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Foreste rase al suolo per produrre carne e soia

La deforestazione marcia a velocità supersonica ed i polmoni verdi nel mondo si fanno sempre più rari. A vantaggio delle coltivazioni intensive e dei pascoli quando non della cementificazione selvaggia. Il problema è gravissimo e se non s’interviene subito, anzi immediatamente, domani sarà troppo tardi.

Roma – Il buio oltre le foreste. E’ quanto si potrebbe affermare parafrasando il titolo del famoso romanzo della scrittrice statunitense Harper Lee pubblicato nel 1969. Nel senso del buio in cui si sprofonda dopo aver dato un’occhiata al rapporto del WWF (la storica e maggiore associazione ambientalista italiana): “Oltre le foreste”. Emerge l’ennesimo quadro disastroso a livello globale.

Vengono distrutti con estrema facilità foreste ed altri ecosistemi naturali quali praterie, savane, zone umide e torbiere, soprattutto nei Paesi tropicali e subtropicali. Così facendo si rende ancora più grave il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, oltre ad essenziali servizi sistemici che la natura ci offre e da cui dipendiamo.

Una delle responsabili di questo processo è la produzione di materie prime e prodotti agricoli, zootecnici e forestali. Secondo la FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, il 90% della deforestazione è dovuta all’espansione dei terreni agricoli a svantaggio di altri usi del suolo.

La Commissione Europea ha redatto una proposta di legge sulla deforestazione, che dovrà essere discussa dal Parlamento Europeo e dai Governi dell’Unione. Ma, come ben evidenzia il WWF, si rischia di non contrastare con efficacia il cambiamento climatico e la scomparsa di biodiversità, se nella nuova legge non avranno il giusto peso anche gli ecosistemi non forestali.

L’indagine “Oltre le foreste – Ridurre la pressione dell’Europa su tutti gli ecosistemi naturali“, condotta da 3Keel, società di consulenza sulla sostenibilità con sede ad Oxford, a cura del WWF, mette ben in evidenza il forte impatto dei consumi dell’Unione Europea su nove ecoregioni del Pianeta.

Esempio di ecosistema naturale non forestale

Secondo il WWF la proposta della Commissione Europea è limitata alle sole foreste, ma la mancata inclusione di tutti gli ecosistemi non forestali rischia di spostare il problema. Ovvero, savane, praterie, torbiere e quant’altro subiranno la pressione e la distruzione della produzione agricola e della zootecnica.

Il report ha rilevato che praterie e savane possono trattenere fino a due volte la quantità di carbonio delle foreste tropicali e la devastazione delle torbiere provoca il 5% delle emissioni di gas serra, pari al doppio di quelle del traffico aereo mondiale.

Per soddisfare lo sfrenato consumismo europeo, una sostanziosa dose di beni importati provengono da regioni molto ricche di biodiversità e importanti serbatoio di carbonio. Ad esempio, oltre la metà del Cerrado (trad. “chiuso”) – la savana del Brasile con maggiore biodiversità al mondo – è stato annientato per far posto alla produzione di carne e di soia.

L’ecoregione Cerrado, immensa savana tropicale del Brasile, è la principale vittima della deforestazione.

La stessa situazione è stata patita dal Chago argentino, un crogiuolo di praterie e savane, è stato trasformato in campi coltivati principalmente per la produzione di soia. L’elenco delle doglianze prosegue con l’isola di Sumatra, a sud della penisola malese, le cui torbiere per la quasi totalità sono state trasformate per la produzione di olio di palma, gomma naturale e piantagioni arboree per produrre cellulosa.

Il bacino centrale della Repubblica Democratica del Congo è una regione ricca di foreste e zone umide, col più grande complesso di torbiere al mondo. Ebbene, il 20% di tutto il legno esportato arriva nella nostra cara vecchia Europa, che è uno dei maggiori importatori di deforestazione tropicale e emissione di gas climalteranti ad essa associate.

Siamo secondi solo alla Cina. I gas climalteranti sono quelli la cui concentrazione in atmosfera è direttamente legata ad influenze antropiche. Mentre la deforestazione galoppa, la politica nostrana è impegnata nell’ardua impresa dell’elezione del Presidente della Repubblica, di cui gioverà sicuramente l’umanità intera.

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