Riforma fiscale: ognuno dice la sua ma l’evasione cresce

Il lavoro nero, la lotta all’evasione, l’eccessiva pressione fiscale, l’aumento dei prezzi e dell’inflazione sono criticità che ci mettono in ginocchio. Le soluzioni ci sono ma tardano ad arrivare perché la politica delle parole non serve più a nulla. Mentre si parla ancora di elezioni il Bel Paese sprofonda nel disagio sempre più dilagante.

Lo scorso 16 novembre Confesercenti ha celebrato il cinquantesimo anno della sua nascita. Il tema al centro del dibattito per l’occasione è stato: “Il futuro delle imprese di vicinato, del turismo, del commercio e dei servizi, tra emergenza sanitaria, economica e ripartenza“.

Patrizia De Luise (foto ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Durante l’assemblea annuale la presidente Patrizia De Luise ha elencato alcune criticità tra cui:

  • la pandemia ha impoverito gli italiani: a fine anno il reddito medio delle famiglie sarà ancora di 512 euro inferiore ai livelli pre-crisi;
  • la crescita dell’inflazione potrebbe sottrarre ai consumi entro il 2022 circa 9,5 miliardi di euro;
  • gli 8 miliardi per alleggerire la pressione fiscale previsti dalla legge di Bilancio sono una base di partenza molto ridotta e non si sa come verranno ripartiti.

E’ necessaria una riforma fiscale che riduca il peso del fisco su famiglie ed imprese, così come va rivista la pressione dei tributi locali.

Al riguardo Confesercenti ha calcolato che un incremento della tassazione locale ed il ritorno alle tariffe prima della pandemia, sarebbero deleterie per molte attività del terziario e del turismo, con maggiori uscite di circa tre miliardi di euro.

Ovviamente dalla crisi dell’occupazione è scaturito il calo dei consumi. Quest’anno sono stati recuperati solo la metà dei 720mila posti persi nel 2020. I lavoratori autonomi hanno subito una vera e propria débâcle: sono circa 356mila in meno rispetto al periodo pre-Covid.

Gli italiani hanno ridotto i consumi del 10,9%, portando la propensione al risparmio al 15,8%

Il settore del turismo e dei servizi vive uno strano paradosso, ovvero la domanda di 100mila lavoratori non ha trovato offerta, per mancanza di personale. In questo contesto, secondo Confesercenti, andrebbe pensata una strategia che consenta di ridurre il costo del lavoro e di proteggere chi lavora. Ma la riforma degli ammortizzatori sociali, porterebbe ad un aumento delle contribuzioni triplicate, una crescita media per dipendente di circa 90 euro.

Su alcune annotazioni della presidente De Luise è utile, per completezza di informazione, fare dei distinguo. Se è vero che, stando ai dati riportati nel settore del turismo, ci sarebbe stata una domanda di 100mila lavoratori che non è stata soddisfatta per carenza di personale, è altrettanto vero che la cifra è, con molta probabilità, sovrastimata.

Nel senso che il numero dei lavoratori in nero, assunti, ad esempio, nel settore della ristorazione, finanche all’estero alle dipendenze di titolari italiani, è sostanzioso e, per motivi intuibili, non viene rilevato dalla statistica. Ovvero ciò che non risulta, non c’è. Inoltre sono sottoposti a turni massacranti, con paghe basse, senza malattie e contribuzione previdenziale.

Tutta colpa della tassazione eccessiva e dei troppi balzelli, soprattutto locali? Non può essere, invece, che si vuole mirare solo al profitto, sulle spalle di poveri cristi e sull’elusione-evasione fiscale, confidando nell’assenza di sanzioni serie?

Lavoro in nero: 3,3 milioni di lavoratori irregolari, Campania tra le prime.

Alcuni sostengono, dunque, che l’evasione c’è perché lo Stato è troppo esoso, una sorta di lotta per la sopravvivenza altrimenti l’azienda perirebbe. Al contrario lo Stato è esoso proprio perché si evade troppo. E’ un po’ come il cane che si morde la coda. Se le imposte venissero versate da tutti, ne scaturirebbe un calo delle stesse per tutte le categorie di lavoratori e per le aziende stesse.

Il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio alla presidente della Confesercenti Patrizia De Luise, per la celebrazione dei 50 anni dell’associazione. Oltre agli auguri si è congratulato per la vivacità che hanno dimostrato soprattutto le attività di prossimità nel periodo del lockdown, per il presidio sociale che hanno esercitato.

I leader Enrico Letta, Giorgia Meloni, Giuseppe Conte, Matteo Salvini (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Presente quasi tutto il parterre de roi (si fa per dire) della politica, sempre in prima fila quando c’è l’occasione di farsi notare. Da Giuseppe Conte, leader del M5S, ad Enrico Letta del PD, da Matteo Salvini della Lega a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia.

Tutti hanno elargito le loro ricette per risolvere la crisi e per riformare il fisco. Come se fino ad ora fossero stati sulla luna. Al solito chiacchiere a bizzeffe nel grande spettacolo, da circo Barnum, della politica italiana.                                       

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