Berlusconi al Colle conviene ai trombati

Con il Cavaliere prima carica dello Stato le politiche salterebbero di un anno. Deputati e senatori che non verrebbero rieletti rimarrebbero seduti fra gli scranni per un altro anno e la cosa non dispiace affatto. Poi può succedere di tutto: gli alleati di Berlusconi potrebbero voltargli le spalle.

Roma – Tutti a tirare la giacca a Mattarella per il bis. Ma il Presidente si divincola e prepara il trasloco tra gli scranni dei “senatori a vita”. Nel frattempo, però, il “phantasy game” continua. Infatti la partita quirinalizia che Berlusconi intende giocarsi a tutti i costi parte da un presupposto molto semplice: la paura delle elezioni anticipate.


Silvio Berlusconi

Le sue chances puntano anche sulla debolezza intrinseca del momento che riguarda numerosi deputati e senatori, considerando che se non si andrà a votare nel 2022 la garanzia è rappresentata proprio dal Cavaliere. E anche se si andasse alle elezioni nel 2023 molti dei parlamentari di oggi non verranno rieletti dunque Berlusconi può essere una ragionevole alternativa alla candidatura di Draghi.

Del resto Berlusca, per natura e vocazione, è il tipico personaggio che si lancia nelle imprese impossibili, a patto di conoscere bene la strategia dei due alleati. In particolare se intendono assecondare il suo desiderio oppure, nei fatti, ostacolarlo. Cosi come qualcuno gli avrebbe sussurrato.

Converrebbe al Parlamento scegliere Mario Draghi quale 13° Presidente della Repubblica?

In effetti se Draghi venisse eletto al Quirinale è molto probabile che subito dopo si andrebbe a votare, Dunque qualcuno, in quota ai 5 Stelle, potrebbe pensare che Berlusconi, Capo dello Stato, potrebbe assicurare un altro anno di permanenza in Parlamento. E non sarebbe male per chi è destinato a uscire di scena per sempre abbandonando la poltrona. Alla “quarta votazione” bisognerà vedere se il centrodestra terrà duro o meno. Tutto è possibile.

Berlusconi gioca questa partita in prima persona e fino a quando la sua candidatura avrà le gambe per camminare non si può escludere nulla. Insomma si saprà tra non molto se Berlusconi serie possibilità di trasferirsi al Quirinale, se lo vuole veramente o se nasconde ben altro. Sogno proibito o frutto avvelenato per gli alleati, divenuti più una zavorra che un salvagente? Staremo a vedere.

Ettore Rosato

La coalizione di centrodestra nelle aule parlamentari è quasi maggioranza. Quasi, appunto, ed è la prima volta che accade nell’elezione del Presidente della Repubblica. Serve, però, un “candidato” che abbia un ampio consenso in Parlamento e Berlusconi non ha queste caratteristiche. Anzi.

Con queste parole il coordinatore nazionale di Italia Viva, Ettore Rosato, esclude di votare il leader di Forza Italia come Capo dello Stato. Parole che gelano le ambizioni dell’ex Cavaliere che sperava proprio nel sostegno di almeno una parte dei renziani.

A questo punto l’obiettivo è quello di trovare un nome condiviso all’interno dell’attuale maggioranza di governo. Strada in salita per Mario Draghi, che quasi tutte le forze politiche vorrebbero lasciare a Palazzo Chigi fino al 2023, ma anche per la difficoltà nel trovare un altro personaggio “forte” come Presidente del Consiglio. Nomi se ne fanno tanti, ma sono solo “ami da pesca”, per sondare disponibilità e reazioni.

Evidenziato nel cerchio: il “saluto Covid” di Ino Isnardi

Intanto è polemica nella politica del territorio: in Consiglio comunale a Ventimiglia presunti saluti romani da parte del consigliere di maggioranza Ino Isnardi di Fratelli d’Italia. A denunciare l’episodio è il collega Giuseppe Palmero, eletto con la lista Scullino sindaco, il quale stava difendendo il primo cittadino sull’attività svolta per combattere il Covid, quando pronunciava una parola scurrile, subito interrotto dal presidente del Consiglio Andrea Spinosi, intervenuto per sedare gli animi.

Lui ha chiesto scusa ed ha replicato stizzito: “…Però non posso essere continuamente interrotto quando in Aula ci si saluta con saluti romani…”, riferendosi ai gesti compiuti dal consigliere Isnardi che alle sue spalle aveva alzato il braccio romanamente. Ma Isnardi si difende: “…Nessun saluto romano. Visto che non mi dava la parola, ho alzato la mano per chiederla…”. Dunque il tanto contestato saluto fascista è stato ribattezzato da Jonghi Lavarini “saluto Covid”. E la commedia continua.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa