MANGI UN HAMBURGER E CONTRIBUISCI A DISBOSCARE L’AMAZZONIA

un rapporto della ONG “Might Earth” mette in luce i collegamenti esistenti tra deforestazione e politiche dei fast food

Secondo i dati pubblicati dall’agenzia brasiliana per il monitoraggio delle foreste, circa 2,5 milioni di ettari di alberi sono andati in fiamme, in Amazzonia, nel solo mese di agosto 2019. Un disastro senza precedenti.

Nonostante le evidenti e conclamate colpe del presidente Bolsonaro, della deforestazione sembrano responsabili, seppur in minor parte, anche le più celebri catene di fast food.

Secondo un nuovo rapporto della ong “Might Earth”, gli ecosistemi dell’Amazzonia vengono decimati per produrre la soia e allevare i bovini. McDonald’s, KFC e Burger King acquistano carne brasiliana e tutte e tre servono pollo alimentato con una dieta a base di soia. Ma ci sarebbero molte altre aziende coinvolte nella deforestazione, come JBS, Cargill, Costco, Nestlé e Sysco.

La ong spiega che “le aziende in questione non solo finanziano direttamente la deforestazione, ma hanno ripetutamente esercitato pressioni sui governi per fermare le protezioni ambientali di base”.

 Il meccanismo è semplice: McDonald’s e Burger King, ad esempio, si riforniscono da Cargill, che serve manzo brasiliano e pollo che si nutre di soia. Anche Nestlè, apparentemente in prima linea contro la deforestazione, si serve di soia e acquista da Cargill gli alimenti per animali domestici. Stesso procedimento anche per la grande catena di supermercati Carrefour.

Greenpeace tira le somme: “McDonald’s, Burger King e KFC sono tra i più grandi nomi del fast food. I loro punti vendita si trovano disseminati per il mondo. Se queste aziende si dichiarassero contrarie alla distruzione delle foreste e cambiassero strada, l’intera situazione potrebbe migliorare”.

 

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