La neonata coalizione di centro-destra non è ben vista da Mario Draghi, inutile negarlo. Ma Salvini, da solo, non andrebbe da nessuna parte con una Giorgia Meloni in pole-position in quanto a consensi. Per non perdere terreno nella maggioranza il Carroccio è costretto a dire di si su tutta la linea. E ne esce malconcio.
Roma – Matteo Salvini ride, Mario Draghi è sin troppo serio sull’argomento. Sulla federazione del centro-destra, tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, il capo del Carroccio è del parere che sarà una mossa vincente. L’assunto deriva, sempre secondo il comandante di Pontida, dall’esperienza fatta sul campo contro il Covid: “…Il virus ci ha insegnato che uniti si vince, anche la politica ha il dovere di unirsi per essere più concreta, veloce ed efficiente.…”.
Parole che hanno scatenato nervosismo e perfino ilarità tra gli alleati della maggioranza. Infatti nel centro-destra non è che si respiri un’aria così gioiosa e festaiola come quella che qualcuno vorrebbe far credere. L’atmosfera è cosi tesa da stravolgere il calendario elettorale: è saltato il vertice sulle candidature comuni alle amministrative.
Al di là di ogni ipotesi tanti possono essere i motivi di attrito. Primo fra tutti l’insofferenza di Giorgia Meloni, che è stata la prima a lanciare l’indecente proposta sulla possibile federazione con gli alleati filo-governativi. Troppe stranezze stanno riempiendo le giornate della coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni che, in base ai sondaggi, risulterebbe la prima in classifica al termine delle prossime politiche.
Così succede che quando un esponente della maggioranza si incontra con il Presidente del Consiglio ecco partire a razzo insinuazioni, più o meno basse, e altre ipotesi da film da parte dei soliti maligni. Poi se il leader che fa visita Draghi si chiama Salvini, apriti cielo. Chiunque sembra autorizzato a dire la sua, al posto di osservare un religioso quanto dignitoso silenzio.
Così Salvini, a seguito di un lungo incontro con il Premier, riferisce che “…Con Draghi hanno perso di vista l’orologio. Un’ora e mezzo di confronto su tutto. Sostanziale condivisione e soddisfazione per quello che si sta facendo. Stiamo dando agli italiani ottimi risultati: abbiamo parlato della riforma del fisco e della giustizia e del senso dei referendum. Poi sulla scuola, Europa, banche, disabilità, insomma un confronto a 360 gradi, utile e da tenere di frequente per arrivare ad una crescita più sostenuta…”.
Chiaramente con il Premier non vi è stata alcuna discussione sulla federazione del centro-destra. Che comunque Draghi pare non abbia preso bene. Eppure alcuni avevano ipotizzato che Salvini sarebbe andato dal Presidente del Consiglio proprio per presentarsi come rappresentante della nuova federazione. Un cambio di rotta, dunque, forse perché ritenuta inopportuna una discussione in merito?
In ogni caso la nota fornita da Palazzo Chigi a fine incontro è stata chiarissima e di tutt’altro tenore da quella dell’interlocutore, segnando anche il perimetro dei temi che sono stati affrontati: “…Con il leader leghista il faccia a faccia è stato cordiale – c’è scritto nella velina – e si è discusso della situazione economica del Paese, che è in ripresa, e delle riforme. Nulla di più…”. Chi dice una bugia?
In attesa che qualcuno dia una risposta il messaggio della Lega è chiaro ed univoco, non passibile di interpretazioni: con Mario Draghi ci sarebbe assoluta sintonia. Infatti anche sul nodo del blocco licenziamenti ci sarebbe piena convergenza con il primo ministro Peraltro i settori in via di sviluppo hanno bisogno di assumere, non di licenziare.
L’industria e l’edilizia, per esempio, devono tornare ad essere liberi di agire sul mercato, con le ovvie garanzie per i lavoratori. Poi i comparti che hanno sofferto di più come il commercio, i servizi e turismo hanno ancora tempo, seppur non molto, per organizzarsi con l’obiettivo di un’estate da boom economico, sottolinea il leader della Lega. Ovviamente esagerando.
Condivisione anche sul tema migranti. Insomma finalmente Salvini si mostra per quello che è: filo-governativo. Tutto casa e chiesa, forse perché sotto pressione da parte degli industriali del Nord Italia che reclamano richieste di sostegno, minore pressione fiscale e aiuti per non licenziare.
Comunque stiano le cose il Paese non può essere abbandonato al suo destino, dunque la condivisione con gli altri Paesi Ue e la collaborazione con le nazioni africane è fondamentale per Salvini, anche se ci sembra un azzardo mastodontico per il capo della Lega. Anche su questi temi, sino a ieri oggetto di discussioni e manifestazioni di piazza, il Carroccio si dichiara assolutamente in linea con il presidente Draghi. Quando si dice attacca l’asino dove vuole il padrone.