Diverse regioni potrebbero tingersi di giallo a breve e il Governo corre ai ripari consolidando il piano vaccinale soprattutto con la terza dose. Nel frattempo la situazione economica risente di ritardi e malcontento ma bisogna fare presto evitando l’esercizio provvisorio. Sotto le feste rincarano tutti i generi di consumo e per venire incontro al caro bollette ancora non è chiaro se si utilizzerà una parte dei fondi destinati al Reddito di Cittadinanza sul quale i grillini, però, non cedono.
Roma – Il virus replica e ritorna lo spauracchio delle zone a colori. Questa settimana il Governo è alle prese con la nuova variante Omicron. Nel contempo Draghi e i suoi provano a mettere al sicuro la legge di Bilancio per arrivare all’approvazione evitando sorprese. Peraltro lunedì scorso è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione Bilancio al Senato pertanto, se non si raggiungerà un accordo, la manovra finanziaria rischia di essere inondata e stravolta dalle modifiche che potrebbero compromettere l’approvazione del provvedimento finanziario.
L’anno scorso, con il Conte bis, erano state 7 mila le proposte avanzate dai partiti, quest’anno sono 6.290. E’ entrato, dunque, nel vivo il confronto sulla manovra tra le forze politiche che compongono la larga maggioranza dell’esecutivo Draghi. C’è un mese a disposizione per convertirla in legge.
È necessario procedere a velocità sostenuta, evitando incidenti di percorso o situazioni da guerriglia parlamentare che potrebbero far scivolare il Paese nell’esercizio provvisorio, con gli enormi danni che ne deriverebbero. Così il Premier ha cominciato da giorni il confronto con i capigruppo e i capi delegazione per evitare, in ordine alla manovra economica, “l’assalto alla diligenza”.
Intanto i leader dei partiti cercano di piantare le proprie bandierine sulla manovra, anche per rimarcare le posizioni in vista della prossima partita, quella del Quirinale. Dal vertice del ministro dell’Economia con le sigle sindacali è emersa la richiesta di redistribuire 8 miliardi a disposizione per lavoratori e pensionati.
Le proposte sono state anche di ampliare la “no tax area”, cioè la fascia che non paga l’Irpef perché l’imposta viene azzerata dalla detrazione fissa, nonché di agire sulle detrazioni aumentandole e anche sul cuneo contributivo, comprimendo soprattutto la voce dei contributi a carico del lavoratore dipendente che assottiglia la busta paga.
Quella del centrodestra che sembrava una tregua, dopo l’intesa sul fisco, è durata poco. Infatti Forza Italia ha chiesto a Draghi l’estensione del taglio dell’Irap e di mantenere i bonus edilizi, allargandoli alle case monofamiliari e agli impianti sportivi. Mentre Matteo Salvini vorrebbe spostare parte dei fondi del reddito di Cittadinanza su un intervento contro il caro-bollette.
Invece i Cinque Stelle hanno difeso la legge bandiera e ribadito al Premier e al ministro dell’Economia che il patto sul reddito di Cittadinanza non si tocca, altrimenti rischia di saltare tutto l’impianto della legge di Bilancio. I grillini hanno chiesto anche di salvaguardare la misura del Superbonus e di togliere il tetto Isee di 25mila euro per le ristrutturazioni delle villette.
L’auspicio del Governo è che non si formino maggioranze alternative in grado di svalutare la maggioranza nelle votazioni, com’è successo con il decreto Capienze in cui Forza Italia, Lega e Italia Viva hanno votato due volte contro l’attuale gestione diretta da Draghi.
Continua ancora il pressing per un rinvio delle cartelle esattoriali oltre il 31 dicembre. La richiesta proviene da quasi tutti i partiti. Ma già col Dl Fisco, che fissa lo slittamento dal 30 novembre al 9 dicembre, c’è stato lo scoglio dei fondi.
Comunque Draghi e Franco ascolteranno le esigenze di tutti, assicurando la massima attenzione dell’esecutivo ma le risorse sono esigue e il Parlamento avrà a disposizione solo 600 milioni per cambiare la manovra.
Il Senato è chiamato, in ogni caso, a dare il via libera entro il 18-20 dicembre, mentre alla Camera si punta ad un’approvazione lampo senza modifiche per chiudere magari anche con un po’ di anticipo rispetto alla scadenza di fine anno. Insomma difficoltà su difficoltà.