Euronorevoli più ricchi e chi fa la fame

Sotto l’albero di Bruxelles un Natale più ricco per gli europarlamentari. Per milioni di persone, invece, non ci sono speranze di sopravvivenza nel momento più nero del secolo. Non sono condivisibili i modi e i termini di questo ingiusto aumento “indicizzato” e, per di più, retroattivo. E poi dicono che gli elettori si allontanano dalle urne.

Roma – Ogni persona è unica ed originale, talmente differente da essere soggiogata dallo spirito di intraprendenza dell’Europarlamento. Un sogno che poteva avverarsi con un dolce risveglio. Così non è stato. C’è l’inflazione e tutti gli stipendi verranno aumentati per permettere a tante famiglie di non vedersi eroso il proprio emolumento dall’aumento del costo della vita. Magari. Che stupenda notizia se la vita fosse così per tutti, invece lo è solo per alcuni.

E’ il caso degli europarlamentari per cui è stato appena deliberato un aumento dei rimborsi di oltre il 4% per adeguare le loro indennità alla crescita del costo della vita. L’articolo 69, paragrafo 1, delle misure di attuazione dello statuto dei deputati al Parlamento Europeo prevede, infatti, che gli importi delle spese di viaggio rimborsabili, dell’indennità giornaliera e dell’indennità per spese generali “possono essere indicizzati”.

La possibilità, però, diventa immediatamente certezza tanto che, alla velocità della luce, vengono stabiliti gli aumenti, secondo i dati statistici pubblicati da Eurostat. Ma che dicono gli uffici competenti? Poiché l’inflazione registrata per quest’anno è attualmente al 4,4%, quest’ultima sarà la percentuale di aumento dei rimborsi degli eurodeputati, a decorrere dal primo gennaio 2022. Letto, confermato e sottoscritto. L’aumento riguarderà anche le spese di assistenza dei singoli parlamentari, nella misura dell’1,9%, fino ad un massimo di 26.107 euro a testa a partire dal primo luglio di quest’anno, cioè con efficacia retroattiva.

In definitiva nonostante l’inflazione sia temporanea come declinato, insistentemente, anche dalla Bce gli aumenti destinati agli onorevoli UE avranno durata imperitura. Insomma la scala mobile di Bruxelles va sempre in su, mai in giù.

La Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, in audizione al Parlamento Europeo, ha detto che “…Il calo dell’inflazione richiederà più tempo del previsto…” ma che, nel medio periodo, continua a prevederla al di sotto del 2%. Si ridurrà nel prossimo anno, ma il vero rischio sono i prezzi dell’energia. Se non si abbassano saranno dolori.

Christine Lagarde

In definitiva per avere un “normale” livello dei prezzi bisognerà aspettare la fine del primo semestre, se non il secondo. Bisognerà in effetti monitorare i flussi della crescita economica e tenere un faro acceso sugli accadimenti a livello di pandemia. Insomma il momento è tragico e gli esperti sconsigliano aumenti in busta paga per i comuni mortali. Nel frattempo però nessuno fiata se si rimpinzano le tasche degli europarlamentari. Che vergogna,

Durante gli ultimi 30 anni, l’Italia è stato, come riportato dalle statistiche relative alla variazione degli stipendi pubblicata annualmente dall’OCSE, l’unico Paese appartenente all’Unione Europea ad aver registrato una variazione del salario medio in negativo. Infatti.

L’Italia è l’unico Paese in Europa dove in 30 anni i salari medi sono calati

Inoltre, mentre la pandemia che ha colpito il mondo negli ultimi due anni ha inciso negativamente sul trend italiano, provocando un’ulteriore contrazione della variazione del salario medio, la situazione di emergenza pandemica ha inciso, invece, positivamente rispetto al fenomeno di migrazione verso gli stati esteri. Infatti nel 2020, sono stati solamente 112 mila gli italiani cancellati dalle anagrafi comunali per espatrio all’estero, cioè circa l’8 per cento in meno rispetto all’anno precedente.

Questo dato, se può sembrare incoraggiante, mostra, al contrario, che neanche una pandemia mondiale è riuscita a fermare questo flusso e, quindi, che esso, una volta migliorata la situazione, riprenderà, forse addirittura con maggiore forza. La motivazione è molto semplice: l’offerta lavorativa a livello di vita professionale e retributiva è migliore, rispetto a quella offerta dall’Italia. Etica e giustizia sociale ancora come cenerentole.

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