In questo fine anno di passione e con diverse regioni in giallo da Natale la politica sembra concentrata sulla ricerca di concorrenti per la massima carica dello Stato. Anche Mario Draghi sembra ormai il candidato al Colle in grado di mettere d’accordo tutti. In pole position anche il Cavaliere che non demorde dal suo sogno proibito. Il virus è ancora fra di noi ma eminenti scienziati ipotizzano gli ultimi colpi di coda. Vaccini a tutto spiano.
Roma – Non c’è verso di parlare d’altro e mentre sono in pieno svolgimento le trattative per la legge di Bilancio, continua la ricerca spasmodica del nuovo inquilino del Quirinale. Ogni partito s’interroga per esprimere un candidato trasversale che possa raccogliere i maggiori consensi.
La leader di FdI mentre “liscia il pelo” ai sostenitori “No-green pass”, nello stesso tempo auspica che il centrodestra, nella trattativa per il nuovo Capo dello Stato, si muova assolutamente compatto per non perdere la grande occasione per affermare un’altra visione, opposta alla sinistra, in grado di raggiungere l’obiettivo di “…Un Presidente che faccia l’interesse della Nazione…”.
E’ quanto ha affermato Giorgia Meloni durante una trasmissione televisiva sottolineando anche che “…Sul tema della difesa della sovranità nazionale non è un problema sostenere la candidatura di Silvio Berlusconi purché si rimanga compatti anche per le altre proposte subordinate, cioè vi sia un piano B e C…”. Il sogno proibito del Cavaliere è duro a morire e gli alleati non possono che approvarlo pur sapendo che la riuscita del progetto è davvero un terno a lotto. Ma tant’è.
Nel frattempo Draghi, che ormai non smentisce più la propria candidatura alla massima carica dello Stato, in tema di migranti espresso il proprio parere in verità già noto a tutti: “…L’obiettivo è proteggere i più deboli con cordoni umanitari dai Paesi più vulnerabili, rafforzando i flussi legali, che sono una risorsa e non una minaccia per la nostra società…”.
In sostanza per il Premier deve esserci una visione condivisa per il Mediterraneo. Dall’inizio di quest’anno, infatti, l’immigrazione è aumentata di molto rispetto al 2019, per questi motivi serve un maggior coinvolgimento di tutti i Paesi europei, per affrontare la questione in una logica condivisa. Serve una gestione collettiva, in un equilibrio fra responsabilità e solidarietà. Ma in questo caso è l’Europa a fare le orecchie da mercante. Mentre l’Italia rimane al fronte, da sola.
Intanto il Pd, a firma dei senatori Dario Parrini, Luigi Zanda e Gianclaudio Bressa, ha depositato un Disegno di legge costituzionale che modifica gli articoli 85 e 88 della Costituzione per vietare la rieleggibilità del Presidente della Repubblica.
Nell’articolo 1 del Ddl si chiede di aggiungere al primo comma dell’articolo 85 della Costituzione che il Presidente della Repubblica “non è rieleggibile”. L’articolo 2 del Ddl, invece, cerca di abrogare il secondo comma dell’articolo 88, ovvero il semestre bianco, quando il Presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi del suo mandato.
Un modo come un altro per portare avanti una proposta avanzata diversi anni or sono dall’ex Capo di Stato Leone e ricordata dall’attuale Presidente Sergio Mattarella, ma rimasta nei cassetti dell’oblio. Sull’opportunità di presentarla adesso, proprio quando si dovrà eleggere il successore di Mattarella, qualche dubbio appare legittimo.
Nel frattempo anche questa settimana si tirano i conti sullo stato di salute dei partiti. Il M5S resta sotto quota 16%, la Lega e FdI tornano a salire di alcuni decimali portando nuovamente il centrodestra sopra la soglia del 47%, mentre il Pd si conferma primo partito, con circa un punto di vantaggio su Fratelli d’Italia e poco meno di due dalla Lega.
In particolare il Pd è al 20,6% (+0,3), FdI al 19,7% (+0,2), Lega al 18,8% (+0,2), M5S al 15,7% (-0,5) e FI al 7,6% (+0,1). Mentre Azione al 3,4% (-0,2), Italia Viva al 2,6% (+0,1), Sinistra Italiana al 2,1% (+0,1), Verdi al 2,0%, +Europa 1,8% (+0,1) e Art.1-MDP al 1,7% (-0,2).
In sostanza l’attuale maggioranza Draghi sarebbe al 73,2% con i giallorossi (PD-M5S-MDP) al 38,0% (-0,4), il centrodestra (Lega-FI-Toti) al 27,5% (+0,5) ed il cosiddetto centro liberale al 7,7% (-0,1). Mentre l’opposizione di destra (FDI) come detto è al 19,7% e quella di sinistra (SI) al 2,1%.
In pratica il centrodestra, almeno secondo l’ultimo sondaggio, è al 47,2% (+0,7), il centrosinistra, senza i grillini, al 28,3% (+0,2), altri al 5,0%.