I politici nostrani parlano a vanvera specie quelli che hanno le mani in pasta con Putin. Gli altri sono dormienti mentre la Meloni presenta una mozione dal sapore dietrologico e strumentale. Draghi reitera la sua ferma condanna alla Russia e al suo presidente mentre il Santo Padre invoca la pace senza condizioni.
Roma _ Cercasi i vecchi amici italiani del presidente di San Pietroburgo. Mentre in pochi giorni tutti i “putiniani” nostrani sono incredibilmente spariti, Papa Francesco esorta il mondo alla pace e sceglie la giornata di oggi “Mercoledì delle Ceneri” per dedicare una giornata di preghiera e digiuno, contro l’offensiva russa.
Da ogni angolo d’Europa e da ogni città si leva una sola voce: “Cessate il fuoco, no guerra!” Ma Putin, indifferente, si toglie la maschera e si rivela per quello che è: un pericoloso sovversivo, a cui interessa la Crimea e la neutralità dell’Ucraina. Nonostante non sia il solo colpevole in questa crisi.
L’Ue rimane l’unico argine a tanto disprezzo delle vite umane, sacrificate per biechi interessi economici e di geopolitica internazionale. Se ne rendono conto i politici italiani amici dello Zar russo. Intanto il Governo dichiara un nuovo stato di emergenza, questa volta non per la pandemia ma per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Meloni, nel frattempo, presenta una mozione per difendere gli interessi nazionali. Ma in questo momento appare un’iniziativa esclusivamente strumentale. La reazione nel centrodestra, nei riguardi di Putin, però non è del tutto uniforme.
FdI, fa “melina” e si converte sulla linea governativa come FI, mentre Salvini, dopo essere stato ad Assisi, invoca cautela. Il M5s alle prese con qualche grillino che complica, fino all’ultimo, l’accordo sulla risoluzione congiunta.
In ogni caso per Mario Draghi non è più tempo di mezze misure, l’aggressione all’Ucraina è “…Un atto barbaro e una minaccia per tutta l’Europa…”. Con la guerra che bussa alle porte il premier sprona a reagire con la massima fermezza. Per la prima volta nella sua storia l’Europa spedirà armi a Kiev, così Draghi, che ha sentito i principali leader, offre il pieno appoggio dell’Italia al pacchetto di misure targate UE.
Il Premier italiano è tra i primi a schierarsi con determinazione in favore della linea dura di Biden, Scholz e Macron. La tenaglia attorno a Mosca, in tal modo, si stringerà fino a bloccare le banche russe con l’esclusione dal circuito Swift. In tutto questo groviglio di follia e violenza, enormi interessi fungono da volano nel mondo, per la bieca supremazia economica e politica. Salvini, intanto, si dichiara contrario alle armi all’Ucraina. L’amicizia di Putin pesa sulle sue scelte, indubbiamente.
Non si fa attendere, però, un tweet di risposta del leader di Azione, Carlo Calenda: “…No alle armi..? Cosa dobbiamo inviare, secondo Salvini, delle fionde..? Dei fucili a coriandoli..? Delle felpe..?”.
Calenda, come suo solito non si ferma, e va oltre: “…Già sono insopportabili i distinguo e le furbizie sul Covid o la politica economica, ma sulla politica estera e difesa in tempo di guerra sono inaccettabili. Se Salvini non riesce a staccarsi da Putin se ne vada all’opposizione…”.
Il leader della Lega rispondendo all’annuncio da parte di “Borrel” sulla proposta di rifornire l’Ucraina di armi, aveva, infatti, appena evidenziato il suo pensiero: “…Sono un tifoso dell’introduzione del servizio militare ma all’Europa non chiedo di distribuire armi ma di perseguire la via del Santo Padre…”. Una strategia per sfilarsi da ogni azione nei confronti di Putin?
Che fine hanno fatto i grandi poeti e narratori che allietavano i nostri cuori, facendoci sognare un mondo diverso ed universalmente migliore? Forse sono stati sostituiti da cantastorie e navigatori del web, oltre che da politici da “bar dello Sport”. Insomma una vera involuzione, quasi una piaga sociale.
In ogni caso anche Di Battista entra a gamba tesa nello scacchiere internazionale con un’affermazione che definire bislacca sarebbe un eufemismo:“…La Russia non sta invadendo l’Ucraina – dichiara Dibba – ma credo che Putin tutto voglia fuorché una guerra…”.
Ma al buon Alessandro non è bastata. E rincara la dose:“…La Russia, giustamente, chiede garanzie riguardo la neutralità futura dell’Ucraina. Un’eventuale entrata dell’Ucraina nella Nato rappresenterebbe una minaccia inaccettabile per Mosca…”.
Parole e musica di Alessandro Di Battista, rimasto fedele alla linea scettica sull’atlantismo. Buona riflessione a tutti.