Medaglie per lo sport e la disoccupazione

Il Bel Paese risulta terzo assoluto per la mancanza di lavoro dopo Spagna e Grecia. Nello sport invece eccelle ma avremmo preferito il contrario. Speriamo che quest’anno la ruota giri favorevolmente per migliaia di giovani e che il precariato diventi un fenomeno da combattere e non un punto di arrivo.

Roma – Il 2021 è stato per l’Italia sportiva ricco di molte soddisfazioni. Dalle discipline olimpiche agli europei di calcio abbiamo fatto incetta di medaglie. Ora poi che The Economist, il prestigioso quotidiano economico-finanziario londinese, ha incoronato l’Italia “Paese dell’anno” issando sul podio più alto Draghi ed il suo Governo, il nostro orgoglio nazionale è andato in brodo di giuggiole.

The Economist: Italy ‘Country of the Year’

Peccato che primeggiamo anche in un’altra classifica, subito dietro alla Grecia e Spagna, quella della disoccupazione giovanile. Ed è un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Nel secondo trimestre 2021, il Bel Paese ha registrato una disoccupazione giovanile pari al 32,2%. Il campione ha riguardato ambosessi tra i 15 e 24 anni d’età: in Italia, dunque, uno su tre non trova lavoro.

Siamo quindi al terzo posto in Europa in questa speciale classifica. Al secondo posto la Spagna col 37,4% e al primo posto con il 38,5% troviamo la Grecia: in pratica tra coloro in cerca di lavoro quasi quattro su dieci non lo trovano.

Una particolarità da evidenziare è che si tratta di Paesi che compongono l’area mediterranea dell’Europa. Mentre al polo opposto troviamo i Paesi più virtuosi, quelli col tasso di disoccupazione giovanile più basso. Tra questi la Germania con una percentuale del 6,8%. Poi, la Repubblica Ceca con l’8,8% e con il 9,3% il Regno Unito il quale, anche se è uscito dall’Unione Europea, geograficamente ne è parte integrante.

Scorrendo i dati diffusi da Eurostat, l’ufficio Statistico dell’UE è emerso che, nonostante il Covid, il tasso di disoccupazione in Italia è diminuito invece di crescere. C’è da dire che la disoccupazione è calcolata tra persone in cerca di lavoro e durante la fase iniziale della pandemia, quando molti giovani hanno smesso di cercarlo.

Ecco spiegato l’arcano: la disoccupazione giovanile è risultata inferiore a quella del 2019 e del 2018. Nell’analisi effettuata vengono fuori anche parametri relativi ai periodi storici in cui si sono raggiunti i dati peggiori.

Per quanto riguarda Italia e Grecia il punto più alto della tendenza negativa è stato raggiunto nel 2014, periodo in cui entrambe le Nazioni si trovavano in pienissima crisi del debito sovrano. In questo periodo il tasso di disoccupazione giovanile raggiunse oltre il 43%. Vale a dire che oltre 4 giovani su dieci in cerca di lavoro non lo trovavano.

Negli anni successivi il dato è calato fino a toccare nel corso del 2019 la percentuale del 27,5%: fatto che non accadeva da 10 anni. I numeri ci hanno raccontato quello che in realtà già abbiamo constatato con i nostri occhi e di cui si aveva sentore nell’aria.

L’Europa mediterranea, dotata di un welfare state non all’altezza e di sacche di corruzione e malversazioni, ha registrato un tasso di disoccupazione giovanile maggiore. Mentre nei Paesi del Nord Europa, con un welfare state più consistente ed una corruzione che non raggiunge i nostri livelli, anche la disoccupazione giovanile è inferiore. Sarà un caso?               

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