Si sapeva che l’estate avrebbe contribuito ad aumentarli i contagi. E non a diminuirli come qualcuno aveva annunciato trionfalmente. Gli italiani, poi, hanno interpretato vaccino e Green-pass come la chiave per accedere alla ritrovata normalità, sbagliando clamorosamente. Il Governo, di contro, c’ha messo di suo: scarsa informazione e martellante campagna a favore del lasciapassare inteso come il bengodi. Questi sono i risultati.
Roma – Quarta ondata: ci siamo quasi. Fra qualche giorno almeno 3 regioni in giallo (nonostante il giochetto sui numeri dei posti letto in area medica e in terapia intensiva per ritardare il più possibile l’ingresso nell’area colorata aggirando i nuovi parametri) e, se tutto va bene, con un numero di contagi che ci riportano indietro nel tempo.
Ai giorni tristi del secondo lockdown. Insomma un’altra batosta annunciata poiché si sa, fra i turisti nostrani, quei pochi stranieri e un rave-party in Tuscia con diecimila partecipanti appiccicati fra di loro, i numeri dell’infezione non potevano che giocare al rialzo.
E cosi è stato. Grazie anche al Green-pass interpretato da una certa politica e dai cittadini come la panacea per tutti i mali. Una sorta di passepartout con cui spalancare tutte le porte. Un lasciapassare che ha significato un’estate da liberi tutti quando mascherine e distanziamento, soprattutto in strada, dovevano essere mantenuti.
Insomma pagheremo l’ennesimo scotto dei faciloni con vaccini che non immunizzano per bene e i comportamenti imbecilli degli italiani che credono, a torto, che sia tutto finito. Ora però è tardi per annunciare eventuali quanto impossibili restrizioni.
Tornare a chiudere le attività economiche significherebbe il suicidio per milioni di persone, dunque che cosa fare in caso di attacco frontale da variante Delta? Stavolta la patata bollente passa nella mani di Mario Draghi che dovrà dimostrare di essere meglio di Conte nel tutelare la salute degli abitanti del Bel Paese che, una volta tornati in città, dovranno fare i conti non solo con la pandemia alla carica ma con le cartelle esattoriali in arrivo, il rincaro delle bollette, l’aumento dei generi alimentari e cosi via dicendo.
E’ una situazione angosciante. Diventa difficile tutto. Richiedere un documento, fare una prenotazione, cercare un farmaco o eseguire un esame clinico o diagnostico. Per non parlare dei ricoveri e di come è messa la sanità pubblica (e privata) di questi tempi.
La verità è una sola: è diventato difficile vivere. E la malattia globale non ha fatto altro che peggiorare le cose. Manca il lavoro, i licenziamenti aumentano, i negozi chiudono, le attività commerciali si sono ridotte della metà e non ci sono prospettive serie per una vera ripartenza.
La politica dei palazzi, che riprenderà la prossima settimana, sarà occupata con le prossime elezioni amministrative mentre si dovrebbe mettere mano, e subito, a diverse riforme ormai non più rinviabili. Difendere la salute, in questo momento, diventa però la priorità assoluta se vogliamo parlare di futuro.
E senza trascurare le altre patologie gravi, i cui interventi terapeutici sono stati somministrati a singhiozzo durante questo lungo e faticoso biennio di terrore sanitario. Siamo tornati ai numeri Covid ripetuti in tv sino alla nausea. Dietro le telecamere virologi e opinionisti nuovi di pacca.
Eppure avevano promesso di cambiare registro. Nulla di fatto, tutto come prima. La variante Delta se la ride mentre la scienza si orienta verso la terza dose. A cui forse seguirà una quarta o una dose di richiamo annuale e cosi via.
Degli altri vaccini, fra cui due italiani, si sa poco o nulla. Speriamo siano meglio di questi. E che arrivino presto. Il tempo stringe.