Giorgia Meloni Day: chi fa da sé, fa per tre

Il centrodestra si sfalda sempre di più ma le promesse della Meloni, nella sua convention meneghina, non convincono gli italiani che hanno a che fare con l’aumento di tutti i generi di prima necessità. Forse è stato un bene che Salvini e Berlusconi abbiano disertato l’assise di FdI. La loro presenza avrebbe disturbato le manifestazioni di giubilo della manifestazione. Che non dicono nulla ma esaltano gli animi.

Roma – Meloni, in solitaria, tra lo sventolio del tricolore liquida a Milano gli ex alleati ed avvia la lunga campagna elettorale per arrivare a Palazzo Chigi, con o senza la Lega e FI. Parola d’ordine “orgoglio, nazione, indipendenza, alternativi alla sinistra e governo conservatore”. Con spirito battagliero la sfida è lanciata, anche se da soli, con l’attuale legge elettorale, non si va da nessuna parte. E Meloni dovrebbe saperlo. Dunque la solita passerella per mostrare i muscoli che non ci sono? Vedremo.

Così al grido di “…Non abbiamo padroni e non prendiamo ordini da nessuno!..”, la leader di destra chiude l’evento programmatico, senza la presenza del Cavaliere e del Capitano, tra ovazioni e gli sguardi increduli dei “patrioti”.

Nel frattempo Salvini, che non s’é visto alla convention di FdI perché ha preferito passeggiare in Parco Sempione con i suoi figli, attacca la Meloni accusandola di egoismo politico perché la bella Giorgia avrebbe messo prima di tutto l’interesse del partito davanti ad ogni scelta. Da quale pulpito viene la predica?

“…Ne ha tutto il diritto, ma quando ci sono state da fare scelte scomode, io invece non me la sono sentita di fare solo gli interessi del mio partito – afferma il leader leghista – ho preferito essere protagonista e mettermi in giocoPenso per esempio al blocco dei migrantiSe fossi rimasto all’opposizione, avrei fatto più gli interessi della Lega che del Paese…”. Parole al vento a cui non crede più nessuno, anche perché la situazione migranti è rimasta in stallo e più grave che mai.

Matteo Salvini in famiglia, al parco Sempione di Milano

Ogni riferimento al mancato ingresso di FdI nel Governo di “unità nazionale” non è casuale ma voluto, affinché fosse chiaro l’egoismo politico della Meloni, interessata solo ad aumentare il consenso nei sondaggi e Salvini ne sa qualcosa. Prova ne sia la “diffida” che la leader conservatrice ha inviato agli alleati durante gli stati generali del partito.

“…Pronti a governare con il centrodestra o da soli…” – le parole di Meloni – mentre Salvini rivendica di essere nella maggioranza del Governo Draghi, puntando l’attenzione sulla corsa in solitaria lanciata da Giorgia a Milano. Ma solo per evidenziare che, a differenza di FdI, per il leader del Carroccio l’unità del centrodestra è un valore, mentre altri preferiscono giocare da soli. Altra bufala madornale, ma tant’è.

I leader del “fu” centrodestra: Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi

Nonostante tutto l’ex ministro degli interni si augura ancora che in Sicilia, e soprattutto a Palermo, il centrodestra si presenti unito e non frammentato, come appare da tempo. Però mentre la Meloni dice di “…Non essere all’asilo dove ognuno deve dimostrare di essere il più bravo…”, Salvini afferma che è necessaria “…Maggiore responsabilità…”.

Insomma non pare proprio che gli animi si siano placati tra i due leader della destra, i quali dalle elezioni del Presidente della Repubblica non sentono il bisogno di interloquire fra loro, ma solo tramite emissari. I frutti di tale “maturità“, invocata peraltro da Meloni, si vedono con un un siparietto sempre “open”, che tradisce nervosismo e desiderio di rivalsa. Una sfida che, passando per amministrative e regionali, troverà maggiore forza per le elezioni nazionali.

Stando cosi le cose gli italiani si pongono una domanda: come faranno, due partiti simili, ad amministrare l’Italia e governare se sembrano essere due pianeti diversi ed in perenne collisione?

La Meloni continua a ripetere: “…E’ arrivato il nostro tempo…”. Si tranquillizzi la leader di FdI, perché anche per gli italiani sta arrivando il proprio tempo e lo dimostreranno al momento giusto. Dentro le urne.

Attenzione, però, perché l’esasperazione, la disoccupazione, il disagio, la pandemia, la guerra, le bollette alle stelle ed i prezzi di ogni prodotto in continuo aumento, non sono la fotografia che si ritaglia nelle kermesse politiche. Si attendono solo i fatti ma stando all’opposizione è più facile criticare e persino progettare, senza mettere un dito nell’acqua calda.

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