Diritti e doveri: l’obbligo vaccinale esiste per altre malattie, tranne per il Covid. Perchè?

Le imposizioni sono pesanti per tutti specie quando non vengono chiarite. E sulla pandemia c’è ancora tanta confusione e tante prescrizioni che pesano sulla libertà degli italiani. Se i vaccini sono efficaci e sicuri perché lo Stato non si assume la responsabilità di renderli obbligatori? Meglio l’obbligo motivato che il ricatto mascherato ma una certa politica non la pensa cosi.

Roma – Se ti comporti bene ti compro il giochino”. Frase che tutti i genitori, almeno una volta nella vita, hanno più volte ripetuto ai propri figli per convincerli ad obbedire. In effetti un popolo cos’è se non un enorme gruppo familiare che con gli altri congiunti condivide gioie e dolori, legati agli eventi che quella famiglia (nazione) attraversa?

Anche noi italiani non siamo estranei a tale regola. Basti pensare a ciò che siamo costretti a vedere in merito al fantomatico Green-pass. Il nostro Premier ha affermato, suscitando aspre polemiche, che non vaccinarsi equivale a scegliere di morire, salvo poi dover andare a spiegare tale tesi a chi, probabilmente, potrebbe essere morto proprio a causa di ciò che doveva salvargli la vita.

Tuttavia volendo dare per buona tale affermazione presidenziale, viene spontaneo chiedersi per quale motivo, atteso che il virus Sars-Cov-2 ha già mietuto vittime a non finire, nonché considerata la potenzialità diffusiva dei contagi, ancora oggi non è stato disposto l’obbligo vaccinale? Lasciando in pratica nelle mani dei cittadini la scelta in tal senso e, di conseguenza, la facoltà di decidere così anche per il bene altrui?

Ebbene si consideri che la nostra Costituzione, pur salvaguardando il diritto alla salute del singolo, non dimentica di tutelare quello della collettività (art. 32 comma 1) anche tramite un specifica riserva di legge prevista al secondo comma della medesima norma in merito ai trattamenti sanitari obbligatori (Tso).

Infatti tale obbligo è stato già previsto per altre malattie che, proprio grazie agli interventi vaccinali, non destano più alcuna preoccupazione quanto a contagi e tasso di mortalità. Esistono già, infatti, leggi del 1939, 1963, 1966, 1991 e 2017 che prevedono il vaccino obbligatorio, iniziando da quello contro la difterite, la poliomielite ed altre patologie.

E’ innegabile che alcune malattie, come appunto quelle appena elencate a cui aggiungiamo morbillo e tetano, siano state quasi completamente debellate grazie alle vaccinazioni imposte per legge e somministrate a tappeto.  

Soltanto la copertura vaccinale a trecentosessanta gradi può assicurare piena tutela all’interesse della collettività di cui parla la Costituzione nell’articolo prima citato. Eppure, ad oggi, nulla di quanto accennato è previsto per il Covid-19.

Eppure tale agente virale non è da sottovalutare. Basti pensare che, secondo fonti ISTAT, dall’inizio dell’epidemia e fino al 31 dicembre 2020, il contributo dei decessi Covid-19 alla mortalità per il complesso delle cause è stato, a livello medio nazionale, del 10,2%.

Con differenze fra le varie ripartizioni geografiche (14,5% del Nord, al 6,8% del Centro e al 5,2% del Mezzogiorno) e fasce di età (4,6% del totale nella classe 0-49 anni, 9,2% in quella 50-64 anni, 12,4% in quella 65-79 anni e 9,6% in quella di ottanta anni o più).

In termini più semplici, contando i decessi per diverse cause, durante la prima fase dell’epidemia si sono contate oltre 211.750 vittime (da marzo a maggio del 2020), pari a 50.957 in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019.

Dunque perché ancora ci troviamo in una fase di libera scelta in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid? I mal pensanti potrebbero rispondere che il non prevedere l’obbligo di somministrazione tramite un’apposita legge sia legato alla circostanza che da ciò deriverebbe un preciso dovere dello Stato di indennizzare chi subisce un danno ai sensi della L. 210 del 1992.

Il lasciapassare per bar e ristoranti al chiuso

Chi vuole pensare ancora peggio potrebbe asserire che, volendo evitare i rischi degli effetti collaterali dovuti ad una inadeguata sperimentazione dei vaccini anti-Covid, si intende arrivare ad una sorta di obbligo vaccinale indiretto, limitando progressivamente la libertà di circolazione, costituzionalmente tutelata, precludendo gli ingressi nei locali o la partecipazione a manifestazioni in genere

Ma qui sorge un altro problema: si scarica sui gestori degli esercizi commerciali l’ingrato compito di controllare il rispetto di tale imposizione da parte dell’utenza, trasformando di fatto gli esercenti in una sorta di polizia sanitaria con doveri ma senza reali poteri in tal senso.

Perché se la pesante affermazione del premier fosse vera, allora parimenti reale è l’esigenza di intervenire subito introducendo l’obbligo di vaccinarsi per evitare sia una ricaduta sui tassi di mortalità a dir poco spaventosi che nel totale fallimento di altrettante imprese costrette a chiudere definitivamente in caso di nuovi lock-down.

Inutile nascondersi dietro al classico dito scaricando sui commercianti compiti che non gli appartengono. Per un genitore è più comodo promettere un giochino piuttosto che perdere tempo per educare il figlio. Controllandone l’operato, naturalmente.

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