Cateno De Luca risponde alle domande di Pop da autentico primo cittadino. Tanto diverso dalle comparsate in tv che, comunque, sono servite per puntare il dito sulle disfunzioni dello Stato durante il periodo critico della pandemia. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e De Luca non è certo il tipo che si tira indietro.
Messina – Cateno Roberto De Luca da tre anni alla guida del capoluogo peloritano. Come tanti suoi colleghi, il primo cittadino della città dello Stretto ha dovuto fare i conti con le conseguenze della disastrosa pandemia dalla quale pian piano stiamo uscendo fuori. Lo abbiamo incontrato per fare il punto sui progetti dell’Amministrazione comunale.
- In quale maniera la pandemia ha influito sull’amministrazione quotidiana della città?
“…È logico che le abitudini di tutti, non soltanto di una pubblica amministrazione, sono state stravolte dalla situazione pandemica – esordisce il primo cittadino – ci siamo trovati di fronte a una situazione paradossale per la quale ovviamente non eravamo preparati. Questo ha modificato anche l’organizzazione dei vari enti.
Lo smart working è stato introdotto velocemente proprio perché il motivo principale era quello di limitare la mobilità del virus e questo poteva avvenire, come più volte scientificamente provato, solo con la consequenziale limitazione delle persone in quanto soggetti artefici della trasmissione.
Un riassetto quindi che ci ha costretto a rivedere l’organizzazione dei servizi ma che di contro ha messo in luce le debolezze della nostra struttura: innanzitutto la mancata digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, come in tante altre realtà del Meridione.
A seguito di ciò anche l’impossibilità, per molti aspetti, di far fronte alla situazione e la conseguenza è stata una riduzione dei servizi essenziali che in ogni caso dovevano essere garantiti. Un elemento oggi del Recovery Plan è proprio l’investimento nell’organizzazione della Pubblica Amministrazione ma soprattutto nel completamento della digitalizzazione, che significa anche fibra ottica in tutti territori.
Per quanto attiene alle problematiche riscontrate dalle scuole occorre evitare che la pandemia possa creare ulteriore divario, anche sotto il profilo sociale, tra le famiglie che usufruiscono di banda larga e hanno la strumentazione idonea e famiglie che abitano al di fuori del territorio servito da tale tecnologia o altresì che non hanno la possibilità di avere la strumentazione telematica per poter partecipare alla didattica a distanza. Pertanto è servito rivedere l’intero assetto e investire le risorse necessarie per arrivare a ridare pari dignità anche in territori ben circoscritti…”.
- Niente è più come prima e il difficile anno trascorso ha provocato stravolgimenti in tutti i settori. Il turismo e le attività commerciali hanno subito i disagi maggiori. Come e che cosa cambierà a Messina?
“…Durante la pandemia abbiamo già pianificato la ripartenza – aggiunge De Luca – perché è nostra abitudine non gestire solo la fase emergenziale ma guardare oltre. Ovviamente con la decorrenza che il contesto pandemico ci consentirà, Messina sarà la città degli eventi e della musica perché il modo per rilanciare il nostro territorio e la nostra economia è quello di far diventare la città un elemento attrattivo sui fronti della cultura, dello spettacolo, della musica e dell’intrattenimento.
Abbiamo già destinato 6 milioni di euro per un progetto triennale e in questo momento abbiamo ripreso, per quello che è consentito, le attività a Villa Dante, il polmone verde riqualificato e che stiamo riqualificando ulteriormente, dove vi è un’arena che abbiamo ripristinato per la fruizione, che attualmente ci permette di avere fino a 1200 spettatori a fronte di quasi 5.000 posti disponibili.
L’obiettivo è ora di continuare ad oltranza ed avviare tutta una serie di attività di intrattenimento che metteranno Messina al centro dell’attenzione, non soltanto territoriale. La scelta e la caratura che si è deciso di dare a queste iniziative sono a doppio binario.
Uno di ampio respiro con la partecipazione di artisti nazionali e l’altro valorizzando le nostre risorse locali. Uno spazio quindi per tutte le nostre associazioni, gli artisti e gli enti che operano sul territorio che sfortunatamente dal Corona virus ne sono usciti distrutti.
Siamo stati l’unico Comune che ha riservato per lo spettacolo e le associazioni culturali e sportive dei fondi comunali messi a disposizione, con apposito avviso, perché la nostra sensibilità ci ha portato ad essere concretamente vicini per quello che è stato possibile fare, insieme ad altre iniziative, anche a questo mondo che è stato uno dei più penalizzati dalla pandemia...”.
- Ci sono stati progetti importanti che l’emergenza sanitaria ha bloccato, quali saranno le sue proposte e iniziative per la ripartenza?
“…Purtroppo c’è stato un rallentamento complessivo della macchina amministrativa – prosegue De Luca – soprattutto per quanto riguarda la progettazione di opere pubbliche.
Noi siamo una città che oggi ha il primato in Italia per capacità di spesa per quelli che sono i piani principali delle città metropolitane. Per quanto riguarda l’altro piano di spesa delle città metropolitane, il Master plan, siamo secondi.
Quest’anno però tutta l’attività è stata rallentata perché, come è ovvio, l’attività in smart working non è esattamente come quella che viene svolta negli uffici. Tutte le attività che avevamo programmato per la promozione del nostro territorio sono slittate e anche i cantieri hanno subito un grande rallentamento.
Quello che ora diventa fondamentale è rimettere a sistema tutto ciò che è stato frenato dal Covid e chiaramente è una spinta in più per recuperare il tempo perduto...”.
- In Sicilia e non solo, c’è la problematica delle infiltrazioni mafiose nelle gare d’appalto, lei come pensa di risolvere o ritiene di aver risolto?
“…Per quanto riguarda le gare d’appalto – conclude Cateno De Luca – o ciò che si cela dietro “certe dinamiche“, tutto è impostato sotto un profilo principalmente normativo.
I sindaci applicano delle norme sia nazionali che regionali. Il codice degli appalti è una norma nazionale e poi ci sono degli adeguamenti in ambito regionale, per quanto di competenza della regione. I sindaci non hanno alcun potere in merito.
Stiamo introducendo, ma riguarda un altro tipo di profilo e di violazioni, un certificato di regolarità tributaria perché abbiamo notato che ci sono molte imprese che si aggiudicano i lavori con il comune di Messina che risultano poi evasori perché non pagano l’acqua o la Tari.
Pertanto abbiamo avviato, ed è già all’attenzione del consiglio comunale, un regolamento che prevede il divieto di contrarre con il nostro comune per tutti i soggetti che non sono in regola con il pagamento dei tributi...”.