La Giustizia fa ballare i partiti. Sul Csm non c’è accordo

Il tema della Giustizia diventa incandescente. Gli interessi e le pressioni sono tanti e tali che anche la stessa maggioranza stenta a trovare coesione e accordi. Berlusconi alla convention di Forza Italia rimprovera al suo ex amico Putin l’aggressione all’Ucraina ma anche le violenze di cui il leader russo si è reso responsabile. Il Cavaliere avrebbe voluto la Russia dentro l’Europa e non alla mercé della Cina.

Roma – Ancora tensione tra i partiti sulla riforma della Giustizia, anche se pare che un’intesa, solo di massima, sia stata raggiunta. Sono i meccanismi di elezione del Csm e la revisione dei passaggi all’interno dell’ordinamento giudiziario che continuano a turbare la lenta navigazione nella maggioranza. Il segretario del Pd mette in guardia dai pericoli che comporta il continuo rialzo dell’asticella da parte di “forze politiche che annusano le elezioni con troppo anticipo”.

Enrico Letta

In ogni caso proprio Lega ed Italia Viva sembrano essere fuori dal coro della maggioranza di Governo, con numerosi distinguo. Per i renziani la questione più fragile resta quella del sistema elettorale. L’accordo raggiunto dalla coalizione di Governo prevede, infatti, un sorteggio delle Corti d’Appello per formare i collegi elettorali, pur rimanendo il sistema maggioritario binominale con un correttivo proporzionale. Ma proprio questa impostazione non basta a Italia Viva, che vuole un sistema elettorale proporzionale puro. Si tratta, in effetti, di una proposta su cui ci sarebbe anche una certa apertura del M5S.

Quanto alla Lega, invece, il problema è sulla separazione delle carriere. L’ultima versione del testo di riforma prevede che sia possibile solo una volta nella carriera di un magistrato cambiare funzioni da giudice a Pm e viceversa. La scelta andrà fatta entro un arco temporale di dieci anni, ma paradossalmente il limite non sarà valido se le funzioni sono esercitate nel settore civile.

Matteo Salvini – Matteo Renzi

Insomma le sensibilità dei partiti sono differenti sulla Giustizia, ma non bisogna dimenticare che il 12 giugno ci sarà il referendum. Stavolta potrebbero essere i cittadini ad invertire il percorso, almeno in qualche questione fra quelle elencate. Gli slogan e le bandiere non servono per migliorare il pianeta Giustizia.

Nel frattempo Silvio Berlusconi torna, di presenza, sul palco di una convention di Forza Italia, per “irrobustire” il campo politico del centrodestra. Parla a braccio un po’ di tutto, del Governo, del Premier, delle alleanze, dei riferimenti europei e di Putin. Sollecita Draghi a tenere in maggiore considerazione le istanze dei partiti e il rispetto della dialettica parlamentare.

Silvio Berlusconi (foto Ansa)

L’ex Presidente del Consiglio posiziona Forza Italia al centro, ritenendola l’unica alternativa alla sinistra e alla destra. Non manca la frecciatina a Fratelli d’Italia, che ritiene abbia perso l’occasione di partecipare ad un Governo di unità nazionale per il rilancio del Paese, mentre nessun accenno alla Lega. Per il resto ci vuole faccia. E al Cavaliere non manca.

La novità più eclatante è quella riservata a Putin. Berlusconi infatti parla chiaramente del suo ex amico: “…Non posso e non voglio nascondere di essere profondamente deluso e addolorato dal comportamento di Vladimir Putin, che si è assunto una gravissima responsabilità di fronte al mondo intero…”.

Silvio Berlusconi e Vladimir Putin

In considerazione degli elogi “sperticati” degli anni precedenti, nei confronti dello zar russo, il giudizio adesso è cambiato ed è netto: “…Io l’avevo conosciuto vent’anni fa e mi era sempre sembrato un uomo di democrazia e di pace – sottolinea il Cavalierema di fronte all’orrore dei massacri di civili a Bucha e in altre località ucraine, veri e propri crimini di guerra, la Russia non può negare le sue responsabilità. Dovrebbe al contrario, nel suo stesso interesse, identificare e mettere sotto processo i responsabili di comportamenti che il diritto e la morale considerano inaccettabili anche in tempo di guerra…”.

Insomma la condanna è palese e senza appelli ma con rammarico Berlusconi conclude il suo intervento contro l’uomo di San Pietroburgo “…L’aggressione all’Ucraina, anziché portare la Russia in Europa, come volevo io, l’ha portata nelle braccia della Cina. Peccato, peccato!..”.

Poi sul Governo il leader azzurro chiarisce, a scanso di equivoci, che Forza Italia sarà leale fino alla fine, ma non rinuncerà ad affermare la propria identità. Punti di vista.

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