ROMA – IL BAILAMME DELLA GIOSTRA MEDIATICA: RDC COME TRIDICO LA GRANDE FARSA

Le scaramucce ed i dibattiti di infima entità delle ultime settimane nella giostra mediatica. Reddito di Cittadinanza e Pasquale Tridico, non si parla d'altro. Che argomenti…

Roma – “Grande la confusione sotto il cielo. La situazione, quindi, è eccellente”, la frase pronunciata da Confucio, passata alla storia grazie a Mao Zedong, è perfetta per definire il cancan mediatico dei grandi giornali nazionali nelle ultime settimane. Scaramucce di infima qualità che si sono riversate come un fiume carsico fino ad inondare la grande giostra delle news.

Confucio

Il bailamme si è concentrato sul dibattito relativo al reddito di cittadinanza (poi sospeso e in attesa di nuove disposizioni) e a quello che passerà alla storia della nostra Repubblica come “il caso Tridico”. Cosa è successo di tanto eclatante da smuovere la canea giornalistica, celebre per il suo fiuto raffinato per le news importanti? E’ successo che editoriali, riflessioni, analisi del GPEI, Grande Pensatoio Editoriale Italiano, ha posto l’accento sull’aspetto assistenzialistico del reddito di cittadinanza, evidenziandone l’incapacità di spronare chi ne usufruisce alla ricerca di un lavoro.

Da quale pulpito provengono le prediche? Sole 24ore, Stampa + Repubblica, Libero, Corriere della Sera. Ovvero: Confindustria, Fca, Angelucci, Cairo, che sull’assistenzialismo dovrebbero avere il buon senso di tacere per tutti i proventi ricevuti, chi più chi meno, dallo Stato da almeno mezzo secolo. Il Rdc è, in primis, una misura di contrasto alla povertà e, poi, un sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale.

Come succede in tutti i Paesi “a democrazia avanzata”. La soglia massima, 780 euro, corrisponde a quella della “povertà relativa di Eurostat”. Com’è altrettanto vero che penalizza le famiglie numerose ed è stato percepito da evasori fiscali e mafiosi. Ma questo è un discorso che attiene ai controlli, che in Italia sono sempre all’acqua di rose e non all’efficacia della misura. L’aneddotica corrente suggerisce che chi usufruisce il Rdc (da alcune settimane sospeso dal Governo e in attesa di decisioni per le nuove erogazioni) non vuole alzare il culo dal divano per cercare lavoro.

Ma i dati, almeno in Europa, ci dicono il contrario. Secondo alcuni economisti il contributo non va collegato meccanicamente al lavoro ma come sostegno al reddito. E da questo punto di vista, i risultai possono considerarsi soddisfacenti. L’ostilità verso il Rdc nasce, anche, da una concezione troppo lavorista e da un generale impoverimento dell’economia non solo nazionale.

L’intenzione del governo è quella di inasprire i controlli anche per chi rifiuta le offerte di lavoro. La lentezza dei Centri per l’Impiego e dei Navigator preposti ad hoc hanno frenato l’efficacia del provvedimento. I dati ci informano che si è comunque riusciti a ridurre del 9% la povertà. Mentre l’altro aspetto, quello di aiutare il reinserimento nel mondo del lavoro, langue di brutto.

Il Rdc ha fornito più ossigeno per chi è stato sulla soglia della morte civile e sociale. Per quanto attiene lavoro nero ed evasione fiscale bisognerebbe chiedersi cosa fanno l’Ispettorato del Lavoro e l’Agenzia delle Entrate. Il caso Tridico, presidente dell’Inps proposto dai 5S, per le polemiche sul suo aumento di stipendio, è risibile. Nel senso che tutto questo accanimento non mi pare ci sia stato, e se c’è stato è passato presto. Negli anni verso i boiardi di stato ed i grandi manager delle banche, i cui lauti emolumenti sono si spropositati, il clamore è stato straordinario. E non si è certo esaurito in qualche giorno. Vuoi vedere che entrambi (Rdc e Tridico), solo perché partoriti dai 5S, suscitano preconcetti e bastonate medianiche? A saperlo prima…

 

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