Anche perché nel futuro potrebbero riaccadere iatture del genere e dovremo essere pronti ad affrontarle. Malattia a vasto raggio significa anche implosione del sistema sanitario, oltre che crisi economica e sociale. Anche su questo fronte dovremo farci trovare preparati e aiutare i Paesi che se la passano peggio.
Milano – Oggi si celebra la Giornata Internazionale per la Preparazione contro le Epidemie (Risoluzione ONU A/RES/75/27). L’ONU ha diffuso un abstract sulle questioni che sono sul tappeto, in cui vengono illustrati i fondamenti teorici ed operativi sull’argomento. Queste giornate rappresentano occasioni concrete per educare il pubblico su questioni di interesse mondiale. Inoltre servono per attivare le volontà e le risorse politiche utili alla soluzione dei problemi. L’intento è anche quello di utilizzare giornate come questa come un potente strumento di promozione e sostegno alla causa.
La pandemia ancora in corso ha dimostrato di essere oltre che crisi sanitaria, anche sociale, economica, umanitaria e dei diritti umani. Pensate è bastato un virus, ovvero un minuscolo aggregato biologico di dimensioni infinitesimali che oscillano dai 28 ai 200 nanometri (miliardesimi di metro), di conseguenza visibile solo al microscopio elettronico, per far emergere gravi fragilità e disuguaglianze sia tra gli Stati che all’interno di essi.
Per offrire una soluzione è necessaria la partecipazione della società nel suo complesso, dei Governi nazionali e di quello mondiale orientati da compassione e solidarietà. Per questo l’ONU ha indirizzato la risposta globale al Covid-19 per salvare vite umane e proteggere le società nella ripresa. Come ha dimostrato la pandemia che non è ancora conclusa, le principali malattie infettive e le epidemie, hanno avuto nel corso dei secoli effetti devastanti sullo sviluppo socio-economico.
Le crisi sanitarie di questo tipo sono delle vere e proprie minacce, in quanto il rischio di annientamento dei sistemi sanitari, già oberati, è molto alto. Inoltre si aggiunge l’interruzione delle catene di approvvigionamento globali che può provocare una devastazione sproporzionata dei mezzi di sussistenza delle persone.
Il conto più salato è stato pagato, come sempre, da donne e bambini e dalle economie dei Paesi più poveri che, in quanto tali, sono anche più indifesi. E’ necessario avere a disposizione sistemi sanitari resilienti e solidi con l’obiettivo di offrire risposte soddisfacenti ai più fragili o in situazione di vulnerabilità.
L’assenza di attenzione internazionale potrebbe essere nel futuro terreno fertile per le prossime epidemie, che rischieranno di essere superiori alle precedenti per intensità e gravità. Quindi è urgente aumentare la consapevolezza, lo scambio di informazioni e conoscenze e migliori pratiche mediche. Inoltre un’istruzione di qualità e programmi di promozione e di sostegno alla causa della prevenzione. Questo deve avvenire su base locale, nazionale, regionale e internazionale, come le sole misure idonee a prevenire e rispondere alle epidemie.
Mettere in atto le lezioni apprese sulla gestione epidemica e evitare l’interruzione dei servizi di base sono due aspetti fondamentali, le condizioni senza le quali non si può andare avanti. L’approccio deve essere “One Health“, ovvero che promuova l’integrazione della salute umana e animale, nonché delle piante e dell’ambiente in generale. Tanto più sono solidi il multilateralismo e la cooperazione internazionale, tanto più efficaci saranno le risposte alle pandemie.
L’ONU e, in particolare, l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – hanno svolto e svolgono tuttora un ruolo fondamentale nel coordinare le risposte alle epidemie e nel sostegno degli sforzi regionali, nazionali e globali per affrontare l’impatto delle epidemie in linea con l’obiettivo di far avanzare l’Agenda 2030.
Quest’ultima è un programma d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Non si vuole sminuire l’evento, ma come tutte le celebrazioni il forte rischio è di essere spettatori di un profluvio di argomentazioni, esortazioni e desiderata, senza decisioni concrete.