Chat sicure? Siamo nelle mani di nessuno

Non c’è alcuna certezza che i nostri dati e conversazioni non siano ceduti a terzi che archiviano e ascoltano. Da Whatsapp si è passati a Telegram o Signal ma chi vuole, hackers in primis, può fregarci i dati sensibili come e quando vuole. Nessun sistema di messaggistica o di trasmissione in fonia è sicuro. E mentre noi ci appelliamo alla privacy, ladri e malfattori fanno ciò che vogliono.

Sembra un paradosso ma la sicurezza informatica, se da un lato protegge i dati personali, dall’altro sembra alimentare il cybercrime. Stiamo parlando di Telegram, l’applicazione informatica sempre più utilizzata per la sua cifratura dei dati e per l’accesso.

E’ quello che emerge da un rapporto stilato dal Financial Times e da Cyberint, un gruppo di Cyber Intelligence. Questa applicazione, infatti, pare sia la preferita dal Dark Web, rete oscura o web oscuro. Quest’ultimo è quello non raggiungibile attraverso i tradizionali motori di ricerca, perché si sovrappone alle normali reti, rendendone molto difficile l’accesso. In questo modo è possibile nascondere e commerciare materiale illegale.

Secondo gli esperti, l’utilizzo del sistema di messaggistica, nell’ultimo anno, è cresciuto del 100% anche per il cambio di politica sulla privacy, messo in atto da WhatsApp, suo principale concorrente. Infatti il sistema di messaggistica più diffuso al mondo per comunicare ha obbligato gli utenti ad accettare la condivisione dei dati con Facebook.

Una decisione del genere non poteva che provocare reazioni di disappunto, tanto è vero che l’azienda è stata costretta a fare una parziale retromarcia, con la rettifica che le conversazioni private non saranno comunque lette“. Ma gli utenti, nonostante quest’assicurazione, non si sono fidati ed hanno deciso di puntare su altre infrastrutture digitali, tipo Signal e Telegram.

Dal rapporto del Financial Times risulta che si è formato una grossa rete di hackers che condividono e vendono dati rubati, con canali in cui sono presenti decine di migliaia di iscritti. Nell’ultimo anno si sono quadruplicate frasi come “Email Pass e Combo“. Alcuni archivi di dati, che circolano nell’applicazione, sono in possesso, addirittura, dalle 300mila alle 60mila e-mail e combinazioni di password per servizi di posta elettronica e di videogiochi.

Pare che si vendano perfino informazioni finanziarie, come numeri di carte di credito, copie di passaporti e strumenti per l’hacking. Gli analisti di Cybering, hanno specificato che Telegram trova il consenso, oltre che per la cifratura dei suoi messaggi anche, se non soprattutto, per la quasi assenza di controllo da parte delle Autorità.

Dopo che il bubbone è scoppiato, Telegram ha cercato di mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per arginare il problema. Ma la soluzione è sembrata molto simile a quella del “contadino che chiude la stalla quando sono scappati i buoi”.

Sono cresciuti, infatti, il numero dei moderatori dell’applicazione, ovvero quelle figure presenti in molte comunità virtuali. Queste cariche vengono conferite dall’amministratore a determinati utenti, in base a determinati standard quali affidabilità, serietà e competenza. Non sempre sono dipendenti dell’azienda ed il loro compito è quello di vigliare sul rispetto del regolamento della comunità. Qualora si rendesse necessario possono “smorzare” gli animi tra gli utenti.

L’effetto di questa iniziativa è stato di chiudere sino a 10mila canali al giorno, tra quelli che hanno violato le condizioni di servizio. Ma, nei fatti, il “latte è stato versato” e la situazione è completamente fuori controllo. Tantissimi, difatti, sono i canali presenti in quelle che sono vere e proprie “praterie allo stato brado”, dove i malfattori riescono comunque ad accedervi.

I nostri dati sono sempre più in pericolo e nonostante si possa prestare massima attenzione nella navigazione sul web, il crimine è sempre in agguato. Dimostrando una forte capacità di adattamento a qualsiasi mutamento e di competenza tale da sovvertire il meccanismo a proprio esclusivo vantaggio. D’altronde: chi va per questi mari, questi pesci piglia!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa