Batteri spaziali potenzialmente pericolosi

Oltre il maledetto virus che sta sconvolgendo il mondo ci sarebbero anche i batteri spaziali in grado di resistere a qualsiasi sollecitazione e tentativo di neutralizzazione per anni. Le strane forme di vita sono potenzialmente pericolose anche per la terra poiché le missioni spaziali potrebbero trascinarsele appresso nei loro viaggi di andata e ritorno. Basta scherzare con la morte.

Anche lo Spazio è stato contaminato dalla presenza umana. Ma come si fa ad avere fiducia ancora nell’essere umano, se ogni volta che decide di compiere un’azione di qualsiasi tipo, provoca effetti nefasti? Siamo stati in grado, infatti, di contaminare anche lo spazio. Dopo aver distrutto l’ecosistema avevamo bisogno di nuovi territori da inquinare! L’intensificarsi delle missioni spaziali ha aumentato il pericolo di impatto con i frammenti di immondizia spaziale.

Un recente studio della McGill University di Montreal, Canada, ha esaminato le conseguenze dell’espansione umana nello spazio dal punto di vista del rischio di contaminazione biologica. Negli ultimi tempi la NASA, l’agenzia indipendente del Governo Federale degli USA, responsabile del programma spaziale civile, nonché dell’aeronautica e della ricerca spaziale, si è convinta che è sempre più verosimile la prospettiva di intercettare forme di vita aliena.

Questo significa che nei prossimi anni aumenteranno le missioni spaziali. Ad esempio su Marte sono già sparsi diversi rover – veicoli di esplorazione spaziale – a cui si aggiungerà presto l’ExoMars dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea). L’ExoMars è un programma di astrobiologia dell’ESA e dell’agenzia spaziale russa Roscosmos che ha l’obiettivo di cercare segni di vita su Marte.

La missione, ancora in corso, porterà sulla Terra campioni del suolo di Marte, per essere analizzati. Ma essendo in programma missioni anche verso le Lune di Giove e Saturno, è intuibile che la presenza umana oltre l’atmosfera terrestre comincerà a farsi “affollata” come nelle ore di punta in centro. Inoltre, secondo lo studio, crescerà moltissimo il rischio di creare nuove forme di vita.

Questo perché quando si tenterà una missione di lunga durata sul Marte saranno necessari organismi in grado di generare cibo, processare i rifiuti e produrre biogas. I cosiddetti “batteri alieni” interessati dalle attività umane, sono quelli che potrebbero scaturire da possibili contaminazioni non controllate. La questione non è solo puramente teorica ma molto concreta.

Gigantografia di un “batterio alieno”

Sono stati individuati, infatti, batteri simili sulla carena della Stazione Spaziale Internazionale ed all’interno del Kennedy Space Center della Nasa. I pericoli di contaminazione provengono da forme di vita terrestri che viaggiano nello spazio insieme alle missioni di esplorazione e che possono subire mutazioni inaspettate se esposte a particolari condizioni.

In un recente esperimento si è dimostrato che le cellule di un batterio estremofilo (organismo in grado di conservarsi in ambiente estremi), il “Deinococcus radiodurans“, possono sopravvivere sulla superficie esterna della Stazione Spaziale in orbita anche per tre anni. Quindi, potenzialmente, è possibile trasferire forme di vita di questo tipo tra Terra e Marte, anche senza volerlo.

“Deinococcus radiodurans” è un batterio estremofilo, uno degli organismi più radioresistenti conosciuti al mondo.

Quello che è successo al Kennedy Space Center è ancora più significativo degli eventuali pericoli di contaminazione. Nel 2014 all’interno di una stanza sterile nella quale si stava assemblando la nave Phoenix, è stato scoperto un batterio sconosciuto. Quest’ultimo si è dimostrato resistente a dosi estreme di radiazioni ionizzanti, disidratazione e disinfettanti. Come se si fosse sviluppato in un ambiente diverso da quello terrestre.

Ora le modalità di evoluzioni delle forme di vita terrestri nello spazio sono imprevedibili. Per questi motivi gli scienziati hanno dichiarato che la possibile infestazione di pianeti lontani possa essere considerata come “un evento paragonabile ad un disastro naturale“. Non sarebbe il caso, dunque, che l’essere umano venga reso inattivo ed inoperoso, almeno così non produce danni?                                             

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