Mentre il presidente ucraino convince i parlamentari presenti, nonostante le vistose defezioni, forse il centro-destra prosegue sulla via del tramonto. Il Cavaliere “incorona” Salvini come l’unico vero leader italiano. Se cosi fosse siamo davvero alla frutta. Anzi anche oltre. Giorgia Meloni non si può dire contenta ma marcia solitaria verso il consolidamento del proprio consenso che sembra mantenere senza grossi scossoni.
Roma _ Il grido di aiuto di Zelens’kyj al Parlamento italiano suscita discreti consensi tra i deputati nonostante numerose assenze inquietanti, mentre il Governo è al gran completo. Le parole del Presidente ucraino lasciano senza fiato, “…Mariupol’ aveva mezzo milione di abitanti, immaginate Genova completamente distrutta…”. Si rimane storditi dalla violenza perpetrata dalla Russia. Ma siamo in guerra.
A cambiare argomento ci pensa Berlusconi che, nei giorni scorsi, ha incoronato Salvini “leader italiano” e gli ha passato simbolicamente lo scettro. FI smentisce, la Lega ringrazia e FdI afferma che è meglio aspettare il responso delle urne. La sensazione è quella che il centro-destra navighi a vista, secondo i giorni e gli umori del Cavaliere il quale, con uno strappo senza precedenti, allontana la Meloni dal proprio entourage. Dunque il capo di Fratelli d’Italia non avrà la possibilità di acquisire la leadership della coalizione ma poco male, a ben vedere come stanno le cose.
D’altronde proprio FdI sembra sempre più intenzionata a correre da sola, senza la zavorra dei moderati e del Carroccio. Insomma, quella di Giorgia Meloni, appare una scelta precisa, che sulle ali dei sondaggi e di ciò che sta accadendo in molti Comuni e Regioni avvalora la tesi di un percorso solitario, alternativo nei fatti a quello degli ex alleati.
La linea politica che, in ogni caso, è apparsa subito chiara da parte dei tanti conservatori centristi, è stata quella di creare una coalizione moderata, con Salvini nel suo interno, per mettere all’angolo FdI, rendendola marginale indipendentemente dal risultato elettorale che potrebbe raggiungere. In buona sostanza lo stesso percorso che era stato riservato, nella Prima Repubblica, al MSI di Almirante.
Questo è quanto emerge dalla manovra adottata da Berlusconi e per niente sgradita a Salvini, il cui affidamento politico non è mai stato cosi basso.
Durante la festa di ”fidanzamento ufficiale con Marta Fascina”, Berlusconi non perde tempo per l’endorsement nei confronti di Salvini descrivendolo come “…Unico vero leader che c’è in Italia…”. Se cosi fosse povero Bel Paese.
L’ex ministro degli Interni, tra un aperitivo ed una coppa di spumante, sentitamente ringrazia “…Per l’amicizia, la stima e la fiducia, ma – esordisce il capo del carroccio – in un momento così difficile solo una squadra unita, compatta e preparata può aiutare gli Italiani a risollevarsi, puntando sulle libertà economiche e sociali, sul taglio delle tasse e sulla pace fiscale, su una giustizia giusta e su un lavoro sicuro e ben pagato per tanti…”. Tutti argomenti da “campagna elettorale” che, come la cancellazione delle accise, il leader leghista difficilmente metterà in pratica.
Nell’immediatezza dell’evento, da parte di FdI non c’è stata alcuna risposta o commento ufficiale sull’abdicazione del fondatore di FI. Ma dal racconto di alcuni bene informati sui retroscena di partito, Giorgia Meloni sembrava molto contrariata. Comunque stiano le cose quanto accaduto è stato discusso e criticato. Adesso si attende una smentita dall’una e dall’altra parte. Se ci sarà.
In ogni caso le trombe sono suonate per tutti i “fratelli italiani”, i quali sono stati svegliati dalla Meloni al suono di vocali e messaggi di guerra. Non è prevista la ritirata, solo un’avanzata, che con una serie di appostamenti strategici, potrebbero mettere in difficoltà il regno del centrodestra.
Obiettivo della “pasionaria di destra” è, d’altronde, trasformare il partito da opposizione a forza di governo. Vedremo se ci riuscirà ma solo gli elettori potranno stabilirlo. Meglio se con una legge elettorale nuova di pacca.
In ogni caso e in base agli attuali sondaggi FdI rimane il primo schieramento politico davanti al Pd. Il partito di Giorgia Meloni perde però lo 0,1% e si attesta al 21,8%, precedendo il Partito Democratico che sale dal 21,3% al 21,6%.
La Lega, al terzo posto per gradimento elettorale, cresce dello 0,2% e arriva al 16,4%. Il Movimento 5 Stelle scende, invece, dal 13% al 12,9%. Forza Italia cede lo 0,2% e si attesta al 7,8%. Stabile al 5,2% la formazione Azione/+Europa. Mdp scende al 2,4%, i Verdi salgono al 2,3%. Sinistra Italiana è al 2,2%, come Italia Viva di Renzi.