi, esporrà il progetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alle Camere. In seguito esso sarà inviato all’Unione Europea entro il 30 aprile.
Soddisfatto Matteo Salvini che nelle categorie di commercianti, artigiani e partite Iva vede il suo bacino elettorale: “…Da 20 miliardi iniziali pare si raddoppi fino ad arrivare a 40, bene, giusto così…”, ha commentato il capo della Lega.
Anche Mario Draghi avrebbe in questo modo tenuto fede alla parola data di “dare soldi, non chiederli”. Così facendo si conferma anche la compattezza del Governo che trova, almeno per una volta, un fronte comune. Aiutare gli italiani è prioritario.
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