Elezioni suppletive fantasma. Il Pd ne approfitta. Come sempre

I parlamentari eletti concorreranno alla scelta del candidato al Quirinale, il che non è roba da nulla. Come competizione elettorale, che coinvolge 160mila elettori, ci si aspettava maggiore pubblicità ma la strategia del partito di Letta colpisce nel segno ancora una volta.

Roma – Il collegio Roma 1, dove si terranno le elezioni suppletive per la Camera dei Deputati, ignorato dai media, si conferma la circoscrizione elettorale simbolo della politica italiana. Le sorprese possono essere dietro l’angolo. Ma nessuno ne parla, perché quasi tutta l’informazione è impegnata tra Quirinale e pandemia.

Intanto è in arrivo il 16 Gennaio, giorno in cui si voterà per le suppletive, tra l’indifferenza generale e con i leader dei partiti che arriveranno quasi in sordina. Un modo come un altro per tenere un profilo basso, cosi da non turbare un palcoscenico traballante e solo per alcuni ritenuto “sicuro” solo per il Pd.

Sembra più un film di “ghost”, di “zombie”, comunque di invisibili che tentano di fare una campagna elettorale con il silenziatore per non disturbare gli elettori ed i manovratori. Insomma si stanno muovendo con precisione quasi chirurgica. Eppure l’astensionismo è il primo nemico da sconfiggere.

Roberto Gualtieri

Dopo le dimissioni di Paolo Gentiloni, nominato Commissario europeo e di Roberto Gualtieri eletto sindaco della Capitale, il seggio è tornato ad essere vacante. In buona sostanza una campagna elettorale fantasma, eppure gli elettori interessati sono quasi 160.000, che dovrebbero eleggere i deputati dei collegi uninominali rimasti liberi.

Complice il periodo natalizio e l’emergenza Covid, che peggiora di giorno in giorno, gli attacchi al Pd si sprecano. Il partito di Letta reputa la competizione elettorale priva di mordente ma soltanto per blindare i seggi, come da tradizione collaudata nel corso delle legislature.

Giuseppe Conte

Infatti nessuno spazio pubblico per i candidati, tranne che su La7 dove primeggia la favorita Cecilia D’Elia (Pd), molto vicina a Zingaretti. Gli altri candidati sono: Simonetta Matone, oggi capogruppo della Lega in Campidoglio, per il centrodestra; Valerio Casini, classe 1988, primo degli eletti a Roma nella “lista Calenda”, per Italia Viva sostenuto anche da Azione; Beatrice Gamberini, Potere al Popolo e Lorenzo Vanni, proprietario di un noto ristorante, indipendente. Il M5s non ha presentato concorrenti dopo il rifiuto di Giuseppe Conte.

Valerio Casini, in quota Italia Viva, il più giovane tra i candidati, durante la visita di Renzi a sostegno della propria candidatura, ha detto le cose come stanno:

“…Tra gli elettori che incontro, nessuno sa che si vota…”. Ma Casini non perdendo la speranza e l’entusiasmo giovanile, ritiene che ci potrebbero essere ben altre sorprese e aggiunge: “…Perché comunque tra chi andrà a votare ci stiamo facendo conoscere, e in questo collegio la mia lista (al Comune) aveva preso il 30%, mentre il Pd il 17% e la Lega il 5%…”.

Matteo Renzi

Insomma tra populismo di destra e di sinistra potrebbe succedere che i romani scelgano, ha ipotizzato Renzi, il simbolo di Iv. Almeno così spera, soprattutto, il giovane consigliere comunale il quale già pregusta una “sua bella sorpresa” da fare ai Dem, che non hanno inteso allargare la coalizione e discutere di candidati comuni, arroccandosi sulla D’Elia, componente della segreteria di Letta.

Proprio Calenda, in occasione della presentazione delle liste, affermava di non evocare più il “campo largo”, tanto osannato dal segretario Pd, altro non fosse perché non esiste più. Ciò tanto per descrivere la temperatura del clima politico che si respira nella realtà in cui si vota,

D’altronde è facile immaginare come le elezioni suppletive siano importanti poiché il parlamentare eletto contribuirà alla scelta del nuovo Capo dello Stato, nonostante i tanti problemi pandemici ed economici ed il poco rilievo mediatico dell’ennesima corsa alle urne. Forse non è un caso che in Tv sia stata presente solo la candidata del Pd. A volte accadono cose impensabili. Forse.

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