Salvini cambia rotta, il Carroccio mugugna

Il leader della Lega è in netto ribasso a causa delle sue bislacche iniziative che gli sono costate diversi punti di dissenso. I suoi tentativi di rimediare, poi, hanno sortito L’effetto contrario effetti specie nei suoi elettori che si sono espressi negativamente attraverso i sondaggi. Anche gli stati generali del Carroccio hanno storto il naso. A ragione.

Roma _ La politica interessa sempre meno i cittadini. Alcuni partiti, addirittura, stanno perdendo piede per via della scarsa affidabilità dei loro leader. Le notizie che circolano sulla rete internet, specie di questi tempi, sono capaci di esaltare (sempre meno) o di ridicolizzare (sempre di più) i politici più famosi che, alla fin fine, temono il giudizio della gente specie quando questo è negativo.

Il consenso elettorale è ancorato alle percezioni che il cittadino riceve attraverso i telegiornali, le trasmissioni a sfondo politico e sociale, i giornali ed i social network, questi ultimi ormai diventati la voce di presidenti, capigruppo e segretari. Insomma se mettiamo le cattive notizie sui leader, il dissenso e l’astensione è probabile che alle prossime politiche non si possa procedere per assenza di materia prima.

Il sindaco di Przemysl e Matteo Salvini

A riprova di quanto abbiamo affermato la brutta vicenda di Przemysl, proiezioni alla mano, è costata circa 260 mila voti a Matteo Salvini. Una settimana dopo che il sindaco della cittadina polacca gli aveva regalato la maglietta di Putin, il leader della Lega fa i conti con i primi sondaggi. Il Carroccio, in soli otto giorni, ha perduto lo 0,8 per cento dei consensi, scendendo dal 17 al 16,2, lasciando per strada il recente trend stabile che l’inizio della guerra aveva confermato un po’ a tutti i partiti.

In pratica la Lega è giunta al punto più basso dal maggio 2019, ovvero dal successo delle elezioni europee che hanno spinto Salvini a dare il benservito a Conte con la crisi iniziata dal Papeete, che si era sviluppato in piena estate.

Ma non solo. Tante sono state le giravolte del Capitano, passato dall’appoggio a Putin, all’Alleanza Atlantica così come in Europa è passato dal sostegno a Marine Le Pen a quello di Draghi. Una svolta che, certamente, nel partito è stata apprezzata, considerata la tendenza filogovernativa della maggioranza dei leghisti.

Queste piroette, in larga parte azzardate, hanno permesso alla Meloni di superarlo nei sondaggi. La risposta di Salvini alle sue scorribande, come sempre, viene attribuita alla strumentalizzazione di ogni sua iniziativa o dichiarazione, senza considerare che al di là dei presunti agguati mediatici, è proprio il suo agire ondivago che delegittima qualsiasi azione politica.

Giorgia Meloni

Allora Salvini è corso ai ripari diradando gli appuntamenti con la stampa e, a quanto pare, concentrandosi sugli aspetti pratici della crisi di Kiev. Il che non vuol dire proprio nulla, se non un modo come un altro per abbandonare il campo e trasferirsi su altro territorio con lo stesso pallone fornito dalla fabbrica delle illusioni che porta in giro da sempre.

Il cambio di rotta non ha esaltato l’elettorato più di tanto e il tentativo di cambiare registro spostando l’attenzione sulle criticità economiche, come il caro bollette, l’aumento del prezzo della benzina e le ripercussioni sui beni alimentari, hanno avuto l’effetto contrario. Il buon Matteo non riesce a scaldare i cuori dei suoi elettori, stanchi di chiacchiere e magliette sponsorizzate.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Salvini infatti persevera nell’errore e dichiara che in Polonia intende ritornare senza giornalisti. Insomma quando i cronisti scrivevano un gran bene erano benvenuti, quando gli stessi criticano e attaccano il capo della Lega meglio non averli fra i piedi?

Aldo Amati

Nel malcelato tentativo di rimediare alla brutta figura planetaria subita nella città polacca Salvini se l’è presa pure con l’ambasciatore italiano in Polonia, Aldo Amati, responsabile secondo il comandante del Carroccio di non averlo avvisato del “pericolo” di una probabile contestazione nei suoi riguardi. Altra figuraccia che non finirà qui.

E come nelle migliori narrazioni le accuse di Salvini vengono respinte al mittente dalla Farnesina, che difende giustamente Amati dicendo che proprio il diplomatico italiano in Polonia avrebbe suggerito al leader leghista di non prendere parte ad alcuna conferenza stampa con il famoso sindaco di cui sopra. Per ogni partito quanto successo a Salvini è un campanello d’allarme e, forse, una notifica di sfratto per indegna rappresentanza. Se non di più.

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