Il premier ha elencato i risultati raggiunti dal suo Governo, gran parte dei quali si debbono allo stesso ex presidente della Bce. Inutile negarlo. Bastian contrario Giorgia Meloni che ripete di non avere evidenze di tutto questo successo. Il presidente del Giro di vite per gli italiani: Natale più sicuro.
Roma – Draghi alla conferenza stampa di fine anno enuncia tutti i risultati raggiunti e soprattutto elogia l’attuale maggioranza che è ancora chiamata, nella stessa composizione, a continuare il lavoro iniziato. Ricordando, però, che questo Governo è nato su chiamata del Presidente della Repubblica, dunque il suo appare più come un congedo dal Governo in cambio di una certa disponibilità ad assumere il ruolo di Capo dello Stato.
Il Premier ha parlato anche di Covid, della variante Omicron e delle varie misure adottate ma anche del futuro del Governo, della crescita economica, della manovra per il 2022 e del Pnrr. Ma la maggior parte della conferenza ha girato intorno alla partita quirinalizia. Infatti il Capo del Governo entra a gamba tesa sull’argomento e lo fa a modo suo:
“…Le domande sul mio futuro? – dice Draghi ai cronisti – Non è che non mi piacciono, è che non ho risposte. L’importante è vivere il presente. Il Governo ha lavorato senza chiedersi cosa c’è nel futuro…Questo Esecutivo ha fatto molto di quel che era stato chiamato a fare. Fondamentale è stato il sostegno delle forze politiche. I miei destini personali non contano assolutamente niente. Non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell’altro, sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle Istituzioni…”.
Tutti i leader della maggioranza hanno espresso apprezzamenti e condivisione per le parole e l’azione del Premier, soltanto Meloni ha manifestato il proprio disappunto.
“…Più che una conferenza di fine anno, quella di Draghi è sembrata una conferenza di fine mandato e questo spiegherebbe anche gli applausi e la commozione dei giornalisti – ha commentato sarcastica la leader di FdI – dal Premier due ore e mezza di auto celebrazioni, dove afferma tra le righe che i suoi obiettivi sono stati raggiunti ma questo non ci risulta da nessuna evidenza…”.
Insomma l’esponente della destra è fuori dal coro dell’unanimismo politico nei confronti di Draghi, a differenza di tutti gli altri partiti che sono a favore della continuità dell’azione politica del Governo. Però è indubbio che i rapporti tra Meloni e Draghi siano ottimi, così come l’ambizione di guidare il Paese, nonostante la leader dell’opposizione non abbia rotto i ponti con il mondo fascista.
La Meloni, per strategia e per ritagliarsi un varco comunicativo, banalizza il ruolo di Draghi. La verità è un’altra. La pasionaria della destra italiana vuole togliersi dal “groppone” Berlusconi (stesso pensiero di Salvini) ed allora l’unico rimedio è mandare Draghi al Quirinale.
Insomma, FdI (così come la Lega) non intende votare il fondatore di FI. Perché ogni volta che dice “Berlusconi è la nostra prima opzione” ma poi evoca piani B e C, questo non è altro che un modo elegante per “smontare” la candidatura del Cavaliere.
Paradossalmente Fratelli d’Italia è l’unica forza di opposizione convinta a spedire l’ex Presidente della Bce al Quirinale. La contropartita potrebbero essere le elezioni e, magari, una copertura europeista per un futuro incarico alla Meloni. Ecco perché le dichiarazioni della leader della destra, a commento della conferenza stampa di Draghi, hanno l’aspro sapore di un frutto avvelenato e perverso.
E’ risaputo che Sergio Mattarella aveva chiamato Draghi a guidare il Governo per risolvere due emergenze: avviare la campagna vaccinale anti Covid e porre le basi per il Pnrr, il recovery plan che consentirà di incassare i fondi promessi dall’Unione Europea. Assolti questi compiti Draghi sarebbe salito al Quirinale, questo era il disegno alle origini.
Ma la matassa si è poi ingarbugliata. Per Draghi, insomma, inizia la sofferenza e la poltrona comincia a traballare poiché il Premier sa perfettamente che l’intero 2022 sarà un anno dedicato alla campagna elettorale, in vista delle elezioni politiche del 2023. Ecco perché il Presidente del Consiglio manifesta finalmente la propria disponibilità a trasferirsi al Quirinale. Ma con spirito di servizio, è ovvio.