Calenda: porto il partito al 20% e addio

Il grande Carlo, alla sua maniera, ha animato la convention del partito chiarendo chi sono gli amici ed i nemici. Poi tira in ballo addirittura De Gasperi che paragona a Renzi tirandosi appresso qualche giusta risata. Per non dire di peggio. Per 5 Stelle e Fratelli d’Italia chiusura assoluta, con gli altri se ne può parlare. Vedremo il cavallo durante l’allungo, alla partenza sono tutti pimpanti.

Roma _ Alla celebrazione del 1° Congresso Nazionale di “Azione” c’erano tutti, tranne FdI e M5s, assenti “giustificati” perché indesiderati. Carlo Calenda, nominato per acclamazione segretario nazionale dai delegati del Congresso, ha inaugurato il partito chiarendo da subito chi sono le forze politiche con cui non intende parlare né allearsi.

Carlo Calenda

Non usa mezzi termini, Calenda è chiaro, diretto e viscerale come vuole il suo elettorato. In questo suo modo di esprimersi chiarisce i motivi della discesa in campo, inaugurata ufficialmente alle elezioni europee e con la candidatura per il Campidoglio.

“…Oggi nasce il terzo polo del riformismo e della cultura di Governo: dobbiamo costruire un’alternativa possibile al populismo e al sovranismo afferma Calenda – diciamo no a FdI e M5s perché con loro non si può governare. Porto il partito al 20% e poi ve lo lascio…”. Buon per lui se riuscirà nell’intento.

Matteo Renzi ed Enrico Letta

Al “campo largo” di Letta, Carlo Calenda contrappone il “campo ristretto”. E su questo campo sfida gli amici Letta e Renzi a convergere, assieme a Liberali e Forza Italia. Infatti è proprio nello scacchiere delle alleanze che si gioca il proprio futuro il neonato terzo polo, come lo definisce l’ex ministro dello Sviluppo Economico.

Azione chiede chiarezza e scelte coraggiose ai potenziali alleati. Tanto che il neo segretario invita pubblicamente Letta ad abbandonare l’alleanza con i grillini e raggiungerlo nel tracciato del suo campo politico che ha un perimetro off limits per pentastellati e meloniani.

Giorgia Meloni e Giuseppe Conte

L’invito è esteso anche a Forza Italia e Renzi, che ritiene il migliore presidente dai tempi di De Gasperi ma nello stesso tempo dice al buon Matteo di scegliere tra fare politica o business. Pare che De Gasperi, però, facesse solo politica dunque paragoni del genere il simpatico Calenda poteva pure tenerseli per sé.

Il segretario nazionale, nel suo intervento conclusivo, lancia il guanto di sfida al fulmicotone, diretto anche a Di Maio che accusa di incapacità amministrativa. E non solo.

Comunque la forchetta o il campo largo al quale pensa Letta va da Leu al M5s. Non è un ostacolo da poco. Insomma un sentiero stretto che, in base alle dichiarazioni di Calenda, rende ad oggi impraticabile ogni legame.

Di contro Conte, riferendosi ad Azione, parla esagerando di “accozzaglia”. Non si fa attendere la risposta dell’ex ministro che, per una volta, sembra dare ragione al leader del M5s ma guardando alla posizione occupata proprio dall’ex avvocato del popolo, impegnato a contrastare l’offensiva interna.

Matteo Richetti (Foto Andrea Panegrossi)

Il neo presidente di Azione, Matteo Richetti, rincara la dose: “…Non serve un campo largo ma un campo chiaro – aggiunge il presidente – Conte denuncia che la nostra è una proposta di accozzaglia, ma è lui che per due volte ha cambiato idea sui decreti sicurezza. Le ambiguità non sono di Azione, ma di chi propone alleanze per vincere e poi non è in grado di governare…”.

La sfida tra campo largo e campo ristretto è appena iniziata. D’altronde proprio il buon risultato di Calenda alle elezioni romane sembra aver riacceso i riflettori sul destino di quella parte di Paese che trova Salvini e Meloni troppo di destra e il Pd e i grillini troppo di sinistra.

Luigi Brugnaro e Giovanni Toti

Nel frattempo il centro fa strada anche in Sicilia e già si prevedono possibili alleanze tra Forza Italia (Miccichè), Italia Viva, il movimento di Toti e Brugnaro, Cantiere Popolare e +Europa, nonché la Democrazia Cristiana targata Cuffaro, a cui hanno aderito tanti giovani e rappresentanti del gentil sesso. Quest’ultima, che ha intenzione di candidare alla Presidenza della Regione Sicilia una donna, non si rifà alla Balena bianca di antica memoria, men che meno a quella di Angelo Sandri.

Da un momento all’altro si aspetta che Musumeci ufficializzi l’alleanza con Fratelli d’Italia, mentre Movimento per le Autonomie e Lega bussano altrove. Intanto il Pd vorrebbe lanciare, nell’isola, gli europarlamentari Bartolo e/o Chinnici. Tutti gli scenari aperti.

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