HOME | LA REDAZIONE

Giornata mondiale contro la siccità: allarme rosso, l’acqua scarseggia in tutto il mondo

A breve il prezioso liquido scarseggerà a tal punto da trasformare il suolo in terreno lunare. Ancora possiamo fare qualcosa per evitare il dilagare di sete e siccità ma non c’è tempo da perdere.

Roma – Oggi si celebra la “Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità”. È una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite con lo scopo di promuovere e divulgare i nuovi metodi per prevenire l’inaridimento e sensibilizzare l’opinione pubblica sul degrado del suolo, l’approvvigionamento di acqua e cibo, la tutela della biodiversità e la sicurezza delle popolazioni minacciate dalla siccità e dal rischio desertificazione.

Nonostante la causa apparente dell’inaridimento del suolo sia la mancanza di acqua, di fatto le cause più rilevanti sono costituite da alcune attività produttive dell’uomo: come le coltivazioni intensive che depauperano il suolo, il pascolo eccessivo che fa sparire la vegetazione e compatta la terra, la scorretta gestione delle risorse idriche, gli OGM (organismi geneticamente modificati), l’eccessivo abbattimento di alberi che trattengono lo strato più superficiale dei terreni e l’approvvigionamento energetico insostenibile.

Il contrasto al degrado del suolo rappresenta investimenti per centinaia di milioni di euro

Da tutto ciò dipende il futuro della terra. I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono ormai sotto gli occhi di tutti come gli stessi effetti nocivi.

Gli scienziati dicono che i territori privi di acqua diventeranno sempre più vasti: occorrono interventi seri e mirati di mitigazione perché non è più possibile convivere con gli effetti nefasti innescati dall’uomo.

Il tema scelto quest’anno per la Giornata della Desertificazione e siccità sarà proprio incentrato sulla trasformazione dei terreni aridi in terreni sani, al fine di garantirne resilienza economica, posti di lavoro, il recupero della biodiversità, rallentamento dei cambiamenti climatici e riduzione dell’impatto, l’aumento del reddito e la sicurezza alimentare ed infine la ripresa verde post pandemia.

La desertificazione e il degrado del suolo sono dunque fenomeni complessi e non è possibile risalire a un’unica causa ma ad una serie di concause riconducibili alla pesante responsabilità umana.

Inondazioni fluviali e costiere causano ogni anno danni inestimabili

Quando si distrugge una foresta, ad esempio, si altera il fondamentale equilibrio tra gli elementi nutritivi del terreno e lo si rende fragile di fronte ai fenomeni metereologici.

Le piante inoltre regolano il ciclo dell’acqua e quando si estirpano o si incendiano gli alberi la conseguenza ovvia è un aumento della siccità. Evidentemente tutti questi problemi sembrano non riguardarci ma basta guardare dietro le nostre spalle di qualche decennio per renderci conto di quanto siano cambiate le cose. In peggio.

Degrado del suolo, la minaccia ambientale più sottovalutata

Ogni anno vengono promossi temi che hanno l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su tutte le forme non sostenibili di produzione e consumo che contribuiscono al degrado dei suoli e al consumo delle risorse idriche. Queste ultime, per esempio, vengono sprecate a livello periferico da acquedotti colabrodo e dalla mancanza assoluta di mappe del sottosuolo in grado di indicare i vasti intrecci di condotte e tubazioni malridotte o in costante perdita di prezioso liquido.

L’attenzione è poi focalizzata sul cibo e sull’utilizzo del suolo a scopo alimentare. Secondo le stime della Fao la richiesta di cibo aumenterà del 60% entro i prossimi trent’anni. Cifre da capogiro che non fanno sperare nulla di buono.

Suoli sani sono il fondamento per la sopravvivenza dell’umanità

I terreni agricoli saranno insufficienti a sostenere la produzione di cibo necessaria alla sopravvivenza dell’uomo e occorreranno ulteriori 120 milioni di ettari, un territorio vasto quanto il Sud Africa.

Quest’anno sono previsti in tutto il mondo eventi e convegni di sensibilizzazione e informazione per evitare che grandi aree del pianeta assumano un aspetto lunare per i terreni non più vitali. Occorre l’impegno di tutti, non solo dei governi di tutto il mondo.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa